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Il catauso di Sonnino (Discesa per pulizia)

Antefatto: Qualcuno nel gruppo trama nell’ombra, ben sapendo che stiamo pascolando negli Aurunci, terra nostra è, pensa bene di mettere un piede negli Ausoni, terra loro, contattando niente meno che l’assessore all’ambiente, per impiantare fattiva collaborazione di pascolamento ausono. E chi è costui? Luca, che fa baluginare all’assessore la pulizia del Catauso , hai detto niente….

L’epica impresa: Così eccoci al Catauso , pronti per il sopralluogo. Guarda caso ci sono anche Gianni e Bibò dello speleo club, te l’ho detto che è terra loro…Sotto gli occhi interessati di Gianni, l’assessore, di Gianni, Presidente della FSL, e di Antonella, la pasionaria ambientalista locale, scendiamo nel Catauso: Paolo che arma, Saverio, Federica, Federico, Luca A., Lucaloportiere, Riccardo, Francjsco, Simone, Bibò, il Nozzolone e la sottoscritta. Mihh quanta gente!! Va beh, nel Catauso c’entra tutta, visto che è uno sprofondo impressionante, incredibilmente bello, con due torrenti che ci si buttano dentro formando sto imbutone di 40 metri lavoratissimo dall’acqua illuminato dai raggi del sole proiettanti fasci luminosi nelle pareti stratificate. Paolo hai fatto le foto? Si, tante. La grotta è una meraviglia, dopo il primo pozzo c’è un saltino, lo armiamo? Nooo!!!!!! In libera! per la gioia degli arrampicatori. Nessuno fiata, troppo presi ad ammirar la grotta che s’immeandra tra alte pareti, una notevole faglia sulla sinistra, bidoni delle olive tra gli strati, pezzi di lavatrici tra i massi levigati, fili di prezioso rame in mezzo alla ramaglia, festoni di teli neri a metà meandro, piastrelle luccicanti nella melma, pentole sfondate, palloni da calcio, pezzi di motorino e che altro? Una vita di paese in sto meandro. Paolo arma anche il secondo pozzo con traverso scivoloso, lo so perché ho ancora nelle orecchie le voci in stereofonia di Federica e Federico che rimbambiscono Lucaloportiere su come cavarsela nel passaggio del traverso. Sai che ti dico? Io metto la maniglia e faccio prima. Scendiamo anche il 18 dopo di che, visto l’intoppo, il Nozzolone e Bibò decidono di uscire.
Effettivamente siamo tanti e il meandro fa fatica a smaltire immondizia ed esseri umani. Per non saper né leggere né scrivere, personalmente perdo tempo ad inquinare la sabbia con residui liquidi umani perché, da esperimenti scientificamente provati, ho visto che il vestirsi rivestirvi ha effetti benefici sul riscaldamento globale dell’individuo, sulla sua capacità a pazientare, nonché lo avvantaggia sia mai dovesse avere impulsi impellenti ed improrogabili lungo i pozzi, certo che Badino dovrebbe inserirlo tra le tecniche di grotta.
Appena giro l’angolo vedo Paolo, Federica e Luca che stanno tornando “toppo di immondizia!” declamano, e gli altri? Spariti nel nulla. Ahò! vero è che ci sono Saverio e Federico, ma ho anche la mia bella responsabilità sui pischelli, vado a vedere che combinano. Li vedo a mezza altezza sul meandro, a zampe divaricate, con Federico che spiega loro come non precipitare di sotto. Mihh, ci voglio andare anch’io!!!! Troppo bello il meandro, ma ho paurissima a fare sto traverso, mica ho i trampoli di Simone! Sai che ti dico? Armo nell’immondizia, visto che c’è sto bel tronco marcio e dondolante che fa al caso mio, metto la corda doppia e scendo arrampicando, trattenendo il respiro. Il tronco regge e andiamo avanti portandoci un pezzetto di corda tanto per…Per niente perché scendiamo in libera una pletora di saltini e saltinelli, ma per risalirli? “Facciamo scaletta” dice Federico. Ok, tanto lui è lungo e fa da pertica umana. Però in un saltino altino gli faccio sicura e io? Lui mette la corda in uno sputo di clessidra, una lama di roccia microscopica, poi scende e tocca a me. A metà salto, plofffff, piombo come un macigno nella pozza, corda e tutto, mihh! S’è rotta la clessidra!! Tutta bagnata sono! Ben, poco male, mi sto divertendo una cifra a fare sti pozzetti in libera, andiamo avanti. Arriviamo ad un lago basso e putridotto, vedo Riccardo che tenta di traversarlo tutto spiaccicato su uno strato a lato, mentre Federico gli tira i rami addosso per bagnarlo bene, nel caso non si fosse già bagnato, stanno tutti là a fare ste peripezie mentre sento arrivare anche Paolo e Federica. Ahh, non hanno resistito, però decidiamo di tornare, tra l’altro l’aria è pesante, per cui sicuramente la grotta sifona e non abbiamo nemmeno altre corde.
A risalire facciamo i numeri, se in discesa c’ha aiutato la gravità, a salire ci spintoniamo a vicenda che è anche un sistema per tastare la consistenza dei glutei altrui. Lasciamo a disarmare Simone che pare nato speleologo e torniamo in formazione sparsa.
Federica mi porta lo zaino, visto che in ingresso me l’ha portato Federico e della qual cosa son ben contenta visto che devo portar fuori la pellaccia senza sputare l’anima. Approposito di anima, mentre tento in tutti i modi di risalire l’ultimo saltino disarmato, sento Lucaloportiere tirar giù da cielo tutti i santi e le madonne, come se desse voce a quel che vorrei smoccolare io, avendo fiato per farlo, tanto da far zittire Federica che non sa più che suggerirgli per farlo uscire in fretta e furia. “Magna de meno!!” gli dico “che con la stazza che ti ritrovi te credo che fatichi!!”. Tutti fuori, corro dal Nozzolone per vedere come sta. Una meraviglia!
Lo vedo rintronato mentre un villico locale gli spiega che il Catauso esce a Bocca Lorenza, che la colpa degli allagamenti è della destra, della sinistra, del centro, della troika europea e loro hanno le olive più buone del mondo tanto che le vendono alla Grecia (….) per farci l’olio. Bene, allora a conclusione? Nel Catauso non si può far nulla, meglio ripristinare lo stato dei luoghi facendo defluire l’acqua nelle naturali vie di sbocco che sono state occluse dalla cementificazione selvaggia del territorio, laddove sono state costruite case nella zona di vincolo idrogeologico, capito mi hai?
Alla prossima! Mg 22-9-2013

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