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Come le cave inquinano l'ambiente
Perchè?

il problema della marmettola
il problema del particolato che si respira

SCAVANDO LE GALLERIE SI IMPOVERISCONO LE SORGENTI

TAV: DANNI MUGELLO, 27 CONDANNE E 150 MLN RISARCIMENTO
I danni ambientali erano stati stimati dal PM attorno ai 750 milioni di euro, per il disseccamento o l'impoverimento di 81 corsi d'acqua, 37 sorgenti, una trentina di pozzi e cinque acquedotti, l'inquinamento del territorio per i depositi di terre di scavo contaminate da idrocarburi. I lavori per la costruzione di 79 km di ferrovia, di cui 73 in galleria sono iniziati nel 1996 e sono ancora in corso

Toscana: Piano cave, un fallimento delle politiche regionali su territorio, ambiente e paesaggio

Il 22 ottobre 2019 scadevano i termini per la presentazione delle osservazioni al piano regionale cave. “Salviamo le Apuane” e la “Rete dei comitati per la difesa del territorio” si rifiutano di contribuire al finto gioco della partecipazione messo in moto dalla Regione Toscana, pertanto dopo troppi anni di tentativi di dialogo ci troviamo costretti a fare scelte che avremmo voluto evitare.
“Il nuovo piano cave della regione Toscana é una vera e propria dichiarazione di guerra ai territori – afferma il presidente Eros Tetti – il piano cave prevede la distruzione di alcuni dei territori più fragili della regione dalle Alpi Apuane alla Val di Cornia. Dopo anni di dialogo, dibattito, osservazioni e denunce fatte e passate completamente inascoltate. Ci troviamo oggi a prendere atto che la Regione Toscana è ormai troppo lontana dai cittadini e dai territori per accogliere le loro istanze dando spazio solo alle lobby affaristiche che ci stanno portando allo sfascio più completo, ci stiamo preparando ad una grande mobilitazione su scala regionale, così le osservazioni le consegneremo direttamente a mano, per dimostrare la ferma opposizione a questi progetti scellerati!“
Il piano regionale cave prevede 47.000.000 di metri cubi di montagna da distruggere per le Alpi Apuane e 30.000.000 di metri cubi di colline per la Val di Cornia. Quantità enormi, non tenendo minimamente conto, nel piano, della fragilità ambientale dei territori, delle falde acquifere (risorsa veramente primaria), della crisi climatica in atto e nemmeno della possibilità di una riconversione economica dei siti di escavazione transitando verso economie adeguate con le peculiarità di queste aree. Dopo anni che presentiamo osservazioni ai vari piani, concessioni ecc. siamo oggi a constatare il fallimento e l’arroccamento della politica, tutta, verso un unico valore, il profitto, di pochi a scapito di un disastro per tutti. Siamo davanti alla dittatura centralizzata del profitto, che ci sta portando verso un baratro senza fondo, ma non solo per le cave ma ormai in ogni politica portata avanti in questa regione.
Per avere un minimo di credibilità il piano regionale Cave avrebbe dovuto almeno ricomprendere la prima stesura del piano paesaggistico avviando processi di riconversione economica seguiti dalla chiusura graduale delle cave a partire dai territori più fragili e che necessitano salvaguardia come per esempio il Parco della Alpi Apuane. Di tutto questo, ripetiamo, nemmeno traccia ed è un segno evidente che si è piegato il capo completamente al volere di un’economia che per far reddito deve distruggere il territorio, l’ambiente e con loro la nostra permanenza su questi territori.
Eros Tetti Salviamo le Apuane, ReTe dei comitati per la difesa dei territori

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