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Tuttavia, qualcuno punta alla comunicazione proprio per poter proteggere al meglio l'ambiente ipogeo:

Sono convinto che l'interno delle montagne meriti, oltre tutto, di essere tutelato contro cio' che noi umani potremmo fare per danneggiarlo. Per fare questo sono necessari alcuni passi fondamentali, primo fra tutti la conoscenza.
Due ore fa ero seduto al tavolo di gestione di un piccolo parco e stavo dicendo le stesse cose: bisogna raccogliere informazioni, raccogliere dati, conoscere il territorio!
Il piano di quel parco, che per meta' e' coperto da acqua, non prevede la gestione di fiumi e stagni.
Perche'? Perche' ho scoperto che mancano le conoscenze: era facile ragionare sui campi, i paesi e i lembi di bosco visibili alla luce del giorno da chiunque, difficile o impossibile ragionare su cio' che si nasconde dentro un paio di metri di acqua che corre veloce verso il mare.
Per sapere cosa c'e' li' dentro serve gente che studi, capisca, anzi esplori.
Negli ultimi dieci anni ho esplorato poche grotte, ma insieme ad alcuni colleghi ho esplorato diverse centinaia di chilometri di fiumi.
Per divulgare queste cose abbiamo fatto un acquario, scritto libri, fatto conferenze, preparato filmati e proiezioni di immagini.
Quando visitiamo una grotta turistica siamo colpiti dalle passerelle; e' la cosa che piu' frequentemente indichiamo come il simbolo della devastazione di quegli ambienti.
Negli ultimi tempi (tempo di passo) mi e' capitato spesso di gironzolare per la riserva naturale della foce dell'Isonzo, dove sentieri, ponticelli e passerelle permettono ai turisti di vagare per la palude per guardare uccellacci e uccellini.
Beh, la sapete una cosa curiosa? Le passerelle nella riserva palustre sono state costruite proprio perche' c'e' un'area protetta.
Perche' portare migliaia di persone a molestare oche granaiole casiniste, alzavole ed aironi?
Ne parlavo con i colleghi: perche' la gente deve vedere, deve imparare, deve conoscere!
Funziona, io che giro fra paludi e laguna da 25 anni ho visto due settimane fa per la prima volta la strolaga mezzana e l'airone guardabuoi. Giuro che e' stata un'emozione.
La televisione ci mostra spesso i leoni del Serengeti, gli orsi di Alaska, ma non ci mostra mai i camosci della Carnia, le trote del Natisone, le torbiere nella foresta di Tarvisio.
Soprattutto non ci mostra la fiumara Bonamico o l'Amendolea!
Il bel risultato e' che sento dire "da noi non c'e' niente" oppure "da noi non c'e' niente di bello".
Sareste disposti voi a difendere "niente" o qualcosa che non ritenete "bello"?
No, ed infatti quando si costruisce (a colpi di mina) una nuova pista da sci in Canin pochi si arrabbiano.
In gran parte sono speleologi.
A me sembra fondamentale che gli speleologi si occupino di capire come sono fatte le montagne dentro.
A dire il vero per me questa e' speleologia. Una volta capito devono raccontarlo, per rendere possibile una gestione di quelle montagne che preveda anche la protezione dei loro vuoti.
Ma serve poi scrivere libri? Pubblicare riviste? Fare documentari e film?
Sopra tutto serve proprio fare passerelle per turisti bastardi?
Si, esattamente come servono tutte le cose pubblicate sull'Amazzonia, le passerelle nelle paludi, le aree pic-nic a Yellowstone, le escursioni nei parchi.
(Mayo)

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