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Il Corso a Pozzo Comune

Antefatto Seconda grotta di corso, anche stavolta gli allievi sono tre: Damiano, Federico e Giovanni, a fronte di una marea di maestri: Cristian, Saverio, Simone, Mario, Francesco, Sergio e la sottoscritta. La grotta prescelta è Pozzo Comune. “Ma non è bagnata?” chiederebbe il popolo tutto, “certo, ma noi abbiamo già il soccorso nelle persone di Cristian e Saverio, quello Laziale, e Francesco quello Abruzzese, stiamo in una botte di ferro”.

L’epica impresa: Partiamo presto e già pronti di tutto, come dice Save, abbiamo dormito con l’imbraco. Per cui in men che non si dica affrontiamo la china gelata di Pian della Faggeta e ci fondiamo dentro al pozzo. Di tempo perso non ce n’è stato, Cristian e Saverio hanno armato alla perfezione e nel frattempo gli allievi hanno affrontato i pozzi con scrupolosa meticolosità. E qua sarebbe anche finito il resoconto, tutto perfetto e bon. Troppo corto. Volete sapere altro? Ah si, c’era un tirante che tirava tutta la parete. Per staccare il moschettone servivano le braccia dell’incredibile Hulk, ma con la maniglia si poteva ovviare il problema. Arrivo sotto e, fortuna, mi ricordo la prima lezione di Federico “mai stare sotto i pozzi”. Il tempo di scansarmi e vien giù una frana. Si vede che è crollata la parete del tirante, penso, mentre mi tolgo l’imbraco con movimenti da ballerina per non farlo finire in acqua. Lo so che volete sapere perché me lo son tolto. Perché il gocciolio dell’acqua stimola e poi devo mettermi il cerotto che scalda. Nonostante tutto un gran sgrullamento sto cerotto non scalda niente ma in tutto sto ambaradan finalmente arrivano Giovanni e Damiano. Proseguiamo veloci verso lo scivolo dove ci aspettano Save e Cristian, quest’ultimo poi risale a controllare, essendo il direttore del corso che deve controllare ogni minima cosa. Nonostante l’acqua abbondantissima decidiamo di farci il meandro tutti felici e contenti di sguazzarci dentro. Parlo per Giovanni, noi avevamo appositi stivali. Qua Cristian, a scanso di equivoci, arma anche una pozza dove solitamente facciamo i numeri per non bagnarci. Anvedi, comodo, metti il moschettone a corto e la passi come niente. Salvo che poi, parlo per me, mi tocca fare l’armo umano per reggere la corda nella microscopica stalagmite che quando passa Francesco mi tocca mettere il croll per non dare la musata in acqua. Arrivati praticamente sopra il Marilù classico retrofront, lasciando i disarmatori a disarmare. Nemmeno il tempo di un panino che mi trovo fuori dalla grotta con Giovanni, Damiano, invece, che era uscito con noi, torna ad aspettare Federico. Ahh che bello il prato davanti alla grotta, uno si sdraierebbe volentieri a prendere il sole, fosse agosto. Peccato che è dicembre, siamo bagnatucci e infreddoliti alquanto ma per fortuna in macchina ho tè caldo e diavolina. Nooooooooooooo. Le chiavi della macchina stanno dentro in macchina!!!!!!!!!!! Le ho scordateeeeeeeeeeeeee e devo aspettare il Nozzzzzzzz.
E so anche perché. Colpa della solita vanità, al posto del portafoglio con chiave ho preso lo smartphone per fare foto in grotta!!!!!!!!!!!!! Mi sta bene. Solo che non sta bene a Giovanni che batte le bocchette. “Dai che accendiamo il fuoco con candela e accendino”. Giovanni non è di nessun aiuto e si lagna del freddo mentre un cane si mangia anche il panino di Simone. Invece mi tocca immergermi in un cassonetto per tirare fuori un cartone mezzo bagnato, aggirarmi in cerca della felce tumorifera che è l’unica cosa secca nei dintorni, spezzare micro legnetti per fare un apposito alloggiamento del tutto e poi? Il fuoco si accende un attimo e si spegne subito. Arrivano carabinieri, escursionisti, cavallari, tutti a guardare e nessuno a dire “Che state per caso morendo di freddo davanti a un fuoco spento?”. Già. Secondo me lo sanno che il soccorso ce l’abbiamo ma sta ancora dentro in grotta. E il Nozzolone com’è che non esce che stava dietro di me a due passi? Questo fa parte dei misteri dello spazio-tempo che sto studiando in fisica. Lo spazio tempo della grotta è particolarmente dilatato. Poco ma sicuro. Alla fine escono tutti alla spicciolata e solo davanti alla cioccolata calda del bar Sempre-avvisa riesco a non tremare più.
Alla prossima!!! Mg 16.12.2018
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