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4.6. 2012 Stiria La colazione della mattina ci rimette a pari, il Nozzolone si scorda del piano quinquennale e io delle ciliegie, mangiamo anche per il futuro, non si sa mai. Rielaborazione dell’itinerario, non più Rodi e Karpathos, andiamo in Eubea, passando per una serie di paesetti attici sul mare. Ad Agi Apostoli ci facciamo finalmente il bagno, acqua come il sifone di Pastena con in più la schiuma, i Greci con l’acqua ti danno il bagnoschiuma incorporato. Nuoto doverosamente con spirito di sacrificio, diciamo a scopo puramente allenatorio. A Skala, visto che il traghetto per l’Eubea costa 14 euro, andiamo di là, dirigendoci per Karistos, la nostra meta. A metà viaggio mi sento male, la strada è tutta un buco, ho caldo da scoppiare, mi pare che mi venga l’ictus della certa età e con tutta la malagrazia del caso faccio presente al Nozzolone che devo proprio farmi il bagno nella sottostante Nea Stira. E che deve fare un Nozzolone? Accontentarmi perché non saprebbe come smaltire il cadavere, non ci sono buchi in vista, solo buche. Bene, il posto ci piace, c’è marmo cipollino, il mare pulito con tanto di schiuma incorporata, un greco che parla inglese che, non vedendo il Nozzolone mi abborda e poi però, visto che per capire capisco ma per parlare non parlo, lo faccio conversare con lui e bon. Dal chè desumo che c’è la crisi ma per i greci è una grossa opportunità di ampliamento di vedute. Vedremo quanto grossa. Intanto ci dice che effettivamente Karistos per soggiornare va benone. Tanto benone che capitiamo nella stessa casa di enne anni fa, forse l’unica che c’è. Anche qui trattiamo sul prezzo, camera cucina bagno terrazzo silenzio e internet a 30 euro.

5.6.2012 Monte Oxi La giornata si profila ottima, intanto mi sveglio tardi e già la cosa ha dell’incredibile, di per se fa vacanza, poi fa bel tempo, siamo in un bel posto, troviamo xorda fresca e basilico da venditori ambulanti, andiamo al mare. Troviamo una baietta solitaria con ombra che il Nozzolone provvede ad allargare con telo, l’acqua non è troppo fredda, è cristallina e non ha la schiuma. Tipica giornata da noia mortale, bagni, sole, libro saggio, camminata esplorativa su scogli, pranzo con pane, formaggio rigato, insalata russa, ciliegie di Spinazzola. E mò?Basta! no esagerare con sto sole, andiamo sul monte Oxi (traduzione no) per programmarci qualche escursione futura. Qua tra lottizzazioni mai finite (per fortuna) ed incendi, il monte è tutto spelato, prendiamo una strada in salita che ferma su cancello pericolo di morte. Il Nozzolone programma una camminata che mi pare una ciufega, tutta cresta su vegetazione spinosa alle caviglie e scisto, sicuramente serpi a non finire, va beh, questo offre il monte. Risaliamo in macchina e non s’accende, fortuna che la strada è in discesa e il motore s’avvia. Poi s’accende una spia rossa“stop” servosterzo rotto. Eppure funziona. Urge meccanico, come si dice in greco?mentre il Nozzolone guida cerco di imparare tutti i vocaboli greci “batteria”, “dinamo”, “accensione”, “cinghia di trasmissione”, ne ricordassi uno, si uno si “bataria” come in vicentino, identico. Troviamo un posto che sembra meccanico, no, aggiusta ruote, ma è speleo, riconosce gli stemmi e ci porta da un meccanico. Chiuso, ma aperto c’è il venditore di batterie che ce la cambia. Non è la batteria. Telefona al meccanico che arriva tutto incazzato nero e manco parla inglese, secondo me ha preso a male parole il cambiatore di batteria che invece parla inglese benissimo e ci spiega per filo e per segno la crisi greca. Però l’incazzato, secondo me svegliato sul più bello della siesta pomeridiana, si mette all’opera e dice che non c’è niente da fare, mancano i pezzi. Tra l’altro fa una faccia come dire, qua a parte la carrozzeria c’è da sostituire tutto, la macchina ha due anni ma si vede che con le stradacce che le facciamo fare è invecchiata precocemente. E ora? i pezzi devono venire da nord, dice. Germania? Norvegia? Boh? Il cambiatore di batteria simpatico ci vorrebbe chiamare un taxi, magari anche quello viene da Atene, sta a vedere, no grazie, andiamo a piedi. Tanto ci dobbiamo allenare. Così carichiamo il più possibile sugli zaini e via,verso casa. Davanti all’affitta motorini il Nozzolone s’informa “poso cani un motorino al giorno?” “20 euro” “para polì!” “meno non si può e parla italiano che lo capisco”. “Ma dai che andiamo a piedi, magari ci mettiamo mezza giornata ad andare al mare e mezza a tornare, tutto allenamento per il pozzo da 60 (già sceso in nostra assenza è 55)”. Fortuna che gira gira riusciamo anche a tornare a casa, passando per la via mavromichale, ragno nero. A casa l’affittacamere non si stupisce vederci tornare a pedagna, “broken the car” gli diciamo e quello niente, manco gli avessimo detto “oggi c’è il sole”. Il Nozzolone sospetta che non abbia capito, come si dice in greco? La morale della giornata è “mai suscitare l’invidia degli dei che ti trovano subito il diversivo ad una noiosa giornata marina…”.

6.6.2012 Karistos Siamo a piedi, quindi mi rilasso, vita da mare oggi. Sveglia tardissimo, a piedi verso il mare per trovare qualche anfratto con l’ombra, guarda caso una bellissima baietta proprio sotto il castello, con rocce scistose aggettanti, ombra, mare cristallino, nessuna persona. Ottimo. Intanto mi sono portata il libretto come imparare il greco e cerco di studiarlo onde fronteggiare il meccanico. Poi mi faccio dei bagni egei. E poi? L’ombra se ne sta andando e vedo il Nozzolone fremere. Ahh, ho capito, la vita da mare è bella che finita. Tento di proporgli un’altra baietta con residuo di ombra ma lui niente, ha in mente la salita verso casa sotto il sole cocente (niente vero, è un sole normale, quasi italico). Allora, per non morsicarlo dal nervoso, penso al sole che fa invecchiare la pelle e mi fa diventare come le cotiche da palestra, secche di lampade, sia mai. Torniamo e fotografo qualcosa tanto per darmi un tono da turista. Fortuna che c’è internet a casa e mi immergo su flickr e conversazioni con amiche, come se non le avessi appena lasciate. Mentre sto vagheggiando in terrazzo, ecco il meccanico col motorino. Tutto contento e sorridente ci spiega a gesti che la macchina è aggiustata. Prende con se il Nozzolone e lo porta a vedere il capolavoro, ha cambiato il motorino d’avviamento, 80 euro di onestà e ora la macchina va. Qua tocca ringraziarli, al meccanico bravo e solerte ed al cambiatore di batterie, che, per inciso, ci ha rimesso la nostra senza farci pagare una dracma. Che gli portiamo? Pagoda, ossia gelato. Detto fatto, anche se mi pare che sia poco rispetto a quanto c’hanno fatto. Visto che abbiamo la macchina facciamo un po’ di spesa ad un supermercato tanto caro quanto vuoto di persone, ettecredo, prezzi molto più alti che in Italia, soprattutto per i prodotti d’importazione, con i loro salari e le loro pensioni, ridotte di un terzo, mi dici come fanno? In questo posto poi pare che un sacco di negozi abbiano chiuso, non ci sono turisti in giro, solo greci ma sempre allegri, così pare a vederli, seduti ai kafeneion o lavoranti per le strade. Tanto per gradire andiamo a cercare una grotta a Katzaroni (che nome…) segnata ma non trovata. Allora compriamo una cartina dettagliata della zona, monte Oki centimetro per centimetro, andò scappi, grotta…

7.6.2012 Agia Triada Con la macchina funzionante è tutta un’altra storia. Cominciamo l’esplorazione del posto, stavolta verso Mnima, la punta a nord. Orrende strade di lottizzazioni, mai fatte (e che spero mai faranno) tagliano un posto paradisiaco, baiette di acqua cristallina e sabbia,fioriture stupefacenti di limonium, alberi no, tutto bruciato, immaginarsi com’era quando i pini ricoprivano il monte e lambivano l’acqua, ora c’è solo gariga. Scegliamo la baia più riparata, non c’è anima viva. Mentre il Nozzolone s’industria una tenda beduina, trovo uno scopo a stare qua. Pulire la baia. Riempio due mega-bustoni di immondizia, più che altro sacchi e sacchi di plastica, e porto il tutto sulla strada, se passa il camion se la porta, ahò, che il Nozzolone mi pone il veto a far salire monnezza bagnata e puzzolente nella sua macchina appena aggiustata. Poi, con la coscienza a posto, posso finalmente nuotare nel cristallo. Però, ditemi voi, possono due speleologi starsene un giorno intero a godersi mare, sole, bagni, ancorchè industriandosi a pulire spiagge e costruire tende? Mai. E infatti andiamo a cercare sta Agia Triada, la grotta che avevamo fatto un sacco di anni fa. La cartina è utilissima,ci porta alla chiesetta, dove un botto d’acqua ci annuncia la grotta. E mò? C’era un sentierino appena sopra la chiesa, sulla destra. Dopo qualche tentennamento lo troviamo, è minuscolo, ma ben tracciato tra l’altro. Ecco l’ingresso, stavolta ci sono due targhe che fotografiamo per poterle tradurre e un barattolo che si traduce bene “veleno per serpenti”. “Mihh! Nozzolò, non è che qua dentro ci stazionano?” intanto mi metto i guanti e cammino come Neil Armstrong sulla luna. Però vedo che il Nozzolone prosegue incurante dei ragni giganteschini che costellano le pareti, per cui prendo coraggio e andiamo. Dopo un cunicolo in discesa, con scavi archeologici, troviamo una passerella di legno e sotto una scala di metallo, scendiamo a livello dell’acqua e c’immergiamo felici nel torrente. L’acqua è a livello delle cosce, c’importa assai, proseguiamo in sta condotta molto lavorata nel calcare marmorizzato, troviamo una sacca caduta dall’altro da qualche sprovveduto escursionista, piena di merendine ed un bel termos. Proseguiamo ancora, penso per un trecento metri, finchè la condotta si restringe e di conseguenza tocca farsi il bagno completo. Probabilmente la grotta prosegue ancora e non sifona perché si sente l’aria, non moltissima, viceversa ci saremmo anche immersi. Al ritorno esploriamo tutto l’esplorabile, anche un meandro con tantissimi sacchetti residuo di scavi archeologici. In alto vediamo un fix, forse c’è un meandro fossile ma per arrivarci tocca armare. Oggi non abbiamo niente con noi, ci torneremo. All’uscita, ma sulla strada, incappo anche in un bel serpentone, bello grosso, lungo quasi due metri, allora c’erano! Come tutti gli speleo, da prassi, ci laviamo ben bene le tute e le stendiamo sugli arbusti, aspettando che scolino, al Nozzolone è presa l’avversione ad avere roba bagnaticcia in macchina che poi puzza di cane bagnato tutto il viaggio. Sarete soddisfatti della giornata? Macchè, al Nozzolone gli è presa l’ansia esplorativa e s’inerpica, per fortuna in macchina, su pel monte Ochi seguendo l’indicazione del farangi Dimosari. Il tutto per programmare enne uscite esplorative che qua non si può perdere tempo in futili attività marinaresche.

8.6.2012 Marmari Oggi andiamo a Marmari, tanto per esplorare il posto, tentiamo di scendere a Kefala ma una stradaccia brutta ce lo impedisce, da ciò prendiamo atto che, per andare a Kefala, non bisogna seguire il cartello stradale ma la stradella prima (forse..). Marmari ha un mare bellissimo, nonostante sia più turistica di Karistos. Proseguiamo verso Zastani, fino alla fine della strada e…meraviglia! Una greca che rastrella ci indica la baia sottostante, mare da bere, rocce a picco, spiaggia a mezzaluna, riparata dal vento che oggi soffia freddino,nessuna anima viva. Ecchice! Portiamo gli scarponi ad asciugare e decidiamo che oggi, vista la degnità del posto, facciamo vita marina, bagni, maschera, tutteccose. Però dopo un po’ arriva la greca che rastrella col marito greco, poi altri due coniugi greci anzianotti con tutta l’aria di dire “sopra ci siamo fatti ste belle villettine che sta baia è tutta nostra e questi con sti scarponi luridi sfondati sparpagliati per ogniddove,chi sò?” la greca che rastrella spiega che siamo italiani e noi per non far fare brutta figura all’italica stirpe ci mettiamo tutti timorosi da una parte,rigorosamente in costume, a leggere libri di filosofia e storia, sia mai si dica che siamo ignorantoni. Però “sai che ti dico Nozzolò, avevamo programmato la visita a dracospito, annamoce”, “te l’appoggio, annamo vah!” salutiamo i greci come se fossero cari amici da sempre e via. E’ l’ora più calda, fortuna c’è sto venticello. Tappa a visitare i resti di Castelrosso Veneziano, praticamente solo 4 muri, ma che caldo su per l’erta salita, mi sudano gli scarponi e la palle degli occhi pure. Poi aripja, verso il monte, “ci fermiamo a vedere ste particolarità geologiche?” mi fa il Nozzolone, ma la cosa mi sa di caldo atroce, ancora sto sudando a palla “No!” che è tutto un discorso. Ci fermiamo solo alla fonte Kria Vrisi, ossia, fonte fredda, ahh che acqua! E vedo, nientedimeno che “il tè delle museeeeeeeeee” fiorito, è lui!! La sideritis siriaca! (http://www.mgflower.altervista.org/sideritissyriaca.html) mai vista allo stato spontaneo e fiorita poi! “Prendi prendi” fa il Nozzolone ma a me di prendere i fiori e piante, se non per piantarli, fa un po’ pensiero, sono amiche mie. Qualcuna ne prendo però, per contentare il Nozzolone che è più che amico mio. E poi lasciamo la macchina al valico dove inizia il sentiero per le dracospite. Non avevo guardato bene la cartina, pensavo che sto sentiero fosse sì lungo na quaresima, ma in piano. No. E’ dritto per dritto proprio verso la cima del monte Ochi (monte No di nome e di fatto..). Le dracospite, ossia case del drago, stanno poco sotto la cima. “400 metri di dislivello”, dice il Nozzolone e, visto che sono le 6 di sera, prende un via che non ti dico. Non mi resta che seguirlo e fotografare in fretta e furia tutti sti fiori di passaggio, un’esplosione di roba da catalogare, non mi basterà l’inverno per classificarle tutte. Poi a furia di alzarmi ed abbassarmi nonché correre per raggiungere il Nozzolone, in sto sentiero praticamente pietrame sparso, mi sento le gambe di piombo. “Non sono 400 metri, secondo me mille..”, “ma non volevi salire l’Olimpo?, quelli si sono mille metri”. Touchè. Come profeta Ilias vuole, arriviamo alla quasi cima e il Nozzolone prende a destra. Fortuna che intravedo le draco a sinistra. “Quante volte te lo devo dire che noi sempre a sinistra dobbiamo andare?” urlo, per farmi sentire, che un vento impetuoso porta la voce chissaddove. Mentre salgo verso ste costruzioni penso a ciò che dice la guida “gli archeologi si arrovellano a capire quando sono state fatte e cosa e come”. Guardandole penso che anche i tre porcellini ci sarebbero arrivati a capire il cosa e come, con sto vento e ste pietre, come le vuoi fare le case? Chissà che c’è da capire poi. Invece no. Il Nozzolone entra in quella diventata chiesa del profeta Ilias e..”vieni e vedere!!” vado a vedere “mihh!! Come una tomba dei giganti!!!!!!! Guarda il soffitto, identica!” tutte così. Emozione a mille. Fotografo a più non posso e si fa tardi. “La pastasciutta ci aspetta” dice il Nozzolone mentre corre a perpendicolo giù per lo scapicollo”. “Aspè, metto via la digitale che…” non faccio in tempo a dirlo, casco io, la digitale, gli scarponi ormai asciutti, tutto un precipitare. Fortuna che la digitale s’è fatta niente, il ginocchio poco male ma…Ovviamente siamo tornati in tempo per la pastasciutta, la xorda e basta, il piano quinquennale di dimagramento spinto altro non prevede.

continua...........

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