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Fraile e dintorni (Ricerca esplorazione grotte)

Antefatto: “Te la senti?” mi chiede il Nozz “si certo me la sento e, guardando bene, me la vedo pure” rispondo. E’ che non sto tanto bene ma tra lagnarmi come una deficiente tutto il giorno e star male in montagna preferisco la seconda.

L’epica impresa:
La meta del GGCR, oggi composto da Elena, Andrea, Lavina, Luca geologo, Paolo, Federica, Nozz e la sottoscritta, è la zona tra Monte Moleta e la forcella Fraile. Scopo? Rilevare, allargare, battere. Andrea, Lavina e Luca ci raccontano del soccorso fatto il giorno prima al cane di un cacciatore finito dentro un pozzo da 5 metri. Saverio si è calato, ha imbracato il cane e poi gli altri l’hanno tirato fuori sano e salvo. Fosse stato per i pompieri, e per lo stesso padrone, il cane sarebbe morto. Ma per fortuna è incappato nel soccorso speleo del GGCR che è, notoriamente, super efficiente ed efficace. Bon, andiamo al dunque, ossia alla sella tra Moleta e Fraile e ci dividiamo per squadre. Io e il Nozz, vecchi decrepiti e pure invalidi, andiamo a battere. Opto per la cresta più che altro perché è al sole mentre il Nozz sta qualche metro sotto nella parte buia del mondo. Ma poi al Fraile tutti e due scendiamo alle doline sottostanti per setacciare per bene la zona (scientificamente parlando). E trovo un buco antropicamente tappato. E via, leviamo il pietrame e anvedi ci passo. Sotto c’è un ambiente, nel pavimento dei sassi occludono chissà che ma non c’è aria, sarebbe forse rilevabile che magari un 5 metri ne esce fuori. Ma speriamo in meglio. Caracolliamo ancora più in basso fino ad arrivare alla fossa della Madonna. Qua sentiamo le voci degli altri che stanno scavando. Aggiriamo la fossa della Madonna, che qua, per par condicio, un porco ci starebbe pure bene visto che non troviamo un accidente, Non ci resta che tornare alla macchina con le mani colme di dovere compiuto. Mentre aspettiamo gli altri arriva Vincenzo, zoppicon zoppiconi “Come te la passi?”. Diamo immediatamente stura a una sequenza di lagne a tre voci che sembra di stare a Villa Giulia reparto irrecuperabili. Per fortuna torna l’altra squadra prima che, con tre bei pietroni al collo, ci buttiamo nel Golfo di Gaeta che risplende ai nostri piedi. Salutano Vincenzo con gran giubilo e via, a comprar la carne della mucca del Minchella che, tutto sommato, sta peggio di noi (la mucca…il Minchella ancora no, nonostante il vassoio di medicine come centrotavola). Per coronare la giornata torniamo per Esperia a vedere come sta Carmina. Sta benone, ci rimpinza di buona pizza e ottimi dolcetti che, nonostante non abbiamo riempito il nostro carnet di grandi scoperte, ci mettono lo stesso di buon umore. E quando c’è il buonumore c’è la salute!
Alla prossima!! Mg 18.12.2016

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