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Il gemello di Lionello (Scavo grotta Pasqualina)

Antefatto:Ecco fatto, anche stavolta il gruppo ha tre attività domenicali: Grotta dello Scheletro per foto (Elena, Mario, Valentina, Anna, Mauro), Pozzo di Monte Moleta per adattamento (Saverio, Lavinia, Andrea), Gemello di Lionello per scavo (Nozzolone e Mg).

L’epica impresa:
Bon, a me e Nozzolone spetta una giornata di scavo, per cui compriamo un secchio, che serve come il pane un secchio. Tanto piede di porco, mazzetta scalpello, pezzaccio di corda, fanno parte del solito bagaglio di un buon speleologo, mai uscire senza. Salutiamo Lavinia, Andrea e Saverio a Monte Moleta e c’incamminiamo verso il gemello di Lionello. Che a detta di Paolo, soffia come un mantice e squaglia la neve per mezzo monte Altino. Stavolta non c’è neve, ma una distesa di viole, secondo me di 3 specie diverse, Tricolor, Pseudogracilis, Eugeniae, per non sbagliarmi ne fotografo un bel po’ e arrivo al pozzo già stanca a furia di camminare ginocchioni a scrutar viole. Il Nozzo, poi, si vede distante tre kilometri che è contento che vado a rilento. Già, lui sta kilometri avanti, anvedi, me devo sbrigà che se magna tutta la pizza con la cipolla!!!!!!!!!! Invece sta lì che guarda il pozzo tutto perplesso, “andò continua questo?”.
Ben, mi cambio e vedo dove continua. “Soffia?” boh, non sento alcun afflato, ma se Paolo ha detto che soffia, soffia, sia mai che scanso una probabile Malga Fossetta.
Iniziamo immediatamente il duro lavoro. Riempio il secchio di sassi e il Nozzolone li tira fuori. Andiamo avanti senza profferir verbo, tutti presi a sperar di vedere un pozzo. A furia di scavare, i macigni sopra incombenti iniziano a muoversi a franapoggio addosso alla sottoscritta incuneata nel terriccio, ossia il futuro pozzo. Al che chiedo a gran voce la forza bruta. “Scendi e dai di piede di porco”. Il Nozzo mette subito alla prova la protesi che regge la discesa e ci diamo il cambio. Mihh che duro tirar su il secchio pieno di pietroni attenta che non precipitino incautamente sull’’individuo scavante!!!! “Senti, aridiamoci il cambio che magari entro meglio là sotto”. Bon, potenza della persuasione, tanto al Nozzo serve esercitare le braccia. Intanto scorgo tra i sassi qualcosa di neretto e forse forse la parete buona del pozzo, nonché un timido venticello, e vaiiiiiiiiii. Però vien giù tutta la frana sopra. Ecco te pareva.”Ha detto il pozzo che dobbiamo bonificare”.
Così oltre che lo scavo del pozzo aggiungiamo lo scavo della frana. Il tutto finchè i tre macigni semoventi a franapoggio sullo scavo ci impediscono ogni velleità. Servono mezzi persuasivi, parancarli e bon, in due tutta sta cosa non se pò fare. Nemmeno sperare che mentre scavi ti si apra il pozzo sotto i piedi e si porti via tutto di botto, macchè, i macigni sono pure ad incastro. Allora ce ne andiamo con la bocca olezzante di pizza alla cipolla. A Monte Moleta salutiamo i tre bonificanti che stanno ancora sotto “andate, andate pure” . La puzza sarà scesa a rallegrarli. Per strada incontriamo pure il Talebano con tutti i suoi cani che, messosi sotto vento, ci dice, da lontano, che dobbiamo scavare il nostro di pozzo gemello e che aspetta Paolo per una grotta che ha ritrovato. Quando ci avviciniamo per salutarlo, baciarlo, abbracciarlo, fa uno zompo e scappa “le capre mi stanno aspettando!!!!!!!!” che puzzano meno della cipolla…
Che fare? Per antidoto alla puzza di cipolla serve una pizza ai wrusti da pizzapoint e un caffè da Pierino, peccato che c’era la moglie e non ho avuto la solita dose di complimenti…anche se con st’alito me lo sarei inviso per sempre.
Alla prossima! Mg 19.4.2015

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