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Grott'aria e dintorni (Esplorazione grotte)

Antefatto: Tipica uscita aurunca laddove si parte tardi, si trovano un sacco di schifezzuole di buchi, ci s’ingozza da Carmina e si torna tardissimo. Dove si va? Al Guado del Faggeto. Chi c’è? oltre alla sottoscritta e al Nozzolone ci sono: Andrea, Barbara, Mario, Massimo, Federico, Patrizia, Paolo, Federica, Anna, Fulvio e Angelica.

L’epica impresa:
Reduci dal convegno di Sonnino, laddove ci siamo ubriacati di archeo-speleologia, ci troviamo operativi alle 8 a Monteporzio. Operativi si fa per dire, Mario barcolla dal sonno e ci chiede chi glielo fa fare. Come chi? la speleo-avventura con tanti amici barcollanti come lui. Bon, passiamo ai fatti. Mazzetta in resta ci dirigiamo sparpagliati a raggiera verso Guado del Faggeto, tra calcari alti e calcari bassi. Nei pressi di Grott’aria si fa il punto della situazione. “Trovato niente?” si, Federica e gli altri, un fondo di inghiottitoio che aspira, mentre io, gasata dal convegno di ieri, mi par di aver scorto un tempio aurunco con la favissa toppata da sassi, ne ho levato qualcuno, ma il tesoro di litici scheggiati sta ancora là sotto. Però la sovrintendenza è contraria agli scavi archeologici, per cui qualcuno va a scavare l’inghiottitoio mentre, con Paolo, andiamo ad esplorare sta Grott’aria. Com’è sta grotta? intanto è secca, si entra strisciando in un corridoio che immette in un primo pozzetto intransitabile ma, fatti pochi metri, ecco una spaccatura fonda 6 metri collegante col pozzetto di prima. Paolo, senza eri ne steri, scende subito nella spaccatura stretta, in libera, che tanto basta allargare gomiti e ginocchia e zac, fermo immobile. “Riesci a risalire?” chiedo perplessa “si! ci sono un sacco di appigli, scendi pure”. Scendo a vedere Paolo spiaccicato sotto una pressacristiani che impedisce ogni ragionevole prosecuzione. Dall’altra parte si risale verso una frana da dove arriva tutta l’aria fredda. “Ma qua stiamo verso l’uscita, l’aria è esterna e crea circolazione falsa e tendenziosa”. Appurato che sta grotta su calcare basso è na ciufega non resta che rilevarla e, a sto punto, entrano in campo le secche del gruppo, Angelica e Anna, e quello no, Mario. Non mi resta che uscire, visto che lo spazio è interamente occupato da esseri umani. Certo che risalire sta frattura è una fatica, più che altro perché ho paura dell’appiglio che si rompe e adopero gomiti e ginocchia in abbondanza. Quando Mario, non so come e non so perché, dice che son vecchia, allungo una mano “ben allora tirami su” che a qualcosa serve essere vecchia. Finite le esplorazioni a Grott’aria andiamo ad ammirare il pozzo del Faggeto per ricordarci come deve essere una grotta da trovare. Bon, risaliamo il crinale in ordine sparso verso “Slurp”, il “Sistemone” e la “Fessura della faglia”. Nel calcare alto vedo un microscopico buco tappato da sasso messo apposta, lo tolgo ed, effettivamente, si apre un pertugio soffiante aria calda! “Questa si”, esclama Paolo, “dagli un nome” “Pozzo del Crocus” visto che tutt’intorno c’è una splendida fioritura di Crocus suaveolens Bertol, endemico degli Aurunci.
Arrivavo tutti e subito Andrea, Fulvio e Massimo, si mettono a levar macigni, mentre Sergio va a rilevare la Fessura e Slurp e Paolo a seguire la direzione della faglia. Diciamo che a scavare ci si è messo Fulvio che, non entrando nel 99% delle grotte del via della stazza, ha trovato nello scavo il suo perché. Paolo poi ingaggia Anna e Angelica per rilevare il Sistemone e non si vedono più fino a sera. Perché alle 5 e mezza il sole cala, si sente il freddino del monte, ma chi si sta scaldando sono Fulvio e chi scava appresso a lui, per cui, con il Nozz, decidiamo di scendere a valle. “Vi aspettiamo alla macchina” che, essendo vecchi, siamo cagionevoli di salute. In macchina mangiamo tutti i viveri di riserva nell’ora e mezza trascorsa ad aspettare. Finalmente, verso le 7, ecco le lucette in cima al monte, seguiamo sta traiettoria di lucciole ammirando il percorso lampeggiante, è una meraviglia pensare a sti speleologi che scendono serpeggianti, come dire “pur noi?” ben, fa piacere esserlo, ancorché vecchi. “Com’è che vi siete attardati?” domanda di rito, si sa che gli speleo si attardano “perché al Sistemone sono stati trovati altri 50 metri di grotta!” e vai! non ci resta che andare da Carmina a gozzovigliare con tutte le incredibili pietanze che riesce a sfornare, una più sfiziosa dell’altra. Morale? Ieri sera pesavo un kilo di più. Ma ne valeva la pena!
Anche stare nel mitico GGCR!!! Che accoglie giovani, vecchi, bravi, seghe e mezze seghe, secchi e ciccioni.
Alla prossima! Mg 24.1.2016

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