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Grotta Vadorio (ricerca riposizionamento)

Antefatto:Riprendiamo la nostra attività lavorativa: ricerca di grotte dimenticate a Gorga. Che come attività, quasi quasi ti fa rimpiangere l’ufficio (si fa per dire, qua le colleghe acide non ci sono).

L’epica impresa:
Eccoci, quindi, a ricercare Grotta Vadorio e Inghiottitoio dell’Ubbero che non avevamo trovato la volta precedente. Il Nozz ha pensato bene che, vista l’impossibilità di raggiungere l’Ubbero dal basso, tocca arrivarci dall’alto, via “rovi rovi”. Bon, checcefrega? Prendiamo il sentiero per il “Villaggetto Vadorio” ma stavolta ci sparpagliamo e tò, il Nozz trova proprio l’ingresso della cavità, parecchio più in basso del punto a catasto. Non resta che entrarci. Si scende a scivolo su una prima sala, con pavimento fangoso pieno di aculei d’istrice e pipistrello svolazzante; per accedere alla seconda sala bisogna arrampicare qualche metro tra massi scivolosi. Sotto, una scala di legno in disfacimento, mostra che la grotta è stata utilizzata. Anche questa seconda sala è parecchio fangosa ma, tra i massi che la chiudono, si può vedere un altro ambiente, che sembra angusto ma stavolta bisogna proprio levare qualche sasso per passare, strisciando nel fango. Visto che quaggiù sono sola e non ho la tuta, lascio perdere, tra l’altro l’assenza di correnti d’aria non fa ben sperare. Ora prendiamo una traccia di sentiero che sale sulla costa del monte soprastante l’Ubbero, la seguiamo fino ad arrivare sopra il punto della risorgente. Scendiamo lo scapicollo fino al piano e cerchiamo, tra una zona molto interessante di Hum affioranti (un po’ simile a Campo Soriano), quella che potrebbe essere la risorgente. Una è una fessura dalla quale esce aria, ma intransitabile, poco distante sembra esserci effettivamente un solco vallivo, completamente secco. Scendiamo a livello del piano e troviamo altre cavità, ma solo una mi permette di entrare, potrebbe essere la famosa risorgente. Si entra in un vano che presenta tipiche morfologie di grotta con una modesta condotta in discesa sulla destra e una spaccatura sulla sinistra, entrambe intransitabili. Presumibilmente la risorgente è questa, perché è l’unica che abbia dignità di grotta. Ne troviamo un’altra, rilevabile, ma è formata da un Hum, si sente aria ma ascrivibile a diverse aperture. Il bottino l’abbiamo trovato, per tornare prendiamo una traccia che sale sul monte e scopriamo una interessante fessura a pozzo (scende qualche metro, ingresso da allargare, non soffia). Scavalchiamo parecchi recinti a filo spinato per tornare al ”Villaggetto Vadorio”. La natura di questi luoghi, sicuramente un tempo antropizzati, è molto bella, peri e meli inselvatichiti sono in piena fioritura ma il bosco che attraversiamo è secco, con la terra spaccata dall’arsura, e siamo a metà aprile. Anche i Lepini, temo, si stanno desertificando…resta solo Fonte San Marino, e se si secca lei si aprono i sifoni (della serie xè bexo el tacon del sbrego).
Alla prossima!! Mg 17.4.2016

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