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Guadagnolo e Mentorella (Escursione)

Antefatto: L’escursione che oggi Giorgio ci propone è sui Monti Prenestini, da Capranica a Guadagnolo, alla Mentorella, alla Ferrata Kircher. “Niente di che” mi dice Arnolfo “saranno 35 km”, confermati anche da Renato “35 no, tra i 20 e i 40”. “Nujapossofà!” è la mia sconfortata risposta, ma secondo Giorgio ja fò, che mi dovrei allenare per il Monte Amaro, 20 ore e 2500 m di dislivello.

L’epica impresa:
Bene, partiamo di buon’ora, anzi mi faccio trovare pronta alle 5,30 che con “QuellidelCAI” la pre-puntualità è apprezzata e, visto che son lenta, almeno questo..
Dopo strade strade eccoci a Capranica Prenestina, laddove Giorgio parcheggia la macchina abbastanza in su, per mia fortuna. “Il percorso è corto, facciamo le creste, vorrà dire che al ritorno ci faremo altri tre kilometri ad andare e tornare a piedi a Capranica se ci va”. Sehh. La via delle creste con sta giannetta di vento freddo è assai indicata, meglio, che per evitare l’ipotermia immediata cammino quanto basta e Giorgio non mi guarda di malocchio, anzi, acconsente pure ad una sosta fotografica sulla croce. Sotto le pareti di Guadagnolo finalmente non siamo più sotto la morsa del vento e arriviamo contenti in paese. Seconda sosta al monumento ai caduti per una banana ristoratrice. Davanti al bar mi pare necessaria una terza sosta “il caffè ora o al ritorno?” che domande!! ORA!!! Con biscottini della casa aggratisse.
Bon, ora andiamo alla Mentorella? Macchè, su in cima al paese a vedere un obbrobrio di monumento, ma almeno c’è un bel view, sosta per foto. Qua l’escursione di sta speleoloizzando, penso. Intanto al paese due bei cagnoni si aggregano a noi, come se fossimo il loro gregge. Verso la Mentorella c’è un’indicazione “finestra orografica” “C’andiamo?” “siiiiiiiiiiiiiiii!!!” che vorrei vedere la famosa formazione di Guadagnalo con le argille mioceniche che ho calpestato finora. Stavolta Arnolfo non ci segue, se ne va direttamente alla Mentorella, peccato perché sta finestra scolpita su calcare a losanghe è veramente stupefacente e poi il sentiero gira ed arriva proprio al santuario.
Qua altra sosta infinita al sole caldo, al chè Giorgio, sfamati i cani, si ricorda di essere “QuellodelCAI”. Ci guarda di brutto “che vogliamo fare?” mi alzo di scatto “andare alla ferrata Kircher!!” e, visto che l’ho già percorsa, faccio da guida, cani al seguito fino alla scaletta. Giorgio ha un bel daffare a convincerli a scendere, ci aspettano ansiosi che torniamo. Sulla cima altre foto di rito e poi via, che i cani stanno aspettando e si buttano a capofitto nei passaggi attrezzati.
Al santuario incontriamo un’altra Maria Grazia, l’amica scalatrice di Elena, la quale ci invita a sentire come suona l’organo. A dirla tutta di santuari, santi, madonne e organi ne ho le scatole piene, mi metto al sole con i cani che è meglio. Sarebbe ora di tornare, mi manca il Nozzolone e domani mi aspetta la grotta. Ma sta Maria Grazia comincia a discutere di montagne e sentieri e “QuellidelCAI” non si schiodano peggio di quelli del gruppo mio. Ahò, e poi io sarei la lenta! In effetti…sulla salita metto la ridotta e mi riprendo solo in discesa. Alle pareti chi ti incontrano “QuellidelCAI”? amici scalatori e anche qua sosta a non finire per parlare di vie e scalate. “Ora è tutta discesa” ma de che!! Un sali scendi più sali che scendi. La via infinita sempre con i cani che stavolta stanno addosso a Giorgio e gli fanno festa ogni piè sospinto. Ad una certa, che mi pare quasi che siamo arrivati, Renato mi indica un posto lontanissimo “le vedi quelle antenne? La macchina sta dopo” “come dopo?” njapossofà così dopo..”Giorgioooooooooooo!!!!!!!!!! andò sta la macchina?” “sotto sta collina” che ne abbiamo passate 250 di colline. Ambè. Ora c’è sta faccenda dei cani(chiamati Guadagnolo e Mentorella). Secondo me loro potrebbero tornarsene seguendo gli odori. Ma anziché tornare seguono la macchina di corsa. Giorgio viene preso dal più nero sconforto che a sti cani c’era affezionato una cifra “riportiamoli a Guadagnolo” cioè la macchina ci va pian pianino e i cani dietro con la lingua che struscia per terra. Renato obietta che a sti cani sta scoppiando il cuore. Subito Giorgio stoppa la macchina e li fa salire, cosa che loro non vorrebbero affatto, che in macchina non ci sono mai saliti in vita loro. Avete presente fare una strada a curve con i cani grandi, grossi, sudati che puzzano e ti alitano addosso tutta la loro paura? Un mal di mare da vomitarsi gli occhi!!!!!!!!! Ma di fronte all’amore reciproco di Giorgio e cani nessuno batte ciglio. Li riportiamo a Guadagnolo e via di corsa a 300 all’ora nelle curve perché sti cani non vogliono per niente abbandonarci.
Giorgio torna a casa tutto mogio mogio e pensando ai cani sbaglia pure strada, in ciò cedendo ai subdoli suggerimenti di Arnolfo, che gli fa imboccare una strada sbarrata, e di Renato che lo porta a momenti sul Gennaro. La Madonna della Mentorella, forse in virtù delle suonate di MariaGrazia l’altra, ci fa la grazia e portiamo, finalmente, la pellaccia a casa!!
Alla prossima!! Mg 5.2.2016

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