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Inghiottitoio di Camposecco

Antefatto Ohhhh finalmente la grotta in questo corso!!!!! Di 5 allievi ne vengono 3: Giovanni, Maurizio e Stefano. Di istruttori una cifra e mezza: Cristian, Saverio, Paolo, Federica, Andrea, Mario, Barbara, Sergio e la sottoscritta. David si aggrega. E dove andiamo di bello? All’inghiottitoio di Camposecco. Nientemeno. Così tanti. Bon, va bene.

L’epica impresa: Subito Stefano, ancorché non sia quellidelcai, capisce l’andamento degli speleo, appuntamento alle 7 per entrare in grotta alle 10,30. Si perché gli speleo hanno lo stillicidio, non per niente. Primo bar, compattamenti vari, secondo bar, sosta per alimentari, vestizione lunga e complicata e poi, finalmente, giù per l’abisso. Si fa presto dire giù per l’abisso, intanto tocca recuperare Cristian con due allievi che hanno fatto il giro lungo e poi tocca mettersi in fila. Così rifletto io, avendo davanti David. Invece lui, come dice Barbara, zitto zitto si fa tutta la grotta senza eri ne steri, anzi, gli mollo pure il mio zaino con la scusa che dentro c’è anche la roba sua. Anvedi che sveltezza, secondo me è merito della tuta nuova di zecca. Andiamo talmente svelti, nonostante Paolo abbia deciso di riarmare tutta la grotta (come il suo solito che deve rifare tutto lui), che Cristian chiama dall’alto “qualcuno venga a vedere Giovanniiiiiiiiiiiiii”, “Eccomi, che è successo?” “che Sergio e Andrea escono con Maurizio e io sto da solo”. Bon, seguo Giovanni che passo poi a Federica e scompaiono in men che non si dica nel pozzo. Sono tutti giù sotto il venti. Non mi resta che seguirli dentro al meandro prima che decidano di farsi tutti i - 400 m di grotta. Ah no, non hanno abbastanza corde. Qua però l’intoppo c’è. Per fare tutta la grotta c’hanno messo uno sputo, per farsi un meandro niente di che, tutti intoppati. Quando sento che sto venticello della malora si sta infilando dentro i 300 strati di pile, decido di uscire assieme a Cristian, anche lui stufo orbo di aspettare. Ma arrivati sotto al venti chi troviamo? Andrea e Sergio che sono rientrati. “E Maurizio?” “sta fuori che fa un freddo tremendo, meglio in grotta, lui starà nella macchina di Cristian” e qua Andrea mette il famoso tarlo “ti prenderà la macchina e se ne andrà in giro” e io il carico da 12 “e ti consuma tutta la benzina per scaldarsi”. Quando si dicono gli amici. Ma nel frattempo i due decidono di farsi anche il meandro. Guardo Sergio con occhi sbarrati “pure tu?” come dire, “da quando in qua ti va di farti cose strette?”. Secondo me gli è presa la fregola perché si è perso un panino stamattina e non l’ha più ritrovato. Tutta una fregola finchè non torna a casa a cercarlo. Bon, li seguo volentieri sperando di trovare il meandro libero da impicci umani. Invece casco sopra David che sta ancora scendendo una delle corde. Ahhhh torniamo indietro che è meglio. Sopra al venti però Sergio e Andrea decidono di aspettare gli altri, io mi metto lo scaldino, ma vedendo che non fa effetto, decido di uscire con Cristian prima che mi prenda l’ipotermia. Cristian poi sta borbottando sulla macchina sua senza benzina per consumo smisurato. Quello che gli abbiamo messo in testa. Invece fuori Maurizio si sta aggirando per Camposecco con un panino in bocca come sulla spiaggia di Ostia. “Vieni che accendiamo un fuoco per noi e per gli altri”. Più che per il fuoco in se, l’attività per accenderlo è quella che ti scalda, che la legna sta in culonia. “Ma quando escono?” mi chiede Maurizio “alle 10 di sera, come minimo” rispondo certa del fatto mio. Invece alle 4 eccoli fuori, tutti tranne i disarmatori, Saverio e Mario, che li seguiranno dopo un’oretta. Che sveltezza, non riconosco più il mio gruppo, stanno diventando quasi come quelli del Nord-Est. E se la mattina non facessero sto stillicidio di soste, diventerebbero anche come Quellidelcai. E non mi servirebbero più gli scaldini. Già, il Nozz lo ha fatto finalmente funzionare, tocca sgrullarlo come so io cosa e subito diventa bollente, te lo piazzi addosso e ti viene anche la caldana. Mai più senza.
Alla prossima!!! 9.12.2018 mg
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