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Kimberlite al Pozzo di Monte Alto (Esplorazione Pozzo di Monte Alto)

Antefatto:Tutta la settimana passata a sistemare il puzzone (per gli ignoranti: mazzetta pesantissima spaccatutto) e giovedì in sede chi c’è? Saverio e basta. “Savè, hai visto che abbiamo verniciato il portone?” “ecco cos’è sta puzza!” “approposito, abbiamo il puzzone, vieni con noi a Pozzo di Monte Alto? Siamo noi due e Cristian, tanto a disarmare il Vallaroce in due è mission impossible” . E che deve rispondere Saverio? Vengo!

L’epica impresa:
Più che puntuali, ci vediamo al bar del CAI, arriva Cristian scintillante con gli occhiali scintillanti “vi ho portato le sfogliatine da Venafro!!! Sono stato al Campo degli Speleologi Romani ma son venuto via prima per lavorare con voi al Pozzo di Monte Alto” “hai fatto benissimissimo, abbiamo tutto l’occorrente, oggi si passa!”. Intanto che prendiamo il caffè ci scordiamo delle sfogliatine che restano in macchina di Cri a rosolarsi per bene. Invadiamo la macchina di Saverio e lo dirigiamo, a mò di Joy Stick , verso Gorga. Ma ognuno ha la sua idea di strada, per cui giriamo a vuoto un 3, 4 volte intorno a Ikea prima di prendere l’autostrada. Cominciamo bene a giornata! A Fonte San Marino ci dividiamo il carico, sempre più pesante e via, non già per il sentiero noto, no! Per quello che il Nozzolone pensa sia il più dolce. Un par de balle. Intanto sentiero non è, devi farti strada tra rami secchi e pendii rovinosi e poi è un mezzo saliscendi. “Comodo” dice Cristian accomodante, Saverio non ne sa nulla e pensa che sia comodo davvero e io non profferisco verbo che il fiato mi manca anche solo per criticare. Arriviamo sfiniti al Pozzo e un gufo (altro non poteva essere…) svolazza incazzato fuori dall’ingresso con volo morbido e maestoso. “Ohhhh” tutti contenti di averlo visto non abbiamo subodorato che il gufo stava proprio lì a gufarci. Ci prepariamo tutti ma entra il Nozz che vuole armare un traverso, lo seguono Saverio e poi Cristian con l’occorrente e io? “non c’è posto, poi ci dai il cambio”. Bon, mi accingo ad aspettare cercando le solite chiazze di sole, perché diciamolo, le grotte si aprono nei posti più freddi del pianeta, fuori fa 35°? Mbè, in sto bosco si e no 15°. Ma peggio stanno quelli nel pozzo, visto che dall’oblò esce il gelo formato aria (…come meteorologa ipogea non c’è male….). Tanto si scaldano col puzzone, si sente battere fin quassù. “Tutto bene? Volete il cambio?” “no!!” e giù imprecazioni. Ne deduco che il puzzone non sta facendo il suo mestiere. Dopo un po’ escono tutti, morale a terra. “Che è successo?” “è la roccia più dura che sia mai capitata, non si rompe nemmeno una sfogliatina”. Quelle che stanno nella macchina di Cri, 70° all’ombra. Mentre ci rimettiamo in borghese diamo stura ad ogni possibile e impossibile soluzione e ad ogni astrusa congettura sulla natura della roccia. “E’ certo, il pozzo ha intercettato un condotto vulcanico di Kimberlite pura! Qua trattasi della roccia più dura del pianeta”. Torniamo a casa con le pive nel sacco, non disdegnando, nemmeno al ritorno, di prendere il percorso più dissestato della zona, per restare in tema. Solo le sfogliatine di Cristian ci ristabiliscono l’umore giusto per programmare le prossime uscite. Kimberlite o no, non ci diamo per vinti. Al limite troveremo qualche diamante…(e anche come geologa non c’è malaccio…..)
Alla prossima!! Mg 20.8.2016
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