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Lavori forzati al Petrella (Scavo ingresso Pitagorico)

Antefatto:Che due deputati a Villa Fulvia si offrano a scavare un buco quasi in cima al Petrella, s’è mai visto......che vogliano, per caso, imitare i vecchi della Boegan? Si, ma quelli sono triestini, altra razza altra stoffa!

L’epica impresa:
Ci troviamo di buon mattino al bar Roma con Paolo, Federica e Federico destinati all’allargamento di Majin bu, mentre la sottoscritta con il Nozzolone diretti allo scavo del buco pitagorico. A detta di Andrea c’è da levare un pavimento nonchè smazzettare soffitto e pareti che la roccia è a tavolette, niente di che. Nel risalire il monte incontriamo una marea di fungaroli con i cestini zeppi di porcini e nessuna guardia forestale in vista. Subito il Nozz si farebbe fuorviare ma oggi siamo in veste di speleologi. Ciò nonostante a Majin bu Federico trova porcini e il Nozzolone parte per la tangente che ci vuole del bello e del buono per riportarlo sulla retta via. Finalmente, salutati gli altri, ce ne andiamo alla volta del pitagorico. Lungo il sentiero, un po’ sopra l’abisso Petrella, vediamo un pozzetto semichiuso da un sasso, metto la mano e sento un bel po’ d’aria, questo promette eccome!! Vorrei subito scavarlo, ma andiamo prima al pitagorico, che, secondo Andrea, ha un botto d’aria, sta sulla cresta, è la grotta più alta del Petrella e tutto l’ambaradan che si inventano gli speleo nelle lunghe chiacchierate in sede. Come volevasi dimostrare, davanti al buco restiamo parecchio perplessi, sta effettivamente sulla cresta, ma non soffia una cippa e non ha per niente l’aspetto di grotta con i controcazzi. Però questa ci tocca. Ci prepariamo in fretta e furia ed iniziamo ad alternarci ad abbassare il pavimento. Perché le pareti a tavoletta non ci pensano per niente a venire via, restano salde dove sono e la mazzetta più che rompere rimbalza. Abbassare il pavimento con secchio, paletta, piede di porco, mazzetta e scalpello, per due decrepiti come noi è una vera impresa. Ogni volta che ti alzi la schiena resta lì, piegata a 90°, ginocchia e gomiti che te lo dico a fa, senti la schicchera del tendine infiammato ad ogni mazzettata. “Nozzolò, ce l’hai l’OKI?, stasera pastasciutta con i porcini innaffiata d’OKI”. Però questo è il compito istituzionale assegnatoci e lo portiamo avanti fino all’estrema conclusione. Ossia, quando il pavimento diventa transitabile, mi ficco dentro per vedere dove va sta fessura discendente. Mentre sto in piena contorsione, con tutto il fango secco che mi riempie il timpano, sondo con la mano un buco da 10 cm, ci butto il sasso e rotola, a stima, 5 metri “E VAI!!!!!!!!!!!! L’ABISSO PIU’ ALTO DEL PETRELLA!!” aveva ben ragione Andrea. Ora si tratta di arrivare al pozzo da 10 cm per 5 metri. Niente da fare, un pavimento di roccia compatta impedisce per ora ogni approfondimento. Serviranno altri mezzi. Dire che siamo stanchi è poco, ma ciò non c’impedisce di andare subito all’altro buco. Stavolta il Nozz sta lì a guardare mentre lo allargo per bene, più che altro levo la terra perché le pareti non cedono. “L’hai tappato” critica il Nozz “ben, se si tappa con la sola terra non vale la pena, invece vedo che la terra viene risucchiata” però, sia mai che questo qua me la stia tirando, lascio perdere, ricopriamo il tutto con i rami trappola, e torniamo al campo. Ci torno io a dire il vero, che il Nozz è da stamattina che brama porcini e, nonostante sia piegato a 90°, parte a razzo per radure apriche. Lo aspetto facendo pilates sui tronchi del campo, finchè lo vedo pieno di bottino. “Ufff…anche stasera funghi...con tutto quel che c’è da fare tocca pure cucinarli” tanto li fa lui… penso…”Francè! Dove sei? Ti vanno un po’ di porcini?” che ne devo sbolognare prima che il freezer trabordi. Non ci resta che trascinarci a casa, fare quelle tre quattro lavatrici di schifezze fangose, cucinare funghi, scaricare foto, scrivere resoconti..che altro??? Imbottirci di OKI? Non ci penso per niente! Pilates sui tronchi è una mano santa per la schiena, provare per credere!
Alla prossima! Mg 6.9.2015
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