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Il lungo ritorno (Pozzo Subito ritiro termometri)

Antefatto: Senza falsa modestia il Gruppo Grotte Castelli Romani è il più attivo del Lazio. Com’è sto fatto? È che sono piombati da noi sti ragazzi giovani forti e pieni di entusiasmo, novelli Casteret e noi vecchiotti siamo ben contenti di indirizzarli nella retta via…soprattutto la sottoscritta, anvedi che retta via….

L’epica impresa: Oggi il gruppo opera negli Aurunci occidentali ed orientali, per cui all’appuntamento al bar anticrisi ci troviamo: Paolo, Federica, Andrea e Lavinia diretti all’abisso Petralla, scopo scavo; la sottoscritta e Francjsco a Pozzo Subito scopo ritiro termometri e foto per il convegno; Nozzolone scopo supporto logistico (minestrine astenersi..); Riccardo e Simone a Monte Maio, scopo battuta per reperimento pozzi indicati da vecchie pubblicazioni.
Bene. Ciao ciao, il primo a perdersi è il Nozzolone, lo perdiamo immediatamente mentre segue tracce di funghi. Poco male, al Petrella seguo la strada indicata da Paolo e metto qualche ometto, sia mai dovesse servirmi al ritorno. Ci dividiamo a Pozzo Subito e con Francjsco entriamo a prendere i termometri e fotografare. Pozzo Subito l’avevo decretata grotta a perdere, con tanta carne intorno, perché perderci tempo? Non avevo calcolato l’effetto Angelo che, con le sue rottambolesche descrizioni, ha imposto lo scavo faraonico causa corrente d’aria tremenda. Ma de che! Va beh, devo ricredermi, è sempre un cesso di grotta ma una sua certa dignità l’ha anche tirata fuori.
Infatti mentre mi calo danzando nella prosecuzione, pensando alle raccomandazioni di Federica “esci tutta un livido”, non posso non ammirare la roccia ben compatta, stratificata, e con un ottimo calcare Petrellesco.
Certo ci sono i meandri “pop corn” che si aprono dove la roccia presenta un orizzonte grigio marnoso (preso campione da analizzare) ma poi ridiventa compatta nei saltini, non è da escludere che possa diventare un Shish Mahal in tono minore, a perderci tempo a scavare. Dopo l’ultimo saltino mi levo l’imbraco e proseguo, ma Francjsco decide di tenerselo, beata gioventù. Recuperati i termometri Francjsco decide, imbraco e tutto, di vedere come la grotta continua impraticabile e, saggiamente, decido di aspettarlo sopra l’ultimo salto in libera. Sono bagnata, infangata e la grotta è molto fredda, sento che Francjsco rumina, rumina, rumina, ogni tanto lo chiamo per sapere come se la cava ma non risponde, fortuna che si sente sempre il tramestio. Non conoscendolo bene, non so se mi devo preoccupare ed andarlo a tirar fuori o cosa, ma poi penso agli esploratori di tutti i tempi che devono pur farsi le ossa ed imparare da se medesimi senza troppi consigli e suggerimenti. Ad una certa lo vedo tornare fuori “come prosegue?” “stretta” e mi molla da portare un matrullo di concrezione “era già rotta, devo farci un paralume”. Ok, mai tarpare le ali alla creatività.
Faccio qualche foto tutta precisa con cavalletto, faretto, modello e basta, mai esagerare. Usciamo bagnati fracidi ed infangati e sono le 4 “vuoi vedere anche il Petrella o scendiamo a recuperare il Nozzolone che sta solo soletto?” “per me va bene scendere, vorrei tornar casa presto”. Le ultime parole famose. Lasciamo un biglietto di saluti ai Petrellanti e riprendiamo il sentiero con gli ometti. Fin qua tutto bene, trovo un porcino stupendo, bello grosso, e ci prende la frenesia dei funghi. Francjsco vuol cucinare i pinaroli (suilllus granulatus) per cui gli raccolgo gli esemplari più giovani e mentre siamo intenti a raccattare funghi perdiamo il sentiero.
Ad un certo punto Francjsco propone di seguire i segnali biancorossi e, convinta che sia la via del ritorno classica dal Petrella (non quella nostra) acconsento. Ci troviamo lungo un crinale scoperto e sono convintissima che sia quello di monte Sant’Angelo “lo conosci?” “come le mie tasche, guarda, scendiamo a destra e siamo sulla strada”. Scendiamo un po’ a casaccio fin a trovare ancora i segnali biancorossi che seguiamo in netta discesa fino ad arrivare ad una grandissima dolina. “E’ fossa Juanna” dice Francjsco, “sta vicinissima alla strada”. A dire il vero non l’ho mai vista, ma convinto te. A sto punto decidiamo di seguire senz’altro i segni per non perderci peggio, ma cammina, cammina, cammina, cammina, sempre in discesa, della strada nessuna traccia. Anzi, dalla vegetazione mi accorgo di essere davvero da un’altra parte, mai visto sul Petrella sto tipo di roveto, semmai a Esperia. Bon, stiamo da un’altra parte. Francjsco mi confessa beatamente che lui s’è già perso così una volta con Riccardo ed è sceso niente meno che a Spigno Saturnia. Porcocane!, due ore ed è notte.
Fortuna che il cellulare di Francjsco prende sempre, avvertiamo quelli di Monte Maio che ci siamo persi ed avvertissero che stiamo tentando di tornare. “Senti” propongo “l’unica è risalire fino alla cresta e vedere il panorama per capire dove stiamo” detto fatto, si fa per dire, riprendiamo a ritroso la lunga salita con passo di carica e lo zaino che di colpo fa sentire il suo peso.
Francjsco mi propone di dargli un po’ di materiale ma voglio assolutamente arrivare alla cresta prima che faccia buio per cui non bevo, non piscio, non mi fermo e arranco con un fiatone da mò me pja un colpo secco. Alla cresta capisco quanto ci siamo persi, stiamo addirittura dalla parte di Esperia e dobbiamo quanto meno risalire verso il Petrella, il Redentore sta lontanissimo ma non voglio arrivarci per boschi. A sto punto dò un po’ del mio carico a Francjsco, che non pare per nulla preoccupato, e telefono anche a Francesco per dirgli più o meno dove siamo e la strada che vorremmo fare, sia mai servisse il CNSAS e le sue fetide minestrine. Invece dopo un po’ troviamo il sentiero per il Petrella e anche dove abbiamo sbagliato strada, causa suillus.
Torniamo in breve tempo alla macchina, con un gran carico di funghi, trovati nel frattempo e vediamo il Nozzolone abbastanza tranquillo “mi sono perso anch’io ma avevo il gps”. Bene, per tornare c’abbiamo messo due ore e mezza, come se fossimo andati all’abisso Petrella, ma abbiamo riportato anche il bottino fungogeno. Tutto bene quel che finisce bene, i Petrellanti hanno riferito di aver trovato un ulteriore fronte scavante e quelli di Monte Maio un posto che è una schifezza
. Alla prossima! Mg 13.10.2013

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