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Lupo Lupone (Scavo buco a Monte Lupone)

Antefatto:“QuellidelCAI”, in persona di Giorgio e Arnolfo, mi propongono l’escursione settimanale al Lupone “Lupone??casa mia!” aderisco entusiasta. Devo dire che andare con “quellidelcai” mi piace un sacco, intanto mi alleno una cifra, secondo poi vedo posti mai visti, terzo, loro non sono perditempo come gli speleo, si parte presto e si torna presto e non si ci si ferma ad ogni bar. Non so se “quellidelcai” sono altrettanto entusiasti di venir con me che sono spelea lenta infame, mi fermo ad ogni fiore, faccio un miliardo di foto e cerco pure buchi. Stavolta per andare in cima al Lupone, che da Campo di Segni è data per un’ora e mezza CAI e tre ore speleo, partiamo da Cori, facciamo 16 kilometri e ci mettiamo 6 ore, però ho trovato due buchi! E conosciuto il capraio Umberto. Vuoi mettere?? Si!!!!!!!!!!!

L’epica impresa:
Non faccio passare troppo tempo e, forte del percorso segnato da Giorgio, ingaggio il Nozzolone, il Nozzolino, Sibilla, Diana, Maurizio, Cecilia e Siria la cagnetta per andare a scavare uno dei due buchi trovati. Quello più vicino, ovvio. Partiamo da Campo di Mondelllllllllllanico (Montelanico in linguaggio artenauta) e seguiamo pedissequamente il GPS. Troviamo subito il sentiero CAI, sicuramente realizzato da Antonella di Esperia visto che sale dritto per dritto, incurante dei roveti. In poco tempo arriviamo al buco. “Certo c’è da lavorarci” dice Francè, e mentre si accinge a levar macigni ne trovo un altro piccolino in costa al sole. Mi dedico a quest’ultimo, visto che è al sole. Sto buco si fa lavorare molto bene, ci alterniamo con Sibilla, il Nozzolone, Cecilia e riusciamo a venirne a capo. Al dunque, quando c’è da levare un macigno grosso come un autobus, arriva la forza bruta, Francè che aiutato da Maurizio e il Nozzolone, incuranti di un’ernia al disco assicurata, riescono ed estrarlo. Come hanno fatto non so, a me è venuto il mal di schiena solo a guardarli. Bene, il pozzo c’è, bello ampio, Sibilla lo vuole scendere così, senza corda, tuta e luce. Visto che strilla per tutto il Lupone che sono cattiva mi tocca darle tuta, casco e luce e farla scendere con Francesco a vedere sto pozzo. Intanto arriva Umberto con le capre e ci guarda perplessi “veramente so di due pozzi in quel monte laggiù, il pastore di prima mi ha raccontato che si butta il sasso e non si sente che arriva, in uno c’è cascata una capra e nell’altro un uomo, per cui li ha chiusi con un muretto e fatto crescere sopra i rovi” “noi questi poi li chiudiamo con i rami, non ti preoccupare per le capre, ci indicheresti i pozzi?” “vi posso dire su per giù dove sono ma non ci sono mai stato”. Nel frattempo Francesco e Sibilla esplorano sto pozzo che sarà fondo i soliti 5 metri, dice che c’è una fessura con tanta aria, ci lavora un po’ ma poi esce per dedicarsi all’altro. Come dire, non c’è trippa per gatti. L’altro ha un enorme massone incastrato, Francè prepara un bel paranco e costringe la truppa a spingere e tirare con le mani e con i piedi. Macchè. Servono metodi assai più persuasivi. Si è fatta una certa, forse è il caso di tornare a valle, seguendo il sentiero di Antonella laddove mi scapicollo dentro un roveto. Che chi non ha patito per il mal di schiena almeno i rovi le spettano, per par condicio. Concludendo, il Lupone si dimostra avaro come al solito, ma abbiamo la chance del capraio Umberto, c’è sempre il pozzo senza fondo, coperto da rovi, da esplorare….

Alla prossima! Mg 3.10.2015

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