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Monte Cagno e le sue...

orme

Antefatto Stavolta abbiamo due new entry: Alfredo e Nando. Il giro che l’impareggiabile Giorgio ha proposto per noi è l’anello di Monte Cagno, Monte Ocre, Monte Cefalone, passando per le orme di dinosauro; più o meno, più più che meno, 1000 m di dislivello per 15 km su per giù, nel senso di su e poi giù e poi su e rigiù.

L’epica impresa: Partenza alle 5,30, arrivo alle 7.30 a Campo Felice laddove, senza indugio alcuno, c’inerpichiamo alla volta di Monte Ocre. Va beh che il sentiero più che inerpicarsi scende, ma ad una certa lo abbandoniamo per salire la solita pettata senza traccia, tra uva orsina e ginepri nani, per fortuna niente vipere. Da prassi Giorgio sta già in cima e io in fondo che arranco con Alfredo. La scusa per fermarci a riposare ci viene da certi palloni da calcio che identifico come Handkea urtiformis, con beneficio di inventario. Per i profani: funghi tipo vescia gigantesca. Li fotografiamo, mandiamo le foto alle comuni nipoti e al Nozz, finchè il grido belluino di Nando ci ricorda che abbiamo altro percorso da fare. Raggiungiamo gli altri alla sella laddove tocca scendere per vedere le famose orme del più grande teropode rinvenuto in Italia, vissuto tra i 125 e i 113 milioni di anni. Ovviamente è un importante rinvenimento perché testimonia la migrazione dei dinosauri dal Gondwana (che riuniva Africa, Sud-America, Antartide, India e Australia) alle piattaforme carbonatiche dell’area mediterranea; questi passaggi erano possibili grazie dalle variazioni del livello marino.
A dirla tutta, le orme che ho trovato a Esperia già avevano confermato ciò, solo che quelli di Esperia erano dinosauri piccoletti e questi grossi assai, in più qua c’è pure l’impronta di uno sdraiato, a sapere quale dei tanti buchi sia. Perdiamo tempo a far foto mentre Arnolfo è già in cima a Monte Cagno che ci aspetta, fregandogli niente delle orme. Arranca arranca, ovviamente senza sentiero, ed eccoci in vetta pure noi. Foto di rito nelle due croci, quella grande per farla vedere al paese e quella piccola con morto sotto. Anche qua grave perdita di tempo per mangiare ma c’aspetta il resto del giro, da Monte Ocre a Monte Bagno, a Monte Cefalone. Nando inizia la lagna, lui non lo sa, ma la lagna toglie un sacco di punti, ti fa retrocedere di grado che manco sai in che buco vai i finire. Io zitta che col sentiero geologico ho pareggiato, faccio finta di essere riposata come il dinosauro sdraiato. La lagna ha il suo apice in cima a Monte Ocre, laddove Nando riesce a convincere anche Alfredo a scendere a valle per la via più diretta senza tanti giri. Io no, vorrei seguire Giorgio perché quando mi ricapita? Soprattutto non voglio perdere punti, però guardando la faccia perplessa di Arnolfo che non parla ma (visto che lui ha snobbato i dinosauri ed è più riposato), dice “ma guarda sta sega che ci rallenta”, decido di raggiungere gli altri e scendere a valle pure io. “Così non vi rallento e vi sbrigate prima”. Per fortuna, tutto sommato, e sai perché? Perché imbocchiamo un ghiaione che ci porta sulla spianata sottostante senza colpo ferire, un attimo e stiamo tra mucche e tori. Qua un facile sentiero ci porterebbe a Campo Felice. Ma c’è da fare una leggera salitina. Alfredo e io sappiamo che questa modesta salitina ci evita un giro della madonna, cosa che Nando invece vuol fare, non si sa bene se per evitare la modesta salitina o cosa. Lo lasciamo al suo giro e ce ne torniamo a valle alla ricerca di un bar con birra per aspettare gli altri. Tutti chiusi, posso solo fregarmi qualche talea di geranio per compenso ma non faccio in tempo a decidere di che colore che arrivano gli altri compreso Nando. Per fortuna, penso io, altrimenti toccava riprenderlo chissà in che sprofondo, visto che vuol solo andare in discesa. Per trovare un bar con birra tocca arrivare a Rocca di Mezzo, cosa che Giorgio fa di buon grado, essendo birra a patatine il fine ultimo di tanti giri giri, i peggio però son quelli che gli tocca fare per riportarci mortimmazzati nelle rispettive abitazioni.
Alla prossima!!! Mg 12.9.2018
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