torna all'indice

MONTE EPOMEO


mappa

Geologia del Monte Epomeo

Circa 55.000 anni fa, si formò una gigantesca camera magmatica sotto l'odierna Isola d'Ischia. Attraverso spaccature e crepacci nella crosta terrestre, il magma fu scagliato nell'atmosfera e la camera magmatica si svuotò. Il coperchio della camera magmatica sprofondò e la conca che si creò nella crosta terrestre, chiamata "Caldera", è dove oggi si trova l'isola d'Ischia. Poiché circa 55.000 anni fa, la superficie del mare si trovava 150-200 m più in basso di oggi, questa "Conca-Caldera" era terra emersa. In seguito all'innalzamento del livello del mare, l'isola fu sommersa per svariati anni. Questo ha fatto sì che la roccia originaria, in seguito a trasformazioni chimiche, si è tramutata in tufo verde. Nuovo magma confluì nella vecchia camera magmatica sotto l'odierna isola d'Ischia, il coperchio della camera magmatica cominciò a sollevarsi dal mare e a far emergere l'isola. Questo innalzamento ha dato origine al Monte Epomeo che oggi si innalza fino ad un'altezza massima di circa 789 m slm. Il fatto che l'isola sia emersa dal mare, oltre che dalle caratteristiche mineralogiche, è confermato anche dalla presenza di argille marine sovrapposte al tufo verde e da fossili di molluschi e foraminiferi. Nella zona del bosco della Falanga e dei Frassitelli è particolarmente evidente il piano di faglia ed il sollevamento che ha dato poi origine al monte (horst vulcano - tettonico). L'attività vulcanica è attualmente in una fase di quiescenza, ed è caratterizzata da uno sviluppo di fumarole e sorgenti idrotermali molto intenso

SENTIERO DA FONTANA PER MONTE EPOMEO (789 m) E PIETRA DELL'ACQUA (720 m)

Dal Comune di Serrara Fontana proseguire per Fontana fino ad incontrare il cartello "Monte Epomeo". Parcheggio libero prima della salita. Si sale molto rapidamente per una stretta via asfaltata fino ad arrivare alla fine della strada asfaltata e si prosegue a piedi per un sentiero scavato nel tufo, circondato da un bosco di castagni. Continuando la risalita si arriva ad un horst.Si prosegue fino alla chiesetta - eremo di S. Nicola di Bari (sec.XVI) interamente scavata nel tufo verde, dove per anni ha soggiornato l'eremita Giuseppe D'Argout, ex comandante della guarnigione del Castello Aragonese nel 1700. Dall'eremo un sentiero scavato nel tufo conduce verso la vetta. Da qui si gode di una vista a 360 gradi (da cui l'origine del nome Epomeo: Epopon o Epopos io guardo, io miro attorno). Di fronte è riconoscibile il bosco della Falanga con Santa Maria al monte, il Monte Nuovo e Forio in basso; in lontananza le isole pontine e la costa laziale. Spostando lo sguardo verso Nord si possono vedere : il litorale flegreo con le isole di Procida e Vivara, il Vesuvio, e proseguendo i Monti Lattari e l'isola di Capri.
Scendendo per lo stesso sentiero si può deviare sulla destra per raggiungere la cima di Pietra dell'Acqua (720 m). Si segue un pendio che porta ad una cisterna che dà il nome alla cima, una grande roccia di tufo, che è stata scavata e scanalata per raccogliere l'acqua piovana.
La roccia si presenta imponente e mostra ben visibili gli interventi che l'uomo ha fatto in epoche lontane per sfruttare quanto la natura gli offriva: dovendo coltivare anche le zone più alte, più sicure dagli attacchi dei pirati, i contadini avevano bisogno d'acqua; scavando nella roccia crearono una grande cisterna alla quale l'acqua giungeva tramite un canale anch'esso scavato nella pietra, dalla cisterna l'acqua confluiva in alcune vasche ricavate attorno ad essa e lì si abbeveravano tanto i contadini che gli animali. Al tempo delle invasioni piratesche, verso la metà dei 500, le famiglie che si rifugiavano in alto sulla montagna utilizzavano i massi che avevano trasformato in case anche come sistema difensivo: infatti, sulla sommità di molti di essi, alla quale si arrivava mediante scalini intagliati nella roccia, sono stati trovati dei fori e ganci che dovevano servire probabilmente per sistemarvi delle torce o fiaccole; dai fori non solo entrava luce per illuminare l'ambiente ma si potevano anche fare segnalazioni. Secondo lo storico D'Ascia anche Pietra dell'Acqua può essere stata utilizzata come "osservatorio", si trova, infatti, in un punto dell'Epomeo da cui è ben visibile la costa flegrea. Il linguaggio dei fuochi da Napoli alle torri d'avvistamento sulla costa ischitana e alle zone più alte sull'Epomeo, segnalava il pericolo d'incursioni.
torna all'indice