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Monte Midia (Escursione)

Antefatto Visto che siamo tutti e tre convalescenti, che ci propone Giorgio? Monte Midia da Pereto, 1200 m dislivello, 20 km lunghezza del percorso. Arnolfo e io, visto che mai l’abbiamo fatto, accettiamo volentieri, chiedendo però partenza prestissimo. Appuntamento 5,45, nel quale ci presentiamo tutti in buon anticipo.

L’epica impresa: Arriva Giorgio che entra in macchina ammorbandoci con una puzza d’aglio da svenire. Noi, signorilmente, non ne facciamo cenno, ma Arnolfo guida in apnea (come del resto avevo fatto pure io quando siamo andati al Gennaro), da parte mia mi tappo il naso con fazzolettino imbevuto tentando di non respirare affatto. “Che per caso puzzo d’aglio?” domanda di botto. Al chè diamo stura alle nostre rimostranze “non è che puzzi, di più”. “Ma è la mia cura contro tutte le malattie” risponde a mò di scusa. Certo, lui si cura e noi moriamo asfissiati. “In ogni caso cercherò di starti sottovento” dico subito, e questo mi pare un ottimo sistema per andare al passo mio, non è che sono lenta, è che voglio distanziarmi da Giorgio il più possibile. Arrivati a Pereto parcheggiamo nel posto più fangoso dell’universo, vicino a dei cacciatori armati fino ai denti che hanno anche a che ridire sul fatto che percorriamo sentieri senza giubbetto giallo, come i francesi. “A noi non serve se non ci sparate addosso, del resto al popolo italiano, uso a far nefandezze, i giubbetti gialli mal si addicono” rispondo piccata contro il cacciatore giustizialista. Ciò detto c’incamminiamo dritti per dritti verso la prima cima, Monte Fontecellese, risalendo il sentiero alla sinistra del fosso di Camposecco. Già alla cima, che manco vorremmo vedere, io e Arnolfo siamo ampiamente soddisfatti della gita e perdiamo tempo con fotografie a gogò sulla corona di metallo di sconosciuta fattura, mentre Giorgio ci ragguaglia su strane vicende di frati goderecci. Poi, visto che non ci smuoviamo, ci spinge, tramite aroma di aglio, verso Cimata Mazzacane. “Dove andiamo? Al Marzapane?” chiedo interessata. Ma Giorgio ormai s’è bello che adombrato, inizia a camminare come una furia inveendo contro di me e i miei trascorsi speleologici e botanici “non sei una vera alpinista, come l’amica mia vattelapesca che si fa il Monte Rosa con il rossetto e lo smalto”. “Prima di tutto, mai vantata di ciò, sempre detto di essere mezza sega, e poi lo smalto ce l’ho pure io, per andare al Monte Gennaro” rispondo. Niente da fare, rabbioso come il cane dei cacciatori, quello che non dovremmo disturbare perché sta puntando, se la prende anche col cacciatore “lei ce l’ha la licenza?”. “Giorgio, fortuna che ci siamo noi a testimoni altrimenti una bella sventolata di pallini non te la levava nessuno”. L’ingrato continua a puntare verso il Monte Midia attraversando altre cime e creste, sempre brontolando contro il mio cellulare che voglio telefonare all’amoruccio mio a casa. Fatto sta che dobbiamo seguirlo lingua a terra che manco posso dirottare a verificare se la dolina profondissima poco distante contenga un abisso. Bon sta là, tra le antenne e Monte Midia, nel caso interessasse a qualche speleo buon camminatore. Dentro di me, devo proprio ammetterlo, spero che Giorgio non voglia salire sto Monte Midia, che vedo ergersi lontanissimo da tutto. Ma non mi resta che far buon viso a cattivo gioco e arrivarci pure io. Contentissima dell’impresa, una volta in cima. Ora si che posso fare foto e telefonate, mangiare, bere e scrivere sul libro di vetta che quellidelcai mi hanno portata qua mortammazzata. Svelti, si torna. Per il sentiero? Quale? No, giù a scapicollo fino a Camposecco e poi per tracce non segnate al fosso di Camposecco. Salvi. E presto pure, per cui Giorgio, stavolta soddisfatto, ci concede una sosta. Talmente soddisfatto che prende pure un sentiero che non c’entra niente, mentre noi, dopo averlo inutilmente chiamato, scendiamo alla macchina, tanto lui ce l’ha la traccia.
Presto ci raggiunge, prima la puzza d’aglio che lui. Non ci resta che andare al bar, birra e patatine, sperando che tutta sta birra smorzi l’odore, che dobbiamo fare il viaggio di ritorno, spero non in apnea. “Senti, Giorgio, al posto dell’aglio, perchè non provi con l’aloe come me?”gli suggerisco “anche una buona dose di cortisone, al limite può servire” gli propone drastico Arnolfo.
Alla prossima!!! 5.12.2018 mg
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