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Paternoster

(Visita Pisatela)


Antefatto:“Tusi! Dove volio nare in grotta?” ci chiede Cesare, appurato che siamo nell'operoso nord est, e ci propone un lungo elenco di grotte scledensi, una meglio dell'altra, “tutte” rispondo io, “dipende se ci passo” risponde il Nozzolone. Tra queste quella che ci attira di più,ovviamente,è la Pisatela, ce ne ha proposte altre tremendissime dell'altipiano ma ben mi ricordo che, leggendo le loro mail, non sono tanto da mezze seghe quali noi siamo, ancorchè mi attirino pure queste.

l'epica impresa:Slavaia, Cesare arriva da noi e facciamo un conciliabolo. “Dice l'Ausilia che se nemo in grota se neghemo” “Problemi?” “ZERO!” rispondiamo in coro, annegarci in grotta è una delle cose che uno speleo anela assieme alla rottura di corda, morte per frana e schiacciamento da strettoia. “Se facciamo la traversata Paternoster-Pisatela c'è un passaggio da negarsi come pulzini e”..guardando Sergio...da mettersi tutti dentro l'acqua moj imbombà”. Subito il Nozzolone tira fuori l'anca “mi fa male” c'entra niente con l'acqua, Cesare ribatte comprensivo “e certo che c'è la schiacciasassi dell'età” visto che ha appena compiuto gli ..anta anni. Vuoi vedere che questi due mi sabotano l'uscita? “voglio vedere il Paternoster” proclamo, perchè ho letto tutte le loro mail e mi sono immedesimata nel pozzo. “Nemo valà, ve porto al Paternoster, alla Megan Gale e a vedere dove stiamo scavando” non lo dice, ma lo pensa “prima che me lo freghino quelli di Malo”. Andiamo con l'ombrello fino all'ingresso e già ci aspettiamo una cataratta d'acqua giù per il pozzo. Macchè, secco incandio. Scende Cesare e lo seguo, anche loro hanno costruito il pollaio, armato da Cesare, magari si stucca tutto il pozzo ma l'armo resta lì intatto nei secoli dei secoli. Me dismentegavo de un particolare. L'ingresso si chiama bancomat, non ci passa un filo d'aria, tombato con chiusura ermetica contro le invettive dei fanatici del “ripristiniamo lo stato dei luoghi”. Cesare me lo mostra tutto contento, ma ha un che di claustrofobico specie dov'è scritto “chiudere a doppia mandata” fortuna che alle brutte esci dalla Rana. Il pozzo è un 50 (45 se togli il frazionamento, specifica Cesare) dritto bello in libera che mentre scendi pensi a come hanno fatto a risalirlo, mitici che non sono altro. Arriva anche il Nozzolone e ci leviamo gli attrezzi, già la cosa sa di facile. “E' stretto?” gli chiede “macchè stretto, vien drio che te mostro..” niente vero, è stretto ma noi ci facciamo convincere che ci si passa da dio, in effetti, si vede la mano di Cesare, liscia tutto al passaggio. Arriviamo in una micro sala e mi pare proprio Rana, a dirla tutta, puzza di cantina sta grotta. “Nemo al Megal Gale” E via a strisciare, in piedi però, “com'è che si chiama così?” “l'ha chiamata il Mase quando l'ha trovata, è avvolgente come la Megan che fa tirare la coa” a me pare spigolosa un bel po' oltre che avvolgente, come le donne che se la tirano, appunto. Il Nozzolone obietta “è di qua che si va alla Pisatela?” “si, veditu che largo?” Noi siamo ben contenti che per oggi facciamo altro. Mal ce ne incoglie, Cesare ci porta a vedere il proseguimento dell'amonte, stretto ma stretto che il Nozzolone a metà strettoia torna indietro. Io invece voglio proprio vedere i lavori di scavo. “Veditu dove continuemo? Cosa disitu?” “che conviene, c'è aria” rispondo, e penso..meno male che non è mia, l'avrei regalata a quelli di Malo senza rimorso. Usciamo infilandoci in enne strettoie e mentre ne faccio una sento Cesare proferire una delle sue sagge e famose massime “la grotta è come la vita, dopo una strettoia c'è una largoia” veramente qua di largoie non ne ho viste granchè, si vede che sto pezzo di grotta è una vita di stenti. Di largoio è il Paternoster, che risaliamo senza colpo ferire, tutti springhi alla faccia della schiacciasassi, tiè, io avrei anche cantato se non fosse stata per la solita paura che nel bel mezzo del pozzo, toc, avviene lo stuccamento contemporaneo di croll e maniglia per decrepitezza di attrezzatura. Famo a capirse, famme sbrigà, che è meglio. Fuori c'è Cesare tutto impettito “piove?” “no!” ed immediatamente scende il diluvio universale “vitu? te la ghè ciamà, prima non ghe xera nianca na gioseta de acqua”. Esce pure il Nozzolone contento che non si sa quanto per aver fatto tutte queste strettoie che non vedeva l'ora di farne qualcuna di straniera oltre alle nostre. Il pulmino di Cesare per cambiarsi è oro,diocanela! E come colpo di grazia?? Grazie Cesare!!è stata una grazia averti conosciuto.
Alla prossima!!!!!! Mg 1.9 2012

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