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18.6.2011 Il Peloponneso sta davanti a noi, c'è solo da scegliere che percorso fare, propongo la palude stinfalia dove mi ricordavo aver visto un katavrota, inghiottitoio, assai interessante, da rivedere senza dubbio.Lungo il tragitto incappiamo nel cimitero macedone di Aidonia, un sacco di tombe simil etrusche, le visitiamo tutte per vedere quella che più ci aggrada. Fa un caldaccio cane e via, verso la pianura stinfalia che dal punto di vista geologico è un bel fenomeno ma nessun katavrota evidente, però mi ispira salire un bel monte carsico sovrastante, monte Killini (Ziria), c'andiamo ma, al solito, è sempre difficile trovare la strada giusta, ne imbocchiamo una che ci porta non so nemmeno io dove, lasciamo la macchina quando la strada diventa troppo brutta per proseguire a piedi ma il sentiero diventa presto una sterpaglia con troppa vegetazione nella quale farsi largo, non è cosa, con tutti sti serpenti in agguato. Un pastore ci dice che per arrivare in cima al monte non c'è sentiero ed, in ogni caso, servono almeno tre ore. Decidiamo senza dubbio di andare al primo fontanile a prepararci una bella spaghettata, che, si sa, gli spaghetti allla fonte è il nostro ristorante preferito. Dormiamo a Kastania, posto arcadico, tra boschi, monti, prati fioriti, uccelletti, serpenti e caprette, ma siamo in Arcadia? o in Acaia? quest'ultima che hai detto, ma sempre arcadioso è.

19.6.2011 Dalla pianura stinfalia passiamo alla pheneos valley, ossia la copia conforme della precedente, che qua ogni monte ha la sua bella pianurona piatta piatta con torrente che scompare nella katavrota, già, perchè alla fine la troviamo, si chiama "katavrota irakil" ma impossibile da scendere, è un impressionante pozzo dove di getta l'acqua di tutta la valle, chissà se con le bombole sono mai scesi, immagino le condotte sotterranee, a meno che con sta terraccia formare sti monti, non sifoni subito. Ma scendendo verso Klitoria ecco Ladonas spring, le sorgenti della Katavrota, bellissime ma l'acqua esce sporca, segno evidente che il percorso non è troppo lungo e non filtra affatto. Ci dirigiamo verso Kalavrita e facciamo una prima escursione sul monte Helmos (Chelmos), fino alla cima (2338 m) che tanto c'è un orrido stradone che porta fino quasi alla sommità, il monte con della flora stupenda di ogni genere, tra cui rari endemismi, è devastato da piste da sci che ne segnano profondamente i pendii come insane ferite. Un praticello di tulipa sylvestris, concentrato in un solo posto, con innumerevoli gialli capoliti, è minacciato da un costruendo mostruoso chalet, come fermare tanto scempio?

20.6.2011 Ma la nostra meta è senza dubbio la regina delle montagne peloponnesiache, il monte Taigeto, per cui ci dirigiamo velocemente verso Sparta, fermandoci solo a qualche kafeneion e, presso Pangrati, ad ammirare la vite di Pausania. Attraversiamo l'Arcadia che, purtroppo, è stata devastata da enormi incendi. Le montagne, al posto dei famosi pini greci, produttori di retzina, sono ricoperte da una fitta bassa gariga intervallata da neri spuntoni di tronchi. Arriviamo a Sparta e fa un caldo spartano, il Nozzolone inizia subito a lagnarsi grandemente "ma come? non eri filospartano come me?" quelli mica si lagnavano per niente. Lo porto ad un supermercato e a magnà, ambedue cose hanno un immediato effetto calmante sull'individuo, intanto resto come sempre in adorante ammirazione davanti alla statua dello spartano, il Leonida dei miei sogni. Vorrei spingere il Nozzolone verso la cima del monte, per l'unica strada che ci va, ma lui è proprio imbestialito da sto caldo per cui accetto un pò a malincuore la via alternativa che mi propone, tra l'altro manco si ricordava di averla già fatta. Al momento non la ricordavo nemmeno io, ma mentre ci dirigiamo verso sta sospirata Vassiliki forest, inizio a ricordare che a Moni Golas ci siamo già stati e che c'è un sentiero che porta ad un torrente. Meglio di niente, conduco il Nozzolone pel sentiero facendogli baluginare il torrente. Lui ci fa il bagno dentro e sul momento pare quietarsi. Sospiro il Taigeto, è uno dei mei grandissimi desideri andarci in cima, tra l'altro so che ha una flora endemica che più endemica non si può. Ma ormai la giornata è dedicata alle lagne, echilovòsentì, andiamo in cerca di una stanza a Ghitio, il porto di Sparta già dall'antichità dei tempi. A quanto pare le cose non sono cambiate da allora, ci adattiamo alla meno peggio in una stanza claustrofobica ma è l'unica che è entrata nelle grazie del Nozzolone, vorrei mangiare una volta tanto qualcosa di marino, visto che stiamo in pieno posto turistico ma, guardando bene l'individuo che ho per compagno, m'adatto al solito Giros pita, ecchecevoifà, mi tocca davvero fare la spartana stavolta.

21.6.2011 Non ne possiamo più di girare, stavolta cerchiamo un posto dove restare a base di escursioni, quale posto migliore di Kardamili? sta sotto il Taigeto, esattamente dall'altra parte di Sparta, ha un bel mare e grotte che occhieggiano invitanti. Facciamo tappa alla grotta Seliniki, stavolta solo per fare bagni a non finire e poi troviamo finalmente una casa a Kardamili, terrazza sul Taigeto e la padrona che ci riempie di prodotti greci, uova, olive, insalata, cetrioli, tutte cose che lei produce.

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