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La Piana...grotta per diversamente etero (Uscita di Corso)

Antefatto: “Pischellame! Vi va di fare un’uscita ludica?” propongo “Siiiiiiiiiiii!!!!!!!!!....te lo volevamo chiedere…” “già ma con sto tempo infame dove andiamo? Restano solo le Piane” “Federico dice che è una grotta da froci” “mica l’avete vista e poi potete portarci anche i vostri amici che di grotta non sanno nulla”. Il mio intento era pure di portarci le nipotine, ma si sono ammalate giusto in tempo.

L’epica impresa: Chi siamo? Il Nozzolone, la sottoscritta, Simone, Andrea, Lavinia, Riccardo, e come neofiti, Nemus e Alison. A Prodo ci raggiunge Augusto del Circolo, che viene alla Piane con noi e c’invita “stasera dopo la grotta passate da me, ci prendiamo un caffè, ma se facciamo presto ci scappa anche la pastasciutta”. Fortuna che per fare le Piane, grotta per diversamente etero, ci si impiegherebbe poco. Sosta a Titignano per visita paese, bel sole caldo, foto a gogò e ogniccosa da turisti, per cui ci sparpagliamo per il paese finchè il Nozzolone ci rimette in riga che, secondo me, già pregusta la pastasciutta di Augusto “hai finito o no con ste foto?”. La grotta, invece, sta immersa in una nebbia fredda, ma fredda, che per cambiarsi ci si gela anche l’anima, averla. Poi c’è da vestire Nemus, che non ha nessunissima voglia di venire in grotta e nessunissima idea di cosa serve per farla, più che altro, scarpe buone e stracci da buttare, invece di felpe fighette. Alison vien dotata di una tuta da Lavinia, e per fortuna le sta bene visto che è una bella perticona. Simone vuol provare l’ebbrezza della carburo e impuzzonisce tutto il circondario quasi più della tuta di Riccardo, mai lavata, che emana un misto di puzza di cane morto e vomito. Con quest’aroma di grotta c’accingiamo a scendere il pozzo, mi calo col discensore mentre il Nozz assicura tutti gli altri, che non è il caso di sporcare anche l’imbraco per sta grotta da diversamente etero. Fanno tutti un sacco di storie a scendere, tipo che non si fidano della sicura, non son abituati all’arcaico mezzo barcaiolo. Però la grotta c’accoglie calorosamente e il pischellame resta stupefatto dalle 4 concrezioni alterate dell’ingresso. Non dico nulla per lasciare la sorpresa di scoprire la fantasmagoria delle altre (..sempre da froci però....). Ora c’è la strettoia, insegno ad Andrea come superarla e lui a sua volta passa voce, nessuno fiata, solo Nemus che dichiara “non mi piace andare in grotta” “che vuoi fare? Uscire?” “no, ormai ho superato la strettoia” sehhhh, te voio…. Arriva per l’altra via anche il Nozzolone e guida lui perché l’ingresso ai cunicoli di Pirro non me lo ricordo mai. I ragazzi/e prendono atto che la grotta è proprio bella (..da diversamente etero ma bella..) non è poi così banale, tutto un passaggio, alto, basso, struscia di qua, arrampica di là, un scivolamento cane sul guano di pipistrello, soprattutto per Nemus che ha scarpe da tennis liscissime e per Alison che, interpellata durante un passaggio se il suo nome si pronuncia “Alison” o Elison” fa prima a tirar giù 4 porchi (..si fa per dire, ancora non è dell’ambiente…) che rispondere….e non sapremo mai come si chiama in soldoni. Io chiudo il gruppo e visto che vanno piano come le piattole ne approfitto per far foto col faretto, tra l’altro con st’anda non sudo e non mi affatico schiena e spalla, appppppproposito, per non gravare sulla spalla malandata n’è venuta una tendinite all’altro gomito che ora son tutta incerottata. Però c’è da dire che ci siamo fermati poco, lenti ma inesorabili, anche alla sala da pranzo, sosta per modo di dire, più che altro non avevamo pranzo. Il gruppo è andato piuttosto benino, anche i neofiti. Simone che s’è accorto che la carburo ha i suoi aspetti negativi, tipo riempirla d’acqua. Riccardo, invece, m’è cascato addosso alla finestrella, ma visto che la grotta è diversamente etero non ci siamo fatti nulla. “E la sala dei vortici? Se ci fosse stato Paolo c’avrebbe portato” “Questo poco ma sicuro, ora lui sta a Parigi e lo immagino quanto sta rosicando e zampetta per tutta la città che non vede l’ora di tornare per infilarsi in qualche buco…In ogni caso non siete assicurati con l’SSI e ai vortici non vi porto che ci perdiamo tutti e tocca aspettare il soccorso umbro, per giunta, senza la minestrina fetida del Lazio”. Detto questo usciamo, Nemus e Alison assicurati con la corda, il pischellame maschio a far i coatti senza niente e Lavinia e la sottoscritta a dimostrare che anche noi non siamo da meno a coattagine. Poi, visto che fuori fa freddissimo boia, è quasi buio e la nebbia avvolge il bosco in un manto magico, andiamo a vedere il villaggio paleolitico ed il ballatoio “ma qua non si vede nulla” dice Andrea “che vuoi vedere con sta nebbia, immagina com’era enne anni fa” “chissà che me credevo…”.
Quello che invece ci ha lasciati a bocca aperta, e pancia piena, è stata l’accoglienza di Augusto e Francesca nel loro stupendo casale in tanta malora, che ci hanno rifocillato di tutto punto, altro che pastasciutta, abbiamo finito loro le scorte invernali e ora non sappiamo come sdebitarci, se non portare Augusto all’innominato e fargli fare il pozzo da 75....contento? altro che!
Alla prossima! Mg 30.11.2013

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