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Pingulegli (Esplorazione rilievo grotta di Pingulegli)
Antefatto: “TRINNNNNNNNN!!!!!!!” “le 5 e tre quarti, Nozzolò piove?” “pare di no” “mihh! il Talebano ci aspetta, presto che è tardi”.L’epica impresa: :
Al bar troviamo solo Federica e Paolo “e gli altri?” “non vengono per vari motivi”. Sarà perché dovrebbe diluviare?
Ma dove sta il Talebano il sole splende sempre, ahimè, che devono comprare 150,00 euro di acqua ogni due giorni per le mucche. E sperano in noi che gli troviamo grotte piene d’acqua.
Così anche questa di oggi è una speranza del Talebano che ci porta su per Acquara di Costa Viola a vedere un buco che soffia. Con tutti i cani al seguito che c’hanno preso per il suo gregge e si sono astenuti dal morsicarci, solo a me uno si è avvicinato per farmi andare lesta, come dire, guarda che il Talebano aspetta. La grotta è un buco per terra, ma vah? Si stretto pure, però con qualche accorgimento lo adattiamo a Paolo che s’infila lesto e c’invita ad entrare. Ben, per me questa chiude come malga fossetta. Della qual cosa concorderebbero anche Paolo e Federica ma sai com’è il Talebano ce l’ha proposta così speranzoso che ci dispiace andarcene senza aver prima dato qualche smazzettata tanto per. Per niente, tutta una franaccia rocciaccia pure mezza zolfogessosa. Ah si? Ipogenica? Ben, non che si sia data tanto da fare per diventarlo, magari le manca l’acqua. “ Ah Talebà la tua grotta potrebbe pur andare (…) ma non è il caso di lavorarci, appppproposito, come si chiama?””Pingulegli!” “Cheeeeeeeee???????” “si, il ginepro” “eccerto, si capiva” Scendiamo per certe catozze (=carbonaie) e andiamo a banchettare dal Minchella con un amore di gattina rognosa che ci fa le fusa addosso. Se domani ci vedete a chiazze sapete di chi è la colpa.
Ora, salutati i nostri anfitrioni, visto che ancora non diluvia andiamo a far battuta. Perché se c’è una possibilità di bagnarci non possiamo farcela scappare.
“Dove volete andare?”chiede Paolo “Vorrei andare sopra Surienza perché m’ispira” propongo, Federica mette le mani avanti “non dove ci sono l’ampelodesmo o i rovi” il Nozzolone saggiamente dice la sua “resto in macchina a leggere”. Per fare una via di mezzo saliamo il canalone che va verso il Redentore, in pieno ampelodesmeto, per la gioia di Federica. Il sentiero, se così può chiamarsi una traccia fangosa tra calcari bassi ed erbacce, sale dritto per dritto verso la montagna “è quello del pellegrino penitente, sicuro” obietto. Poi, giunti a una raccolta d’acqua, Paolo devia a destra seguendo non so che altra traccia. Questa proprio non si vede, però c’impone battuta “questi calcari sono buoni”. Bon, se lo dice lui. Qua la grotta la troviamo precipitandoci dentro perché non si vede nulla sotto i piedi, hai solo l’ampia scelta di scivolare su macigni o cascare su ampelodesmi. Ad una certa vedo Paolo sopra un cucuzzolo che ci chiama a raccolta “venite!!” e ci mostra la valle di Vate Rutto. Bellissima proprio questa. Federica gli fa notare che sta per piovere “no, saliamo ancora che il tempo regge” risponde mentre sento le prime gocce. Perché Paolo in quanto presidente deve sempre dare il buon esempio. Però quando scopre di avere il pile zuppo torniamo indietro senza sentiero alcuno, giù per fratte a non finire sperando di non trovare pozzi sotto i piedi. Lui zomba come un cavallo pazzo, Federica impreca a più non posso e io casco come un pero marso ma ciò non ci impedisce di arrivare alla macchina zuppi come avessimo trovato la famosa grotta con acqua. “Mal che si vuole non duole” ci accoglie il Nozzolone, ma noi siamo tutti contenti di esserci bagnati fracidi che da stamattina la stiamo aspettando, sta pioggia. Altrimenti che ce lo siamo portati a fare il ricambio? Per far bella presenza da Pierino? “amici miei, venite che vi preparo il caffè” macchè, stasera c’è la moglie che ci guarda storto “pure gli zingari passano da ste parti”.
La giornata è stata proficua, accastata Pingulegli e presa l’acqua.
Alla prossima! Mg 16.11.2014resoconto successivo
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