ATTRAVERSO I PIRENEI

PREMESSA:
(Ricavata da http://it.wikipedia.org/wiki/Pirenei)

I Pirenei (in spagnolo Pirineos, francese Pyrénées, catalano Pirineus, basco Auñamendi) sono una catena montuosa che forma il confine fra la Francia e la Spagna. Separano la penisola iberica dalla Francia e si estendono per circa 430 km dal golfo di Biscaglia nell'Oceano Atlantico fino a Cap de Creus nel Mar Mediterrano.
La vetta più alta dei Pirenei è il Picco d'Aneto (3.404 m. s.l.m.), situato sul versante spagnolo.

I Pirenei fanno parte dei seguenti dipartimenti francesi, da ovest a est:
Pirenei Atlantici, Hautes-Pyrénées, Haute-Garonne, Ariège, Pirenei-Orientali, Aude.
I Pirenei sono suddivisi in tre sezioni: centrale, atlantica o occidentale e orientale.
I Pirenei centrali si estendono verso est da Port de Canfranc fino alla Val d'Aran e includono le cime più elevate della catena:
· Pico de Aneto o Pic de Néthou (3.404 m) nella cresta di Maladeta,
· Mont Posets (3.375 m),
· Mont Perdu o Monte Perdido o Mont Perdut (3.355 m).
I Pirenei atlantici sono meno elevati e le altezze diminuiscono gradualmente da est-ovest. Nei Pirenei orientali, l'altezza media è abbastanza uniforme fino al declivio improvviso che si ha nella parte della catena nota come Albères.

Geologia

I Pirenei sono più vecchi delle Alpi, i sedimenti che li compongono furono inizialmente depositati in bacini litoranei durante le ere paleozoica e mesozoica.
Nel periodo cretaceo inferiore, il fondale marino sotto il Golfo di Biscaglia si è alzato spingendo la Spagna contro la Francia e ponendo gli strati di sedimento in una sorta di stretta.
La pressione e il sollevamento della crosta terrestre in primo luogo hanno interessato la parte orientale ed hanno influenzato progressivamente l'intera catena, con un culmine nell'eocene.
La parte orientale dei Pirenei è costituita in gran parte da granito e da rocce di gneiss, mentre nella parte occidentale le cime composte da granito sono fiancheggiate da strati di calcare.
L'aspetto voluminoso e "nuovo" della catena viene dalla relativa abbondanza di granito, che è particolarmente resistente all'erosione, così come un'evoluzione glaciale scarsa.

Tre settimane nei Pirenei

14.4.2000 Partiamo da Roma. Arriviamo a Loano, situato sotto le grotte di Toirano, turistiche ed archeologiche, ma chiuse, vista l'ora tarda.

15.4.2000 Frontiera francese a Modane, nessun controllo, percorriamo la cote azure, troppo marina, deviamo perciò per il "gorge loup", bello, carsico, incassato, con grottone sottostante, piove. Ritorniamo sulla costa, lungo il massiccio dell'esterel con rocce metamorfiche a picco sul mare e corrispettive baiette, affascinante, ancorchè posto di ricconi. Pernottiamo, a buon mercato, a Raphaele, vicono ad Arles, paesetto spagnoleggiante con feste di tori.

16.4.2000 Vento della malora, percorriamo le Camargue senza scendere alla macchina, con gli occhi incollati sui fenicotteri rosa e sulle distese di vigne bonsai di "vin de sabe". Arriviamo, e pernottiamo, a Vernet les bain, primo contrafforte dei Pirenei sul massiccio del Canigou. Piove,ci propinano una raffinata cena francese (perle ai porci). Poi cerchiamo, inutilmente, le terme (le bains); la famigerata sorgente di acqua calda risulta, evidentemente, occultata dall'edificio termale.

17.4.2000 Una breve escursione nei pressi di Vernet le bains, ci conduce ad un gorgo ed alla cascata Angels. Proseguiamo verso Andorra; lungo il percorso, visitiamo un paese fortificato, con un interessante specchio solare. Andorra non ci piace affatto, è, in sostanza, una strada con negozi,tra l'altro, poco convenienti. Attraversiamo la frontiera spagnola e pernottiamo ad Adrall.

18.4.2000 Il percorso prosegue verso Sorte e Gerri de la Salt. Visitiamo il lago carsico Montcortes, circondato da pittoreschi paesini pirenaico-spagnoli. Con una breve escursione percorriamo la gola Collegats (fiume Noguera Pallaresa). Visitiamo Le Pobla De Segur e Serradell; quindi attraversiamo una notevole zona carsica, nelle Pallars Jussà, con montagne di arenaria conglomerata, sorvolate da numerosi rapaci. Sosta a Castejon de Sos. Piove.

19.4.2000 Zona del parco nazionale dell'Ordesa (Huesca). Rinunciano all'escursione al circo glaciale dell'Ordesa, perchè non raggiungibile con mezzi propri, ma solo col pulmino del parco. In compenso, facciamo una stupenda escursione lungo il canyon carsico dell'Anisclo, ricco di vestigia preistoriche, ed una sorgente d'acqua calda; il cielo è sorvolato da condor. Dormiano a Sarvise, in una B/B rurale e scopriamo che, essendo la settimana pasquale, è quasi impossibile dormire il Spagna.

20.4.2000 Ritorniamo in Francia, attraverso la valle d'Aspe, zona basca francese (appuriamo che, effettivamente, i baschi portano i baschi). Gli spagnoli ci controllano per bene, ma visto che siamo speleologi italiani, ci danno l'ok. La valle dell'Aspè ed i relativi paesini baschi, sono veramente deliziosi. Decidiamo di dormire a Bedous, in una casa per handicappati. Cerchiamo subito la strada per la Pierre St.Martin, ottimamente indicata, così scopriamo che la dovizia di segnali non è per la grotta ma per un'orrendo comprensorio sciistico, con orripinanti edifici e piste da sci a ridosso dei campi solcati. Nessuno conosce la "gouffre". Qualcuno ci segnala due pozzi situati in una curva della strada tra la frontiera spagnola e francesce. Uno dei pozzoni è recintato, l'altro sembra un chiusino della strada, ma è enorme. Dopo un'inutile vagabondare lungo un sentiero segnato, immersi nella neve, leggendo bene le indicazioni scritte sul libro "gli uomini della Pierre Saint Martin", decidiamo che il famoso pozzo Lepineux è quello a ridosso della strada. A riprova, come nel libro, ci sono i due gracchi che escono dal pozzo ed il sasso che cade senza tonfo finale.

21.4.2000 Restiamo in zona francese, arrivando a S.Jean de Port, dove scopriamo di essere in pieno "cammino di Compostela" vista la presenza di pellegrini muniti di grossi zaini, lungo bordone, sacchetti di plastica, possibilmente giacca rossa, e, chi ritorna, grande pecten attaccato al petto. Le case basche sono caratterizzate da graticciati rossi e muri ricoperti da pigmento (peperoncini rossi). Facciamo un'escursione nel colle di Urkulu, alla ricerca, inutile, di dolmen segnalati sulla cartina. Sul colle è impossibile salire, causa vento fortissimo; tuttavia, lungo la strada, è segnalato il boschetto dov'è morto Rolando, paladino di Carlomagno, pace all'anima sua, amen. Al ritorno, una notevole zona carsica ci mette di buon umore, anzi, un invitante pozzo spittato invita Mg ad entrare. La targhetta catastale aposta dal gruppo di Bayonne, indica "minassaro beiako lezia" . Il pozzo, di circa 25 metri, conduce subito ad un altro, ma l'unica corda a diposizione, non permette, ahimè, di proseguire oltre.
Per consolarci, percorriamo un canyon laddove emerge un'imponente risorgiva di acqua biancastra che filtra tra i sassi (nessuna grotta evidente nei paraggi). Il canyon, con microclima caldo-umido,è ricco di orchidee rare e ramarri verde pisello. Dormiano a St.Michel, in una B/B con produzione e vendita di fois gras.

22.4.2000 Arriviamo, finalmente a Biarritz, nell'oceano altantico, piove a dirotto, Sergio si rifiuta categoricamente di scendere dalla macchina, neppure per visitare il museo naturalistico-geologico, nonostante la lagna di Mg. Così torniamo velocemente indietro, attraversando più volte la frontiera, percorrendo la valle del Baltzan, ma in Spagna non troviamo da dormire, per cui andiamo verso S.Michel Pied de Port e ci ferminano a St.Etienne de Baigorry. Lungo il percorso ammiriamo nuovamente le case dal graticciato rosso ed i muri ricoperti dai peperoncini, facendo tappa ad una fabbrica di cioccolato, che ci rifiutiamo di comprare, non avendocelo fatto assaggiare.
Mg va a vedere l'ingresso della grotta archeologica Gouffre Sare (graffiti, vestigia del paleolitico e statua di orso speleo), dove, dicono i baschi, ha avuto origine il loro popolo. Ceniamo assaggiando la grassa cucina basca.

23.4.2000 Ritorniamo in Spagna attraverso Roncisvalle, cercando, inutilmente, dolmen segnalati, lungo il cammino di Compostela. Percorriamo il rio Irati, la valle del Salazar, il Barranco Igal, il rio Esca, e dormiano a Biesca.

24.4.2000 Da Biesca saliamo verso il Balneario della Panticosa, antica zona termare ricchissima di acqua radioattiva, contro qualsivoglia affezione. Visto che, finalmente, ha smesso di piovere, facciamo un'escursione verso Ibones de brachimana (laghi). Attraversiamo un selvaggio canalone scavato nel granito ma non riusciamo, a causa della neve alta, ad arrivare ai laghi. Ci spostiamo, peranto, verso Formigal, dove, partendo dall'embalse della Sarra, tentiamo di raggiungere Ibon de Respumoso, sotto le pareti del calcareo monte Foradada. Percorriamo un canyon via via più incassato e ricco d'acqua, con roccia metamorfica e vegetazione di bosso. Pernottiamo a S.Allent de Callego, in locanda esosa, con tasse aggiunte non pattuite.

25.4.2000 Ritorniamo in Francia, attraversando orrendi complessi sciistici, montagne piene di neve, tra il metamorfico ed il calcareo. Scendiamo lungo la calle d'Ossau, andando a vedere l'inizio del calcareo gorgo Dubitet, arrivando, quindi, a Laruns. Preseguiamo verso il col d'Aubisque, facendo rifornimento idrico in una immane risorgente che filtra tra i sassi. Il colle, causa neve, risulta intransitabile, i monti intorno hanno un aspetto cattivo, con brillante roccia metamorfica lisciata dai ghiaccai. Torniamo, quindi, indietro, passando, senza fermarci affatto, per Lourdes, fermandoci, invece, a Bagneres de Bigorre, paese del mitico George Lepineux, lo scopritore, nel 1953, della voragine della Pierre S.Martin. Grazie alla pro loco, ed in virtù del libro della Pierre, riusciamo a rintracciarlo, proprio nella sua gioielleria. Lepineux ci viene incontro tutto storto ma lucidissimo con i suoi 80 e passa anni. Gli esprimiamo tutto il nostro apprezzemento, che lui accoglie con favore. Gli parliamo della Pierre Saint Martin, del libro e di Occhialini, il suo amico e compagno di avventura. Le nostre stente parole non riescono a esprimere quello che proviamo nel conoscere, dopo aver tanto letto di lui, un mito, uno dei grandi speleologi che hanno scoperto ed esplorato quella che per anni è stata la grotta più profonda del mondo. Naturalmente dormiamo nel pressi della grotta turistica di Medous, esplorata, appunto, da Lepineux.

26.4.2000 Visitiamo una pittoresca cittadina, San Girod, piena di sciroccati, da noi soprannominata "san girod de scirocchè" ; nei cui pressi andiamo a cercare la grotta della Cigalere; la grotta non la troviamo ma un bellissimo sentiero ci conduce ad un circo glaciale, dopo di che, cuciniamo la pasta in una miniere di piombo abbandonata.

27.4.2000 Attraversiamo la calle du Salat ed andiamo a vedere il dolmen de Sem. Passiamo per la grotta di Niaux, piena di dipinti del magdaleniano. A Tarascon, Mg va a visitare il parco europeo della preistoria, dove è stata esattamente riprodotta la grotta di Niaux e la vita nel paleolico, con la stessa vegetazione ed i discendenti dei cavalli dipinti. Il parco della preistoria, inoltre, fa vedere, con lezioni pratiche, tutta la vita nel paleolitico superiore, dalla scheggiatura, alla pittura, all'uso del propulsore, e mostra la tecnica dello scavo archeologico. Dormiamo in una B/B a Capulet, assaggiando la buona cucina locale.

28.4.2000 Ripartiamo ad andiamo a visitare la graziosa cittadina medioevale di Morepoix. Abbandoniamo, così, i Pirenesi, e ci dirigiamo verso le Montagne Noire dell'Haut Languedoc. Attraversiamo un fantomatico gorge della clamoux, per niente gorge, pieno di fabbriche abbandonate, con acqua super inquinata. Il posto non ci entusiasmo, la ma successiva Valle dell'Orb si riscatta. Decidiamo così di intraprendere l'ascensione ripidissima di un monte scistoso e pieno di minerali. Dormiamo in una B/B a Colombieres, dove, ci dicono, non hanno mai visto italiani in questa valle.

29.4.2000 Lasciamo le Montagne Noire e ci dirigiamo al Parc delle Cevennes (=avvoltoi, davvero tanti). Lì visitiamo uno dei posti più suggestivi di tutto il viaggio; il cirque de Navacelles, formato da un'ansa del fiume abbandomata. Il fiume taglia una valle carsica, abitata fin dalla preistoria. Successivamente andiamo al gorge du Tarn, altro canyon scavato in ambiente ultra calcareo, pieno di grotte, tra cui la famosa Bramabiau, esplorata da Martel agli albori della speleologia. Dormiano a St.Enimie, bellissimo paesetto medioevale a metà gorge.

30.4.2000 Sempre Parc delle Cevenne. Visitiamo Florac, salendo a vedere la risorgiva del pescatore, strano fenomeno carsico. Poi andiamo a cercare un dolmen in un altipiano calcareo, percorrendo le corniche de cevennes fino a Courry.

1.5.2000 Visitiamo la valle del Ceze. Andiamo alla ricerca di un tumumuls del bronzo antico, in un territorio molto metamorfico, vicino al paesetto di Dieusses. Attraversiamo,entusiasti, il gorge dell'Ardeche, talmente ricco di grotte e preistoria da lasciarci senza fiato. Arriviamo a Vaucluse, la valclusiana per antonomasia, nonostante la folla, il fenomeno è da non perdere. Dormiano a APT in piena Provenza.

2.5.2000 Passiamo, poi, al Parc de Luberon, attraverso Javon, e ci dirigiamo al gorge de la Nesque, ne percorriamo un bel tratto, partendo dal lago malaval, qualcuno sta alla ricerca di selci musteriane. Dormiamo a St.Martin de Bromes. Piove e mangiamo la lingua della cucina provenzale.

3.5.2000 Gole del Verdon: che le conosce non le evita; ancorchè classiche, sempre meritevoli di visita, percorriamo parte del percorso Martel, dormiamo a Castellane.

4.5.2000 Restiamo sul Verdon per percorrere le rue de la crete e cercare ammoniti nella riserva geologica. Ci dirigiamo nei gorghi gemelli di Dalvis e Clins, scavati in un'impressionante scisto color cioccolato. Piove.Dormiano e Bueil.

5.5.2000 Percorriamo la valle dei tinee, nel parco delle meraviglie, non ci fermiamo perchè, nonostante il nome, il posto non ci entusiasma. Passando per Nizza, Montecarlo e Modane, ci fermiamo solo ai Balzi Rossi per visitare il museo. Le grotte, comprese nel biglietto, non sono accessibili causa rottura della passerella. E qui finisce il nostro viaggio, teso ad avere un primo approccio alla catena dei Pirenei.

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