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Pozzo assassino e Grotta cese

Antefatto:Fa freddissimo, neve sugli Aurunci (..da fonte certa…), l’ideale per andare in grotta ma non tanto per arrivarci, per cui volentieri accettiamo la proposta di Daniele “pozzi sotto casa”.

L’epica impresa:
Chi siamo? Saverio, Luca, Angelica e la sottoscritta, nonché, ovviamente, Daniele che ci porta nei pozzi. E’ bello andare con Saverio, mette musica rock a palla e in men che non si dica stiamo a Pontecorvo. E la neve? “Chi ha detto che sugli Aurunci c’è neve?” “Clino e una foto di FB”. Ad occhio nudo si vede si e no una spruzzata sul Fammera, per cui appuriamo che la foto su FB risale a 12 anni fa, e Clino ha seminato il panico. Ma ormai siamo qua, Daniele ci porta a Colle Menola. Lo sapevate che esisteva? L’abbiamo sempre snobbato, invece è un bel posto, ricco di avvenimenti sanguigni, come ci racconta Daniele, cacciatori che si sparano a vicenda, dopo aver sparato di frodo a cinghiali, amanti che ammazzano il rivale e lo buttano nel pozzo. In quale? Nel pozzo dell’assassino! La nostra meta. E vai! speriamo subito di trovare reperti interessanti, dall’Homo cepranensis in poi. Arma Luca e noi accendiamo un fuoco, sia mai mettesse duemila frazionamenti. No, ne mette solo uno e scendiamo a vedere. 8 metri di pozzo e un bell’ambiente, Luca e Angelina si mettono a scavare nella frana in fondo, non so se in cerca di improbabili prosecuzioni o ancor più improbabili reperti, mentre fotografo come Presidente vuole, dritto, storto e nerd. E poi si fa il rilievo. Sopra Saverio e Daniele non sono morti assiderati solo per il fuoco, tra foto nerd, rilievo e scavo facciamo ora di pranzo. Quando l’urlo di Saverio ci riporta al piano di sopra andiamo a mangiare alla pizzeria di Pontecorvo che, bontà sua, ci lascia uno spazietto coperto al sole e chiude la serranda. Ha capito che siamo perditempo. E ora? C’è un pozzo a Castelnuovo Parano, dal Bar Anticrisi si gira per via Frasso, parcheggi e sta qua. Dove? Sotto un inestricabile lentisco, cerchi di affacciarti e vedi una lavatrice incastrata. “Questo è?” Daniele dice che c’è sceso pure Clino. E poi arriva un pastore che ci racconta la storia di sto pozzo, “C’era, ma vista la pericolosità è stato riempito di immondizia, però durante la guerra i locali ci nascondevano i viveri per sottrarli ai tedeschi, e poi ce n’è un altro subito dopo, là sotto, e poi se n’è aperto uno sulla strada ma è stato tappato”. Io e Angelica pendiamo dalle labbra del pastore, belle ste vicende e ancora di più il pastore!!!! Va beh, ci sarà sceso pure Clino ma attualmente non è neppure rilevabile, completamente tappato. A malincuore lasciamo il pastore alle pecore per andare a Cese, dall’alta parte di Castenuovo. Parcheggiamo le macchine sotto un rudere cadente, ma il geologo Luca afferma essere più sicuro delle case terremotate sue, e c’immergiamo in un frattamento a spine che levati. “Se tanto mi da tanto, chissà che sola st’altro pozzo” penso. Tant’è che ci fermiamo sopra una macera con niente sotto. “Il pozzo sta qua” afferma sicuro Daniele. In effetti, tirando un sasso sotto i macigni,si sente rotolare. E allora vai, con paranco di Saverio e bestemmie di Luca il pozzo si fa stappare. Stavolta Saverio spiazza tutti, prende la corda del paranco e si cala senza eri ne steri. Certo che qua struscia tutto. Mentre si fa calare trapano e roba da armo, gli metto un’altra corda lunga e, appena passato il frazionamento, con le corde corte faccio bei tiranti anti strusciamento. Nozzolone docet. Il pozzo c’è, 22 metri di bella roccia lavorata, scende Luca poi mi chiamano “vieni a far le foto”. Mentre mi preparo un pettirosso per nulla spaventato viene a vedere cos’è successo al suo nido, evidentemente dentro al pozzo. Ballonzola qua e là tutta la sua rabbia che gli abbiamo devastato l’habitat. “Ahò vedi di levarti che devo scendere”. Sotto c’è un bel cumulo di immondizia, Saverio sta nel pozzo successivo dopo la strettoia nella quale Luca non passa. M’infilo a portargli il materiale di rilievo e lo vedo ramazzare tra pertugi “come sei sceso?” “in libera” anvedi questo! “Vuoi la corda?” “no”. Sto cavolo che scendo pure io in libera, torno indietro a far foto mentre loro rilevano. Far foto è una vera impresa che la digitale si appanna, i soggetti si muovono e per farle nerd è necessario un fermo totale per almeno 13 secondi, quando mai? Intanto sopra Angelica e Daniele si stanno congelando che manco il fuoco si accende in sta sterpaglia. Appurato che il pozzo è caldo ma non da adito a prosecuzioni evidenti, il rilievo e le foto sono fatte, andiamo a casa che il bottino l’abbiamo fatto. Contenti e soddisfatti, salutiamo Davide diventato ghiacciolo e, senza stopparci da Carmina, accendiamo il rock a mille e via, il 2017 è iniziato alla grande!
Alla prossima!! Mg 7.1.2017

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