relazione precedente
torna all'indice
torna al menu
Pozzo dal nulla (Esplorazione)

Antefatto:Il Petrella regala pozzi, non si finisce di esplorarne uno che zac, eccone un altro in arrivo, domenica scorsa i nostri, al ritorno dall’omonimo abisso, ne hanno trovati altri due. In settimana apro la mail e vedo piovere cartine, studi geologici, tutto un petrellarume mandato da Paolo col chiaro intento di solleticarci la curiosità, scopo riuscito.

L'epica impresa:Oggi andiamo al “Pozzo dal nulla”, avremmo dovuto fare anche il “Majin buh” ma il Nozzolone, stavolta, s’è scordato l’adattatore del trapano, per cui ci riuniamo in un’unica squadra. Chi siamo? Federico ed Augusto del circolo, Paolo, Federica, Elena, Roberta, Nozzolone e la sottoscritta del GGCR. Urge precisazione, ci stiamo inglobando i tosti circolesi, ormai sta scemando il confine tra i due gruppi, come due ingressi che confluiscono nel collettore, è sempre più vicina l’unione CSR-GGCR. Va beh, fine della digressione, operativi ci troviamo al campo senza ahi ne bai. Bando alle lagne. Prima cosa, mettere in sicurezza l’entrata, in questo siamo maestri, infatti, da pozzo già larghetto diventa una bestia di ingresso, ognuno che tocca un macigno decide che quello si muove e va tolto, non si finisce più, qua l’affare si ingrossa, ci vuole un san fermo. Decidiamo quindi di sacrificare il più vecchio, con la scusa che è il suo compleanno, gli regaliamo una bella esplorazione di pozzo con massoni in bilico. E per fare scena, mentre scende con tutti sti macigni che precipitano, gli cantiamo anche “tanti auguri a te….” Auguri di uscirne vivo...Il Nozzolone non si scompone, tenta di fare il solito nodo a metà corda, che gli viene subito proibito, ed arma senza indugio. 20 metri sotto chiama Paolo. Perché, lo sappiamo bene tutti, se c’è qualcuno che sa trovare prosecuzioni dal nulla è lui. Infatti. “Posso scendere?” sono pronta da un pezzo e fremo. “Scendi che siamo al riparo”. Li vedo rannicchiati in un anfratto due metri sopra il fondo e li fotografo, sono come due pipistrelli che tentano di infangarsi in un’improbabile condotta. “Che fate?” “leviamo fango” mihhhhh!!!!!!!!!!! “posso aiutarvi?” “si, non c’entri, ora esce il Nozzolone e vieni tu, levati l’imbraco”. Salgo su sto anfratto e vedo Paolo che, a scalpellate, tenta di estrarre fango da un laminatoio con due centimetri di nero sopra, l’aria va tutta là. Immediatamente mi calo nella parte “il conte di montecristo cerca l’uscita”. Lui scava fango, io lo prendo e lo butto di sotto. Il tutto con una certa frenesia, tanto che non so distinguere fango da scarponi e dove acchiappo acchiappo. Poi Paolo, a furia di suppliche, mi cede l’agognato scalpello. Ora tocca a me,m’infilo nello stretto corridoio in salita e non riesco manco a forzare avanti, ergo, mi faccio largo ai fianchi. “Che fai? Lo sgabuzzino? Scava avantiiiiiiiiii” ci provo ma non ci passo. “che fai la sala da pranzo? Scava avantiiiiiiiiiiiii, ehi lassù, portate anche un divano che questa ha fatto il salotto, aripassami lo scalpello vah”. Però l’allargamento serve, perché ora procede più spedito, così mentre va avanti penso ad allargare i lati, con mazzetta, mani, unghie spezzate, altro non abbiamo. Scava scava arriva ad intravedere la fine di sto cunicolo e chiamiamo Elena che viene dietro di me ad estrarre fango. Ora siamo in tre, Paolo trova pietre tombali, me le passa, le passo ad Elena che le raduna dietro a mò di sepolcro eterno per tutti “buttale giù” “no, c’è la corda” allora arriva Federica, toglie da corda di mezzo e si procede ancora più spediti. Paolo finalmente sbuca, “ENORME!!!!!!!!!!! C’E’ UN POZZONEEEEEEEEEEEEE”. E sparisce. Arranco a pancia in giù e vedo il pozzone proprio sotto di me, Paolo sopra una specie di ponte di roccia. “Ahò, a momenti casco di sotto, qua è tutto in bilico”. E via a buttare di sotto sassi. Paolo mi guarda storto, secondo me ha paura che il pozzo s’intasi, ma non è un pozzo, è un fuso enorme bianchissimo nel quale siamo sbucati, continua 15 metri sotto ma non abbiamo corde a portata di mano. Usciamo, mentre Federico ed Augusto vanno a prendere le corde al Magin buh.Per inciso, prima c’era un saltino di due metri, per scendere dalla condotta, ora c’è una scala mobile di fango. Per me, Nozzolone e Roberta è ora di tornare, gli altri restano al campo. E continuano l’esplorazione. Noi torniamo con un entusiasmo da paura, ci siamo affacciati all’orlo di un abisso, è certo, Nozzolone, è il tuo regalo di compleanno. Torniamo e vorremmo stare là con loro. Che hanno continuato l’esplorazione e trovano: salone, strettoia, pozzetto, cengia, meandro stretto, galleriotta e BARATROOOOOOOOOOOOOOO almeno 40 metri, grande da paura!!!!!!!!!!!!!!! Continua…. non vedo l’ora di tornarci………
Alla prossima! Mg 28.7.2012

relazione precedente
torna all'indice
torna al menu