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Pozzo dal nulla....l'avventura continua!! (Esplorazione Pozzo Dal Nulla)

Antefatto:Dove eravamo rimasti? All’orlo di un baratro….

l'epica impresa:E’ sabato e siamo in tanti, ma non troppi. Quelli che restano oggi: Emanuele, l’infiltrato di Shaka Zulu. Quelli che restano oggi e domani: Loretta, Nozzolone e la sottoscritta. Quelli che restano fino a lunedì: Paolo, Federica e i circolesi Augusto e Federico. Partiamo balzandosi verso pozzo dal nulla, lungo la strada Paolo, carico come un mulo, non disdegna di dare una mazzoccata al pozzo dell’allocco e poi lo regala anche ai Shaka Zulu, “tiè Emanuele, questo è per voi”, furbo, è tutto da aprire…Al campo ci dividiamo. Paolo, Emanuele e Loretta vanno ad allargare Majin buh, tutti gli altri a mettere in sicurezza “pozzo dal nulla”. A momenti l’attappiamo per bene. Ognuno che dà una piedeporcata decide che si muove qualcosa; scava, scava abbiamo levato le radici all’albero del deviatore, e poi fidati. Abbiamo fatto un pozzo verticale anziché ad imbuto, verticalmente ci cascheranno i massi addosso, albero compreso, alle prime piogge. Abbiamo fatto un pozzo di quelli che..…ancora un po’ e facevamo la congiunzione con l’abisso Petrella, ma non per sotto, per sopra, entrata unica.
Però adesso si scende belli precisi, non si tocca nulla. Paolo e gli altri arrivano che l’opera è fatta, fossero arrivati prima si sarebbero strappati i capelli, un macignone che non voleva saperne, s’era adagiato mollemente, tappando tutto, pozzo dal nulla prima e nulla rimasto. Arriva l’ora di entrare ed entriamo, Federica riarma un passaggio e ci sparpagliamo per la grotta, cioè, aprite le orecchie, dicesi sparpagliarsi quando ci sono più vie. Federico, Augusto, Loretta ed Emanuele ne sondano una che toppa. Paolo e Federica vanno al di là di un cunicolo, io e il Nozzolone di qua. Scopo? Congiungersi, perché sotto c’è una strettoia-oia, invece il cunicolo è il by-pass. Questo cunicolo, in realtà è un tappo di terra e sassi che sta tre metri sopra il vero meandro. Noi ci scaviamo sotto i piedi e a momenti scavo anche una frana a perpendicolo che m’incombe sopra. Sta ancora lì incombente, guai passarci e toccare un sassettino, crolla mezza grotta.
Però lo scopo è raggiunto, meglio della TAV, abbiamo fatto sta galleria e ora ci passa anche il Nozzolone. Sta galleria è una cosa che solo a pensarci manco ci tornerei in sta grotta, un’affare tutto spuntoni sopra, sotto e di lato, con la bella chanche di cascare di sotto. Ormai per oggi è tardi, sono le 8 di sera, tutti al campo. Ai campi, perché io ed il Nozzolone dormiamo alle macchine, questo per non portarci il peso al campo superiore. Montiamo la tenda di notte nel posto più scosceso possibile. Praticamente ho passato la notte a cascare addosso al Nozzolone e lui a scansarmi. Poi alle 5 di mattina un pastore hippy con la radio a palla ci ha parcheggiato addosso la macchina. Siamo usciti dalla tenda quando se n’è andato liberandoci l’uscita. Non facciamo in tempo ad uscire che ci piomba addosso Sanvincenzodaitri, tutto brontolante che i figli vogliono andare al mare e non con lui a fare kilometri di corsa per le montagne aurunche e fermarsi solo per scavare ingressi. Non ci sono più i figli di una volta. Poi, visto che noi cincischiamo a fare colazione, se ne va via di corsa al campo superiore per portarsi appresso Paolo alla ricerca di buchi, come se non ne avessimo fin sopra i capelli che non ci basta una vita e un’altra pure per scenderli tutti. Intanto noi, lemme lemme, c’incolliamo la corda da 100 (se la incolla il Nozzolone, vorrei vedè..) e ci congiungiamo con gli altri. Torna anche Paolo e, visto che non siamo affatto stanchi, si torna in grotta. Stavolta scende Paolo, lo segue Federico con la 100 e tutti appresso, tranne Loretta che fa la cambusiera. Arriviamo davanti al baratro e ci mettiamo scomodissimi adagiati su sta galleria puntuta, che manco puoi alzare la testa e ti arriva il vento siberiano addosso, a guardare Paolo che arma. Il quale, si vede dai 5 fix che mette, ha una certa qual pauretta. Ogni tanto s’interrompe per buttare un sasso di sotto “sentite quanto scende?” come dire, faccio bene aver paura. Noi, che tanto arma lui, facciamo il “toto pozzo” quanto sarà? “30” dice Federica perché vuole un trenta. “50” mi pare, dal colmo della mia esperienza. “80” fa Augusto, “55” dice Federico ed il Nozzolone mette il cronometro “40” poi viene misurato col distanziometro “45” E VAIIIIIIIIIIIIIIIIIII un urlo di giubilo sconquassa la grotta che a momenti casca la frana incombente. Perché tra 45 e 50 c’è una bella differenza. Un 45 è pozzetto, un 50 pozzone e fai fatica. Intanto Paolo finisce di armare e scende. Fa un frazionamento dopo un po’ e dice anche che è scomodo. Poi ne fa un altro a 15 metri dal fondo. Bravo Paolo! Lo segue Federico che mette una fettuccia in quello scomodo. Bravo Federico! Scende Augusto con uno zaino pesantoccio. Bravo Augusto! E poi va Federica con uno zaino più pesante di lei, con estrema naturalezza come se portasse il beautycase. “Come fai?” le chiedo, che solo a guardarla mi sento stanca al posto suo, che dire? Se rinasco voglio nascere Federica. Super Federica!!! E noi? Il Nozzolone dapprima dice “scendiamo” e io tutta gasata “e vai cazzone! Se scendi te scendo anch’io!” dopo un po’, con le gambe rattrappite nella galleria vammorimmazzata dice “ho i crampi, non gliela faccio”. E io? Devo seguire il mio consorte nella buona e nella cattiva sorte, posso scendere senza di lui e lasciarlo morire di crampi mentre passa per la frana incombente e gli casca tutta addosso alla gamba crampata?.
Sinceramente parlando, di fare sta fatica a scendere di corsa e salire pure di corsa il pozzo per stare con lui non me la sento.
Sinceramente parlando, oggi è pure domenica, e solo all’idea della roba fangosa da lavare, del lunedì lavorativo, e del pomeriggio con le nipoti all'argento vivo, non so...dosiamo le forze che è meglio. Sì, ma il pozzo…sta lì, mica scappa. E poi c’andrò con calma senza l’ansia di star lì a far da tappo agli altri, visto mai che l’atra vecchiaia mi faccia rallentare. Usciamo abbastanza bene, stavolta meglio di ieri, almeno per me, ormai la grotta so come prenderla. Loretta ci aspetta sopra, caruccia come sempre, la disponibilità fatta persona, e scendiamo a valle.
A valle fa un caldo della madonna che ho rimpianto la galleria col vento siberiano sul collo.
E gli altri? Sotto il pozzo la grotta s’incasina, nel senso che non c’è una via ma una serie di soliti infimi passaggi da allargare…………
Alla prossima! Mg 4/5.8.2012

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