resoconto precedente

torna all'indice
torna al menu

Pozzo del Gufo

Antefatto In attesa del corso, con poche forze in campo, non ci resta che dedicare una domenica una, all’attività residuale sui Monti Lepini. Dove? Nella grotta più lontana in assoluto…”La Poiana!!” Esclamerete voi, eh no, quella è davvero troppo lontana e le forze in campo sono assolutamente inadeguate all’impresa. No, andiamo a scendere il Pozzo del Gufo, al di là del Malaina, visto, forse una sola volta.

L’epica impresa: Siamo in 5, Paolo, Federica, Simone, Sergio e la sottoscritta, ci portiamo il minimo indispensabile, limitando gli imbrachi che ci passeremo l’un l’altro. Lungo il percorso soste: 1) al fiammifero, 2) a impicciarci del ladro di erica (unica esistente nel massiccio), 3) al Monte Fato e bon, senza altri indugi eccoci davanti al pozzo, dalla bella interessante apertura. Qua mi prende la fregola del nordest e inizio ad armare sotto l’occhio vigile ed indagatorio del Nozz. Il che va benone, allineamento è il nostro motto, allineamento a che, a proposito? Allo standard GGCR ampiamente sperimentato e collaudato nei secoli dei secoli amen. Per fortuna mia c’è solo da mettere un fix e la corda scende precisa, 13 metri sotto, nel franoso conoide. Mentre aspetto gli altri, vado a vedere la prosecuzione che gira sotto e mi sembra che proprio non prosegua un cavolo di niente. Arriva Paolo e si arrampica in un buco a metà parete, bello ma non balla, affumica tutta la grotta nella vana speranza di sentire aria, gli sembra di sentirla e mi fa scavare nel fango, ma io, avendo i guanti “dura dura” lo faccio anche volentieri altrimenti addio unghie brillanti alla La-gostina. Poi arriva anche Simone e spero che lo faccia scavare al posto mio, visto che sotto il fango c’è altro fango. Però Paolo, affumicato l’ambiente, esce e lo seguo, lasciando Simone a prendersi il cranio dello sfortunato cinghialetto quaggiù defunto. E ora? Ora tour pozzi che dobbiamo dar loro il nome e punto definitivi, visto che son sempre traballanti, saranno pozzo pazzo, pozzo pizza, pozzo pulito o che? Presto fatto, il pozzo scavato da Federico si chiamerà “Fra Ousi” perché sta nella valletta tra Ouso di Passo Pratiglio e Monte Fato. Il pozzo con il cartello “lavori in corso” sopra, che soffia na cifra, si chiama “Pozzo Pazzo”. Il Pozzo senza nome che Rocco ha chiamato “Pozzo Pulito” resta con tale nome, ma viene sceso e rilevato da Federica e Sergio, e presenta pipistrelli e altra fauna ipogea. L’ultimo pozzo, piccolo e soffiante, è “Pozzo Pizza”, già rilevato. Non ci resta che fermarci davanti a Pozzo Batticuore, che già abbiamo fatto, e il nostro lavoro di dare, finalmente, un assetto definitivo al marasma di questo lato del Monte Malaina, può dirsi concluso.
Non facciamo in tempo a rallegrarci di ciò che il nostro amato presidente inizia la litania sulle cose da fare nell’altro versante di Pian della Croce, quello del Monte Gemma, famose a capì, continuare l’esplorazione alla lontanissima Poiana. Fortuna che tutto ciò è rivolto alle giovani forze del gruppo rappresentate, nella fattispecie, da Simone. La nostra speranza è che il corso ci regali ulteriori forze giovani con esasperata voglia di farsi un mazzo tanto, che noi saremo ben lieti di supportare con quintali di consigli “per fare la chiave di blocco, mi raccomando, prima davanti e poi dietro” non ti ricordi? Pensa a come fa Rocco, non quello di Supino, al Siffredi. Perché, è noto, a nulla vale l’aver inteso senza lo ricordar....vero? a proposito....il nodo di Cesare, si fa nella corda a monte o a valle???
Alla prossima!!! 11.11.2018 Mg
resoconto precedente

torna all'indice
torna al menu