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Gemello di Lionello o Pozzo Pasqualina (Scavi speleologici)

Antefatto: Operativi, oggi ci dividiamo in due squadre: Paolo, Luca-geologo e Lavinia andranno al Pozzo di Monte Moleta; Andrea, David, Nozzolone, Angelica,Mario e la sottoscritta andremo a scavare il Gemello di Lionello o Pozzo Pasqualina, che, visto il nome, ci siamo quasi.

L’epica impresa: Abbandonati i nostri amici nel pozzo, c’incamminiamo tra neve e vento gelido verso la sommità di Monte Altino. “Tu sai dov’è il pozzo, vero?” mi chiede il Nozz “sicuro, ti ci porto!”. Ma il manto bianco della neve nasconde e pareggia il paesaggio, a dire il vero, manco riconosco Lionello. Fortuna che c’è poco da sbagliare, il pozzo sta sotto la cresta e quella una è. A questo punto nessuno sembra prendere alcun provvedimento serio, tanto il Presidente sta a Pozzo Moleta e il fancazzismo impera. Certo dalla nostra c’è questo fastidiosissimo ventaccio, la neve nel pozzo e nessuna colonna di aria calda a suo favore. Solo il Nozz si dà una mossa e, infilata la tuta, si cala nel pozzo alla vateciava. Bon, non ci resta che aiutarlo. All’inizio ci mettiamo Andrea e io ma dopo, vista una Stipa dasyvaginata, cedo volentieri il lavoro a David e cerco di salvare una Hornungia petrea da seppellimento certo e sicuro, che questi manco sanno di avere rarità botaniche sotto i piedi! Solo neve pensano. Non è che mi sento tanto in colpa, ci sono anche Mario e Angelica nullafacenti. Ma no, Angelica viene gentilmente invitata a darsi da fare e, a dire il vero, aderisce spontaneamente, facendosi calare nel pozzo. Tutti noi l’abbiamo sottovalutata “sai com’è un’archeologa con quelle manucce, tutta secca, chissà che scava, spennellerà due o tre roccette”.Sehhh, lesta lesta riempie callarelle su callarelle, tanto che ad Andrea scoppia il mal di testa da superlavoro “non gliela faccio più datemi il cambio!!”. Esce Angelica e rientra il Nozz che fa lo sbrasone “mi calo alla Tita Piaz” cioè con le palle segate, “povera me”, penso. Lui guarda la frana torvo “qua si leva tutto” e via a mandar su macigni, non contento ne spitta uno col multimonti che per tirarlo fuori serviamo tutti, più che altro le braccia palestrate di David che finalmente parla “tirateeeeeeeeee”. Non si sa più che inventare, doppia corda, carrucola, nodo barcaiolo, piedediporco, sdraiarsi sulla neve e spingere coi piedi, finalmente il macigno esce e siamo tutti mortammazzati. “E mò basta! Qua stiamo lavorando a cottimo!” Vero che è ancora presto ma è colpa dell’ora legale, a regà annamocene! Che il vento è più che mai impetuoso, Andrea sta meglio grazie alla diobronc ma il beneficio è temporaneo e sto fangaccio nero si sta appropriando di noi tutti senza distinzione alcuna. Eh no! Scendiamo quatti quatti attenti a non precipitare verso il Monte Ruazzoladdoverotolailcardinalruini. “Non si vedono ancora” osserva Mario guardando la macchina di Paolo “hai ragione tu, per fare un pozzo da 20 ci mettono una giornata intera”. Manco il tempo di dirlo che vediamo dall’alto una figuretta aprire la macchina. “Veloci na cifra! Anvedi, non si saranno fatti il tè che loro manco 5 metri fanno se non si preparano il tè”. E non quello di Elena che non ha tè e nemmeno zucchero, solo acqua tiepidina. Il gruppo si ricongiunge e, visto che il sole è alto, ancorché freddo, Paolo e Luca vorrebbero girare per Aurunci fino allo sfinimento. Ma il buon senso del resto della truppa, unitamente alla pastiera di Mario, hanno il sopravvento “andiamo tutti da Pierino”…amico mio…
Alla prossima!! Mg 25.3.2018

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