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2010 la prima sega dell'anno (Ricerca grotte Monti Lepini)

Antefatto:Eccoci finalmente nel 2010, tutti pieni di nuove speranze e desideri, rinnovati nel corpo e nello spirito, tutti frementi nella linea di partenza per vincere la prima sega dell’anno.
Chi siamo? Luca, Roberta, Paolo, Federica, Mg, Nozzolone, Fabio, Irene. Meta?
Ehhh!! cari miei, qua già fioccherebbero le seghe, meta ufficiale è lo scavo al colle De Paperis, ma una tonnellata di mail diramate da Fabio il Tentenna propongono: sabato scavo, domenica grotta (e viceversa), sabato scavo aurunco, domenica scavo lepinico (e viceversa) in una ridda senza fine di ripensamenti, finchè ne arriva una presidenziale che ordina: sabato battuta sui Lepini, domenica scavo al Sottosoglia.
Tutti zitti perché quando parla Luca the President ubbidiamo senza batter ciglio.

L'epica impresaNon dico dove, vagamente, pendici del Semprevisa (l’angiolesco Sempre Avvisa) che qua ci sono le spie che leggendo le seghe e si regolano di conseguenza, copiandoci spudoratamente.
Bon, lasciate le macchine in posto sicuro iniziamo la salita in calcare buono, ottimo direi, ancorché un po’ fratturato, meglio che dà lo spunto a Paolo di geologismo morfologico con Irene e Fabio. Noi intanto seguitiamo l’ascesa alla ricerca di un buco visto da Paolo e Federica tempo fa.
Davanti ad uno schifo di pseudobuco immaginiamo sia quello, per cui ci stoppiamo mentre arriva un gregge di pecore con due pastori, uno dei quali tecnologico, vestito da fighetto-escursionistaCAI con tanto di bastoncini, il quale dice al suo amico in stretto ciociaro “chisti nun hanno mai viduto picure”. Gli rispondo in perfetto italiano “di pecore ne abbiamo viste tante e anche mangiate, ci siamo fermati qua per cercare buchi” famose a capì.
Il buco non era quello, ma un altro assai invitante e in posizione parimenti invitante, entro con la solita cordaccia e sicura Nozzolesca e vedo che il pozzo continua ma la corda no, che non posso arrivare al fondo, però l’ambiente è grande almeno 5 metri e ancorché non si vedano approfondimenti, vale la pena scenderlo e rilevarlo. E una. Continuiamo tutti gasati arrivando al calcare basso, anzi, al famoso contatto tra calcare alto e basso, il top del top.
Allora ci disponiamo in assetto di battuta alla ricerca di grotte. Fabio parte per la tangente tutto a destra, gli altri, più che altro, devono accorrere ogni piè sospinto a tutti i richiami di Roberta “buco”,”buco”, “buco” scoprendo che è robaccia millimetrica che lei tenta di spacciare per la novella “falange armata”. Però occorre recuperare dapprima Fabio, che ha preso una dirotta alla destra estremista quasi irrecuperabile e poi Paolo che è andato lancia in resta in cima al monte a confabulare col pastore-fighetto nel tempo che noi pori cristi davamo retta ad ogni richiamo di Roberta.
Recuperati i dispersi andiamo a vedere sto posto del pastore-fighetto, un colle chiamato “la querciara” e anche lì Roberta trova il suo bravo microscopico buchetto e, non paga, costringe tutti a scavarlo con ramanzine sempre più pressanti. Fatto sta che tutti fanno la loro parte, tranne la sottoscritta che più che altro tenta di salvare dallo sciupio le piantine divelte con foga per ripiantarle in posto sicuro. Il pastore-fighetto, mosso a compassione, ci segnala parecchi buchi qua e là, visto che siamo così disperati da attaccarci a quelli di Roberta.
Scendiamo allora alla ricerca di uno di questi, sempre in assetto di battuta e sempre con l’eco di Roberta “buco”, “buco” , “buco” ma stavolta tranne Luca che lo deve fare in virtù del topapower noialtri ce ne freghiamo abbastanza. Arrivati alla strada però il Nozzolone propone a Paolo di continuare a salire, per cui lo seguiamo finchè gran parte del gruppo si ammutina mentre proseguono imperterriti i due baldanzosi. Dopo un po’, finito il tempo-gossip, m’incammino anch’io e vedo il Nozzolone rimirare una tana dove s’è infilato Paolo. Sia mai che lascio il mio amico solo nella tana, ci vado anch’io e m’infilo in una strettoia, seguita da Paolo, per trovarci sotto un saltino arrampicabile che porta in una sala –gruviera senza tanta speranza di prosecuzioni, comunque rilevabile. E due. Al ritorno cerchiamo il buco del pastore-fighetto in calcare basso. Ne troviamo un’infinità ma tutti tipici di calcare basso, tranne uno che è una specie di dolina-sfondata-riparo-grottasacra-abate Breuil vieni a vedere se c’è paleolitico. Fotografo il tutto, per fare il classico rilievo-fotografico. E tre.
Satolli di grotte torniamo alla macchina dove troviamo anche il pastore-fighetto che infervoratosi delle nostre ricerche, ci ha segnato il percorso per trovare il prossimo buco.
Proficua giornata. La sega è difficile assegnarla, Fabio in fin dei conti non s’è mai sperso ancorché sia andato nell’estrema destra, forse forse la darei a Roberta per procurato allarme da buchismo spinto e scriteriato, visto che una seconda “falange armata” non l’ha trovata… se l’avesse trovata sarebbe stato un altro paio di maniche.
Alla prossima! Mg 2.1.2010
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