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Primavera sarda

8.4.2011 Nurra di Monte Irveri
Eccoci in Sardegna, finalmente! Accolti da una terra fiorita, profumata, ventosa e dal calore di Maria e Pietro, il tempo di depositare i bagagli, metterci gli scarponi e via, la nostra prima escursione è: la ricerca della nurra di monte Irveri. Versione di Pietro: è fonda fino al mare, quando c’è tempesta esce il vapore. Versione di Giammichele: è tutta una frana, al massimo potete andare avanti una quindicina di metri, poi è troppo stretta e chiude. Con un vento che ci sposta arriviamo in mezzo ad un vasto pianoro mezzo calcareo mezzo basaltico dove abbiamo ampia scelta: entrare tra lentischi inestricabili nel basalto o perderci tra taglientissimi campi solcati nel calcare, il tutto senza alcuna indicazione. Seguiamo ogni traccia ed ogni ometto, finchè il Nozzolone vede uno sprofondo protetto da ginepro e decide che è lei la nurra. Faccio finta di credergli e m’infilo tra i rami, due metri sotto non c’è che pietrame, niente vento, niente mare. Anche stavolta l’obiettivo è toppato, poco male, vento, calcare e cellymassag pungenti ce li siamo guadagnati lo stesso, siete i benvenuti… continentali!

9.4.2011 Scala e' Surtana
Oggi non c’è vento, c’è caldo, andiamo a Oddoana? Il Nozzolone immediatamente risponde “NO!” ma poi la macchina va proprio da quella parte, quale parte? Dietro il cimitero, è tutto quello che mi ricordo. Passiamo per cancelli e quando un sardo imbraccia qualcosa a mò di schioppo, col nostro accattivante sorriso gli chiediamo “è questa la strada per Oddoana?” ci risponde che sarebbe la strada di casa sua, quella, ma che ci lascia aperto il cancello e ci spiega che per andarci tocca attraversare Flumineddu che ormai è tutt’uno col lago. Grazie tante, andiamo a Scala e’ Surtana che è meglio…Sa barva è praticamente un parcheggio, un Nozzolone incazzato nero affronta la scala con tutto l’ardore di uno che in Sardegna c’era venuto per riposarsi al fresco. Faccio la gnorri mentre sudo su per surtana, ammazza, aprile, 32°, e il vento?sparito è. Fortuna che la salita termina presto su bellissimo sentiero, facile, comodo, ombroso che basta camminare e ti porta a Lanaittho. Almeno credo. Perché il Nozzolone si siede su un sasso e attacca la filippica contro le vacanze stressanti, vai te che sei giovane ti aspetto. Giammai, con un rapido retromarcia torniamo a Gonone, lì c’è il mare che mi aspetta, a dire il vero un sano stravaccamento al mare è vacanza salutare assai..però anche Lanaittho…ahiò!

10.4.2011 Punta e' Cucuttos
E vai! Domenica con Giammichele ed amici dove? A Punta e' Cucuttos da Sedda Arbacas. Questo ce lo dicono quando siamo alla meta. Prima non si sa. Sti amici fanno subito una colazione spuntino a Campos Bargios, pane, mortadella, formaggio, cannonau, però! Poi, incontrati e salutati Maurizio, famiglia ed amici, anche loro a zonzo, cerchiamo di seguire sti sardi dannati, vecchiotti, ma zompanti tra pietre peggio di mufloni, micro cane compreso. Fortuna che Giammichele si ricorda che voglio fare qualche foto e mi aspetta. Stavolta la figura della sega squallida la faccio in pieno, e certo, il Nozzolone mica fa le foto, per l’occasione zompa pure lui come sti sardi, sarà che ha subodorato lo spuntino? Ma quale spuntino! praticamente un pranzo matrimoniale, ecco perché zompavano tanto, per smaltire preventivamente, e io? Persa ogni velleità di smaltimento, non mi resta, dopo aver assaggiato ogni ben di dio, che cercare una tomba di giganti tanto per camminare ancora un po’. Perché ci aspetta la sosta al bar con tutti i giri di prammatica. I posti sono stupendi, Giammichele ed amici anche, unico neo, non devi avere fretta di tornare a casa, si zompa solo per i monti perché il ritorno è a tappe infinite.

11.4.2011Pala de Tinzosos
Il Nozzolone inizia subito la giornata declamando che si va in giro per archeologia che gli fa male tutto. Non obietto, ma suggerisco di passare per lanaittho a vedere se si paga o no.Ci stoppa subito la guardia forestale “chi siete? Da dove venite? Dove andate?” niente fiorino, solo statistica. Bene, visto che abbiamo detto “trocco de corrojos” c’andiamo, però nel frattempo ci viene voglia di cercare l’ingresso di Badde Pentumas. Misteriosamente ci troviamo invece sopra un sentiero bello che pare un museo al cielo aperto da quanto bello e ben fatto. Da IGM scopriamo chiamarsi Pala de Tinzosos, e non è nemmeno segnato. Nel sentiero alcuni cuili, mandre e cumbulas. Saliamo il sentiero con grande emozione finchè diventa un pietrame segnato da ometti, abbastanza ripido. A sto punto immagino che il Nozzolone ne abbia abbastanza invece no. Sale senza esitazione alcuna fino a punta Duavidda. Lo saprà dopo, ma è stata davvero una giornata archeologica, visto che la punta ha un villaggio nuragico. Ci affacciamo sopra badde pentumas, nel panorama più bello del mondo. Per fargli male tutto è andato come un treno, lo devi solo accendere, è quello il difficile, ha l’accensione lenta.

12.4.2011 Mare
Sono dieci anni che non prendo un giorno di malattia. Ti lamenti?certo che no, mi ammalo in ferie.
Oggi sono decisamente malata, Maria mi presta il termometro, quasi 38. Il Nozzolone tutto contento si mette a lavorare al pc e io? Ne approfitto per abbronzarmi, sto o no al mare? E al mare ci si abbronza? Allora ci vado tutta traballante con il naso che cola. Mentre sto mezza in coma leggendo un libro che parla di cancro tutta discinta in spiaggia, ecco uno che mi attacca una pippa incredibile raccontandomi tutta la sua vita che mi pare interessante come il libro. Non manca nemmeno la telefonata dal lavoro che mi chiede ogni cosa su una pratica. A monosillabi rispondo al tizio e alla collega ma quelli se ne fregano che sto moribonda, vogliono finirmi del tutto, allora acchiappo il libro sul cancro e me lo vado a leggere a casa, sulla sdraia al sole, lo leggo tutto e finisce anche male. Mi sarò abbronzata? Anvedi che colorito cereo mi diranno al ritorno, fortuna che oggi sto male, anche il Nozzolone ha apprezzato.

13.4.2011 Badde Pentumas
Sto bene! Si fa per dire, dopo un impasticcamento selvaggio e quintali di miele miracoloso sardo non ho la febbre, solo una voce da maniaca al telefono, un rospo in gola, l’ansimo dal bue muschiato in amore. Il Nozzolone propone la ferrata di Badde Pentumas, disapprovando la mia sventatezza, laddove non potè la febbre ci provo con la ferrata, penso che pensa. Riempiano gli zaini con corde ed imbrachi ma inizia a piovere, così svuotiamo gli zaini e andiamo con poche cose in cerca dell’attacco della ferrata. Il Nozzolone però mi vieta l’arrampicamento del primo salto con roccia bagnata, per cui opto per guardarmi due grottine una di fronte all’altra, stupendamente archeologiche e scavate anche. Nel frattempo non piove più e la roccia s’è asciugata, così arrampichiamo il famoso salto per cercare l’attacco. La descrizione non è proprio precisa per cui saliamo su per un ghiaione immenso proprio dalla parte sbagliata, posti da sogno, tra l’altro. Il ghiaione è l’altro, e in effetti l’attacco sta là che aspetta, per oggi no, tanto per camminare abbiamo camminato, per arrampicare abbiamo arrampicato, per speleologare abbiamo speleologato e la guardia forestale non c’ha chiesto il fiorino manco oggi.

14.4.2011 Ferrata di Badde Pentumas
Oggi mettiamo anche la sveglia per andare a badde pentumas.La guardia forestale resta basita che per l’ennesima volta rispondiamo “a badde pentumas” questi continentali si fanno un salto al giorno si vede. Lo zaino pesa perché oltre alle solite cose abbiamo una corda da 20 ciascuno, non si sa mai, non sappiamo com’è e nemmeno abbiamo la descrizione. Bene,ecco l’attacco, attacco l’attacco. Mihh! che bello arrampicare, poi tiro su gli zaini che s’incastrano e il Nozzolone arriva a scastrarli e gli trema il braccio. Ovviamente sono ben contenta che mi alleno in palestra e ne sento i benefici, sono talmente tronfia che gli chiedo di darmi qualcosa del suo zaino. Ma dopo, ora facciamoci sta bella cengia. Intanto lo mando per primo perché la ferrata è benissimo armata, perfetta. Sicuramente segue una via nuragica. Mentre stiamo commentando ciò vedo un’altra bellissima cengia e dico “chissà se l’hanno percorsa” e mentre lo dico vedo i cavi. Si passa di la? Con 150 metri di parete sotto, nel bel mezzo della parete che avevo fotografato tutto il tempo. Bellllllaaaa anche il passaggio del cagamento con niente di niente attaccata al cavo longe non ti rompere proprio ora. La parete si interrompe di colpo, dietro l’angolo, in pieno strapiombassimo una catena prosegue la ferrata ma non c’è il cavo, tocca mettere il moschettone per ogni maglia, e abbiamo moschettoni stretti da grotta e zaini pesanti. Galantemente cedo il passo al Nozzolone dal braccio tremante, vai tu. Ha capito l’antifona, non solo non gli ho preso niente dallo zaino, come baluginato, ora gli cedo il passo, come dire, se non gliela fai ti do anche la colpa. Lui un po’ va ma poi dice “abbiamo zaini troppo pesanti, qua strapiomba e non c’è il cavo per la longe”. Nemmeno a malincuore ritorniamo per la via nuragica e sbuchiamo sopra a gustarci il panorama più bello del mondo. Al ritorno passiamo per il mare di pietra, i campi solcati per antonomasia. Ora ho il colpo della strega che assieme alla voce da maniaca mi rende estremamente affascinante, modello mortisia.

15.4.2011 Cucurru su Corvu
Possiamo noi lasciare la Sardegna senza calpestare cucurru su corvu? Mai,infatti andiamo a sedda e’ satta, ossia dall’altra parte. La schiena mi dà una fitta ad ogni passo, non posso nemmeno inchinarmi a fotografare fiori, ma la voglia di camminare nel selvaggio calcare è più forte di ogni dolore. Il Nozzolone, stranamente, non si lamenta per cui sfrutto questo magico evento astrale per godermi ogni millimetro di terra sarda, mi tengo la lagna per il cementificato continente. Camminando come un cammello, prima l’avancorpo e poi il resto rigido come ramo di ginepro, arrivo allo splendido cuile ricostruito, bello come un’opera d’arte. Il Nozzolone, nonostante il tempo che minaccia pioggia, continua imperterrito e non serve la telepatia per capire che pensa ciò che penso anch’io, questa terra è meravigliosa. Vorrei camminare all’infinito, verso codula illune ed oltre ma la pioggia infine arriva, e meno male, la schiena è di tutt’altro avviso rispetto al mio volere. Torniamo…e….se ci regge la scocca…arrivederci Sardegna!

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