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20.7.2017 Campeggio Brioni. Oggi abbiamo la bella pensata di vedere un posto nuovo: Premantura. La guida dice essere proprio un bel posto pieno di baie isolate, selvagge e con poca gente. Sicuramente mancheranno i bagni. Ma andiamo lo stesso. La strada che passa attraverso un bellissimo bosco di pini già attesta la validità del posto. Arriviamo al paese, pieno di negozietti, che farebbero la felicità della Olga se non avesse a che fare con noi. Che tiriamo dritto in cerca di baie selvatiche, senza bagni né negozietti. Stop. La strada è interrotta da un campeggio. Bon, passiamo alla strada successiva. Stop. C’è una sbarra, per superarla comprare il biglietto al paese. Ecco fatto, già ci girano gli zibidei, che sarebbe che dobbiamo fare il biglietto? Per baiette senza cessi né ombra e magari tocca pure camminare per arrivarci? Niente da fare, torniamo immediatamente al paese, ci sediamo al bar Venezia e ci riempiamo la pancia di dolci dolcetti. Torniamo sui nostri passi, cerchiamo altri posti ma niente che soddisfi i requisiti essenziali: ombra e cesso. Allora andiamo al posto di sempre, mare marrone, ombra e cessi chimici. Per tornare il Nozz sbaglia strada e ci troviamo nell’ingorgo di Pula. Vedo finalmente dal finestrino i monumenti dei romani de roma e la via Sergia, ma non oso proporre una fermata culturale, mancando il requisito dell’ombra, i cessi ci saranno pure. Al posto nostro ci stravacchiamo manco fossimo andati a Premantura a piedi. Ma all’ora di pranzo, ancorchè abbiamo ancora la pancia piena di dolcetti, ecco scattare l’ordine supremo “cercare da mangiare”. Propongo di andare al campeggio Brioni, là si mangia, si può entrare liberamente a piedi e ci sono ombra e cessi. Infatti il posto si rivela degno. Mangiamo e poi troviamo proprio il posto che fa per noi. Ombroso con acqua cristallina e piena di meduse. Che però non pizzicano. La Olga è talmente contenta di ciò che decide di farsi il bagno alle caviglie. “No ciò de più che non so noare, però fame na foto”. Perché vuole immortalare l’impresa audace del bagno. L’accontento volentieri anche se il cielo è plumbeo e non risalta troppo l’acqua cristallina. Ma per far rosicare chi sta in montagna a faticare su per qualche erta salita va bene pure. Zitti vah, non mi parlate di montagna che sto in astinenza da “quellidelcai” e le faticate assurde senza soste, senza mangiare, senza bere e, soprattutto, senza lagnarsi. Qua invece è tutto un mangiare, bere e lagne pure, soprattutto sui cessi.

21.7.2017 Pula el mare stufa. “Cosa femo ancò?” chiede la Olga dopo essersi specchiata per l’ennesima volta; “nemo nel mare de ieri” rispondiamo in coro io e il Nozz. Del resto, che altro vuoi fare qua? Tipo girare per caratteristici paesetti istriani sotto Caronte? Salire sul Monte Ucka a fotografare flora endemica (sehh magari..)?, visitare le miniere di carbone e piangere sui minatori morti? Arrampicarsi per la Vela Draga? Non ci resta che il mare cristallino, sotto l’ombra dei pini, nella scogliera carbonatica del campeggio. Qua lasciamo la Olga, mentre col Nozz andiamo alla ricerca del forte di Punta Christo. “Non è visitabile causa concerto” ci dicono. Bon per oggi abbiamo camminato abbastanza, torniamo dalla Olga che vuol farsi il bagno alle ginocchia, oggi osa di più. “Certo che el mare stufa!” obietta “se nuoti un conto, ma sennò cosa fetu?” “leggi un libro” rispondo. Però a dire il vero, lo ammetto, stufa proprio. Per tagliare l’aria, a mezzogiorno in punto andiamo a mangiare come gli operai. Mangiamo poco perché il corpo immobile non abbisogna di chissà che nutrimento. E per smaltire si torna alla baia a leggere. La Olga, vinta dalla fatica della nullafacenza, dorme e quando si sveglia andiamo al bar a prenderci qualcosa. Qua si ricorda che è tutta la settimana che non piange, com’è sto fatto? Attacca con i discorsi lugubri, ma visto che fanno poca presa su di me, mi avverte “te vedarè co more Sergio come te te senti” ahò!ma sempre Sergio deve morire? Perché non fai morire Giorgio della Luisa qualche volta?’” le rispondo. Ciò apre ancor di più le cateratte del pianto, visto che la Luisa è misericordiosa, mica come me. Però la fase piagnisteo passa presto, lei diventa immediatamente allegra quando le propongo un bagno alle cosce stavolta. E la foto di rito, si capisce. Un tedesco ci vede armeggiare per un autoscatto e pensa bene di salvare la digitale da bagno certo nel mare “please, if you wont…” wont wont, tiè,scatta!”. Da vero artista ci fa pure belle foto. Ben ciò, per oggi anche la vanità è stata accontentata. Ora la Olga vorrebbe tornare a casa. “Non ci penso per niente con sto caldo” dice il Nozz che subito si tuffa. Io invece trovo 4 orme di dinosauro nella piattaforma carbonatica. Le fotografo per Luca prima che un cagnaccio tremendo mi morsichi, visto che sta proprio sopra le orme. Per rassicurarlo dico al padrone del cane “Look!! the dinosaur's footsteps!” “sure?” “eccerto! Se viene Nicosia te lo conferma senza meno”. E me ne vado a far tuffi, lasciandolo cercar sassi e massi per tutto il tempo, avendo evidentemente trovato il Pietro Sassi geologo tedesco. E mò basta mare che stufa, torniamo a casa a cenare, ancorchè la Olga, addentato un pezzo di pane, voglia cenare con la pagnotta e basta. Sehh che non lo conosce il Nozzolone? Se non si fa una cofana di pastasciutta non ha manco vissuto.

22.7.2017 Vodnjan (Dignano). Nonostante un gran caldo, con estrema noncuranza, decidiamo di cercare le “casite”. Dove sono? Nei pressi di Vodjiam (Dignano). “Ma varda che bel paese ciò!” si entusiasma la Olga “mejo anca de Venessia”. E’ contenta perché indossa le sgalmare le ho prestato. Certo, con quei capelli dritti in testa (colpa della parrucchiera Mg) e le sgalmare ai piedi, sembra la moglie del martire “Vladimir Gortan” . Chi è costui? Chiederete voi? E che ne so? Nelle case di Vodnjan ci sono scritte rosse assai sbiadite che inneggiano il potere popolare, con tanto di stella rossa, e rispettivi caduti per il potere. Che, parliamoci chiaramente, mai fu del popolo. Ma insomma, visto che la speranza è l’ultima a morire, rendiamo pure omaggio ai caduti per il potere. Bon, visitato il paese, cerchiamo le casite. Speravamo di vedere costruzioni dirute, antiche e suggestive, ma no, il parco delle casite fa vedere la tecnica costruttiva e le casite nuove di zecca. Con tanto di lastre di calcare appena messe, che la Olga se ne voleva portare una a casa (di lastra). Approposito di lastre, sbrighiamoci ad andare al mare che devo rifotografare scientificamente le orme di dinosauro e prendere il punto gps. Appena arrivo scanso i bagnanti che, ignari, sono sdraiati sopra le orme. “Please, sit up, there are dinosaur footprints!!!” ciò con fare molto professionale, metro da sarta, tablet, gps e digitale. Subito quelli si alzano allarmati, manco il dinosauro fosse in carne e ossa “really?” “e si, guardate qua” e mostro la pista. Espletato il compito andiamo a mangiare. Lascio la Olga e il Nozz allo stravacco e me ne vado in cerca del forte. Stavolta è visitabile, è pieno di rasta e tracce del concerto. I rasta? La OIga non li può vedere, nonostante aborra i capelli lisci. A me invece piacciono parecchio e, dopo aver visitato il forte, scendo a mare dove hanno l’accampamento. Ottimo bagno con musica rasta di sottofondo. Che sballo! Bon e per tornare? Faccio il perimetro della penisola trovando posti da sogno. Pieni di rasta che la Olga annegherebbe sicuramente a mare. Cammina cammina, attraverso punta Christo e mi ritrovo al campeggio. Anche stavolta la Olga azzarda il bagno alle ginocchia con il mare mezzo mosso. “Disito che fa ben ciapare l’acqua ale gambe?” “faria meio fare un bagno completo, te insegno a noare?” “situ mata? El mare storna”. Storna e stufa, torniamo a casa che è meglio.

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