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“QuellidelCAI” sul Monte Gemma (Escursione)

Antefatto: “Arriva una mail da Giorgio proponente un’escursione alla quale non posso assolutamente mancare “cercare un pozzo sul Monte Gemma”. Ovviamente l’invito è esteso al Nozzolone il quale, saggiamente, dichiara: “Con QuellidelCAI? Chesseimatta!!!!! Vai tu!” Eccerto che ci vado, mi devo allenare per il Monte Amaro, 2500 metri che ce vò!

L’epica impresa:
Stavolta l’appuntamento è alle 8, così tardi che nemmeno gli speleo…arrivo con quasi mezz’ora di anticipo perché si sa che loro son precisi, se dicono le 8, minimo ci devi stare alle 7,30. Arnolfo arriva pure lui con largo anticipo, ma appena giunge Giorgio ci fa sapere, tutto nervoso, di aver preteso l’apertura anticipata dei supermercati in zona, per questo è arrivato in ritardo (ossia alle 8 meno un quarto). Quello che se la prende comoda è Renato, per colpa sua partiamo a sta ora tarda e per colpa sua facciamo questa uscita quasi spelea. Perché Giorgio deve lavare l’onta di averci portato fuori strada al Catillo, dichiarando pozzo una calcara, ma poi scopriamo che è stato Renato a confonderlo. A me sta benone, intanto al Catillo abbiamo trovato il pozzo soffiante segnalatoci e poi c’è da trovare quest’altro che, dice Giorgio, si butta il sasso e si sente toc toc..silenzio, silenzio, silenzio.. Toc!!!! Bon! Dopo una sosta tettonica al bar di Mondellanico, dove c’è un cappuccino fatto con il latte della padrona che ha fatto cascar gli occhi ai maschi del gruppo, finalmente eccoci a San Luca dove inizia l’erta salita per il Gemma. Qua Giorgio dice subito che non dobbiamo far soste per levarci giacche a vento, pisciare, mangiare, niente di niente fino al buco, poco sotto la vetta. Mihh non oso far nulla di tutto ciò e, rimpiangendo di non aver usufruito di alcuna toilette, m’incammino svelta dietro al gruppo. Mi par di capire che questi qua si stanno già allenando per il Monte Amaro. “Mariateproveda” penso “quando gliela fo, nianca a strasinoni!”. Giorgio dà voce alla mia impressione “abbiamo fatto 350 m in un’ora, per Monte Amaro ne dobbiamo fare 500 in un’ora”. Appunto. Con ste cifre che mi frullano in testa interrogo Arnolfo “quanti metri si fanno in un’ora?” “200 per il Monte Amaro” risponde. Renato non fa testo, quello sta già in cima, infatti non si vede, perso tra la nebbia che lui qua non c’è mai stato e deve segnare sul taccuino non so bene cosa. Tipo che ci stiamo mettendo tanto. Per fortuna ad una certa Giorgio dice che deve trovare il “pozzo del sasso che fa toc dopo una cifra” per cui mi stravacco subito per terra a dar fondo alle riserve mangerecce, dando cattivissimo esempio ad Arnolfo che, però, si limita a mangiare una banana. Perché “QuellidelCAI” son parchi anche a mangiare. Torna Giorgio che ci redarguisce “che c’è qua! un ammutinamento generale?” subito scattiamo in piedi “no! generale no!”, c’è pur sempre Renato che zampetta col taccuino. Così facciamo battuta e trovo tre pozzi in sequenza tutti soffianti aria calda e umida. Gli altri scoprono quello che penso essere la Poiana, in realtà è un pozzo già conosciuto di cui mi sfugge il nome (come tutto del resto, datosi la mia tarda età). Avremmo anche raggiunto lo scopo, visto che il pozzo di Giorgio è introvabile, ma “QuellidelCAI” hanno visto la croce e guai a non arrivarci spediti come razzi. Vedo poi che proseguono oltre ma fortunatamente li scorgo appollaiati a un tavolino a mangiare. “Ghetu visto che sti qua i magna anca lori, no solo mi ciò”. Però avendo dato già fondo alle mie provviste non mi resta che far man bassa di bulbi per il giardino, pochi, che non voglio passare per una depredatrice di natura. Non ci resta che tornare ma non faccio in tempo a compiacermi della scapicollante discesa che “STOP! TUTTI SU” Giorgio ha il GPS il mano e non è contento se non trova sto pozzo, che dovrebbe stare su. Come se non ci fossimo appena stati poi. Però la nebbia ci confonde e facciamo battuta su pietre già battute, con la voce di Arnolfo sparsa giù per lo strapiombo che mi chiede di spiegargli il carsismo dei campi solcati. Ti pare il momento?.
Nonostante il su e giù il pozzo non si trova per cui non ci resta che tornare il più presto possibile, ma non già per ammirare la tettonica del bar di Mondellanico bensì della “iosonosexygrazieprego” del bar Sempreavvisa di Carpineto.
Alla prossima!! Mg 24.2.2016

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