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Sega antropo-angeologica (Murano ai Serini)

Antefatto: : Eccoci, freddi e determinati, a trovare il 4° ingresso dei Serini. Una squadra composta da Paolo e Federica, entrerà da sarà serini con l'emettitore arva; una, composta da Enrico, Angelo, Mg e Nozzolone, andrà alle doline di campo di venza con l' arva ricevente.

L’epica impresa: Armati di qualsivoglia materiale scavante, riempiti gli zaini di vettovaglie per i campeggiatori di sarà serini, la squadra ricevente s'accinge, sotto una tiepida pioggerella, a salire in quel di campo di venza, laddove arriva in men che non si dica. Giunti colà, attestano la sola presenza delle tende, visto che Paolo e Federica si sono già imbucati, e cominciano a sondare le varie doline, cercando possibilmente quella contenente plastica bianca, trovata da Federica sotto il meandro di notte. Alle ore 13, Enrico accende l'arva e subito si sente il bip bip dell'altro, 18 metri sotto, il punto esatto sta nei pressi della dolina maxima, la cloaca dei rifiuti, quella già indicata dal circolo, quella definita impresa impossibile. Ma la voce di Federica "tirateci fuori" echeggia nel cervello degli scavatori, i quali, armatisi di tutto punto, iniziano l'immane opera di svuotamento di metri cubi di bottiglie di vetro. In poll position si mette Mg, con due paia di guanti, a seguire Enrico, e poi Angelo e Nozzolone a fare passa callarella.
In poco tempo l'avan-dolina diventa un'enorme discarica a cielo aperto, mano a mano che il buco s'approfondisce, subito battezzato "ingresso murano".
Lo scavo prosegue febbrile; pioggia, sole, di nuovo pioggia, non distolgono minimamente gli speleo netturbini.
Solo Mg deve cedere la poll position ad Angelo, anche lui fervido amante di scavi proficui.
Ma Angelo non segue la via dell'acqua, aria, immondizia, scava ad allargare, perdendo più tempo che altro, e, intanto, annota il suo pensiero sulla formazione della dolina: "li vedete questi sassi? questi sono stati messi ad arte da qualcuno, troppo regolari, è un muretto". Inutili le spiegazioni geotettoniche di Enrico, la convinzione di Angelo è granitica, le pareti del buco sono opera umana.
Mg intanto freme, vede che lo scavo si approfondisce ma non segue la giusta via, così, con un colpo di guanto, riprende la posizione e lo scavo furioso.
Alle tre, come d'accordo, le due squadre iniziano a battere, si sentono i colpi degli infoibati, circa 5 metri più in là, nel nulla assoluto.

Allora Mg inizia a scavare sulla destra, verso i colpi, e i sassi cedono, si vede qualcosa sotto, così, lasciando perdere i vetri, sistemato un telo provvidenziale emerso dall'immondizia, inizia a levare macigni sempre più grossi, per la gioia dei compagni estrattori.
Alle 16.30, stop, inizia a piovere davvero e lo scavo è ancora immane, non si vede nessun pertugio, ma si presume che si debba scavare in basso; l'immondizia, tuttavia, è quasi tutta estratta, una quantità immane.
Il cumulo esterno viene così ricoperto dai sassi, a costituire un tumulus per i posteri ad imperitura memoria.
La discesa, sotto lo scrosciare dell'acqua, con il tuonare di sottofondo, è accompagnato dal borbottamento ininterrotto di Angelo sul timore del suo piede di porco attira fulmini. "Daglielo al Nozzolone" suggerisce Mg, "è il più vecchio, ormai la sua pellaccia è a perdere..."
La sega, stavolta, va ad Angelo per le sue spiegazioni sui manufatti umani in dolina immondezzaio.
E gli altri due? ancora non si sa nulla, vagano per il meandro di notte in attesa di qualcuno che li estragga, assieme ai pezzi di bottiglia.

Mg 21.8.2005

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