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Sega al pozzo del bucefalo (Esplorazione e rilievo)

Antefatto:
Oggi ci dividiamo in due squadre, nientemeno. Nel gruppo, a furia di defezioni per motivi amorosi, siamo rimasti quattro gatti ma riusciamo lo stesso a fare ben due squadre.. miste peraltro.
Una composta da Vincenzo, Paolo, Federica, Patrizia, Federico, uno tizio nuovo e Pepita, incaricata a scavare e fotografare grotta dei merci; l’altra composta da Nozzolone, Fabio, Elena, Mg, Mirco e Luna, per aprire, esplorare e rilevare pozzo del bucefalo. Ogni squadra ha con se, oltre maschi e femmine per aumentare la probabilità di defezioni future, anche un infiltrato del Circolo ed un cane femmina cadauna.
L’epica impresa: Arrivati ad Itri, dopo aver raccolto lungo la strada un bellissimo reperto dalla mondezza che farà la gioia della nostra sede, scopriamo che almeno qua non imperversa il carnevale itrano con i maschi vestiti da Fra Diavolo e le femmine da cosce istrane, no, c’è solo San Vincenzo che ci aspetta già in piena convulsione da fermento grottifero (visto che da stamani ha già esplorato un vasto territorio aizzandosi dietro cani rabbiosi e ora l’attesa lo rende vieppiù nervoso).
Ci separiamo, ancora in piena armonia, ed ognuno va per la sua grotta. Lo scavo, oltre a togliere il pietrame messo lì da quello che va dicendo che il pozzo è da 60, altro non produce, la roccia è fetida come la villa.
Allora provo ad entrarci lo stesso, macchè, m’incastro con le mie bellezze da venere del paleolitico. Ci prova Mirco e ci passa, ahhhh rosicamento!!!! ma lui, da cavaliere vero (non l’altro..), si ferma subito sotto l’ingresso per sbozzare un pezzo di roccia e poi esce per lasciarmi l’onore della scoperta. Apprezzo proprio il gesto e così mi godo sto pozzo da 60, ma quale! Una decina di metri sotto, sono già arrivata ad un terrazzino di terra e lì chiamo a gran voce Mirco, che il proseguo del pozzo mi pare stretto.
Lui arriva, arma il pozzo successivo, che saranno altri 5 metri e mi aspetta al fondo quasi fondo prima di intraprendere il resto dell’esplorazione. Arrivo, lo scavalco e trovo un altro muro di sassi (si vede che la tettonica di questa zona crea muri di sassi, va a sapè) sceso il quale una frana tappa tutto. Mirco, che si vede che è del circolo, dice che c’è un sacco di aria gelida di grotta tra i sassi e che sicuramente Paolo qua farebbe fuoco e fiamme per stasare. Va beh? vogliamo mai che Paolo faccia fuoco e fiamme e lasci anche il nostro gruppo per installarsi in pianta stabile al circolo? MAI!
allora, con tutta la malagrazia del caso, inizio con furia a stasare i massi passandoli a Mirco, incaricato a fare un muretto sopra il muretto e nel frattempo facciamo scendere Fabio per rilevare ed Elena per allenarsi.
Non so come, riesco a spostare i massi per intravedere uno spiraglio nero a fessura che non scende, no, va in là, verso villa Cettola (di cui, sicuramente, è l’uscita di sicurezza). Mirco si mette a testa in giù e gambe in su e verifica che è un meandro.
Quelli del circolo chiamano meandro a posti che manco una mano ci passa, ma lui mi sciorina tutte le strettoie che ha fatto dal 1812 e bla bla come se pozzo di monte Bucefalo fosse il Vermicano. Quando sto per addormentarmi cullata dal resoconto delle strettoie, ecco Fabio che si mette a rilevare alla Paolo. Ci impone di prendere duecentomiliardi di punti su e giù, qua e la, finchè, presa dalla disperazione, fatta scendere e risalire Elena in un battibaleno, mi fiondo sopra il terrazzo di terra, m’infilo dentro la saletta della scolopendra e gli detto tre punti in tono perentorio che lui non ci capisce più niente e gli dico che il rilievo è fatto finito e non siamo a Piaggiabella a rilevare, ma nel pozzo di monte Bucefalo, proprietà di Cettolaqualunque che l’ha comprata con il tesoro di Fra Diavolo trovato alla grotta dei merci dove stanno gli altri disperati. Bon. “E poi sbrigatevi a salire che devo disarmare!”. Fabio non ci prova nemmeno a protestare, ma sento che borbotta tutto il tempo sul fatto che i punti devono andare da A e B ed in sequenza e non in modo randomico. “Va beh, Fabio, sbrighiamoci a tornare al bar che ti disegno la grotta con i punti messi bene”. Ma al momento di mettermi lo zaino sento che è inchiodato per terra. “Ma è la stessa roba dell’andata?”, “no” risponde il Nozzolone “c’è anche il fango” e ciò detto mi prende parte della roba. Subito Elena viene colpita da un attacco di rosicamento acuto e mi chiede come faccio a farmi portare gli zaini e continua di sto passo sulle donne che fanno le lagne “ahò Elena, famo a capirse! se tu la dai a piene mani con grande generosità, vedi che prima o poi qualcuno che ti porta lo zaino lo trovi” e con questo saggio suggerimento forse avrò evitato la diaspora amorosa, chissà…
Al bar faccio lo schizzo della grotta e poi ciao, non aspettiamo nemmeno gli altri che stanno arrivando, io e il Nozzolone abbiamo il bagno di voltaren che ci aspetta!!!!!!!! La sega?????????? siamo stati tutti bravi…la darei ai fuggitivi…
Alla prossima!Mg 6.3.2011
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