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Sega del Pozzo Cardillo

Antefatto:Il 26 luglio 2007 è nato il Gruppo Speleologico Castelli Romani, siccome araba fenice, dalle ceneri del GSG.
La prima uscita del gruppo, in gran pompa magna, vede la presenza di : Paolo e Davide, Federica, Patrizia, Walter, Loretta, Mg, Nozzolone, nonchè Federico del Circolo. La meta è “pozzo cardillo”, a Vicalvi.

L'epica impresa:Inizia da un campo falciato calcinato dal calore, circondato dai peggio roveti. Dov’è la grotta? ovviamente nel folto del peggio roveto; si apre a mò di botola verticale con tanto di apertura a tomba e grata in cima, per drenare le acque (quando ci sono) di un ruscello. Si scende per circa 5 metri, arrampicabili e abbastanza viscidotti. Fin qui niente di strano, ordinaria amministrazione. Scendono Paolo, Walter, Loretta, Federica e poi il Nozzolone. Giunto in fondo, ancora col discensore in mano, inizia ad ansimare siccome mantice “manca l’aria, ho un attacco di claustrofobia” e tosto sale ed esce. Mg, Patrizia, Federico e Davide si guardano nelle palle degli occhi “manca l’aria???? scendiamo?” scendiamo.
Dopo un pò Patrizia si lagna della puzza, sto sottotuta puzza di carogna, sarà un mese che non lo lavo. Ma la carogna c’è. E’ una volpina caduta dentro, impossibilitata a risalire. Ma l’aria, a parte la puzza, manca davvero, tant’è che ansimiamo peggio dell’ascesa all’Everest. Federico si siede di botto e ricorda “in Messico è successo uguale, mancava l’aria, siamo usciti di corsa, prima di svenire” ma, sia perchè gli altri stanno proseguendo, sia perchè la grotta invita, proseguiamo imperterriti, e anche Federico, di fronte a tanta incoscienza, decide di seguirci.
La grotta invita, in effetti, scavata com’è nel conglomerato, siccome esposizione di mattonelle veneziane. Proseguiamo nel meandro, immergendoci nell’acqua sempre più profonda, con passaggi abbastanza esigui. Parliamo poco, per non consumare ossigeno, sperando di trovare un refolo d’aria fresca che indichi qualsivoglia sbocco. Ma niente, l’aria è sempre più stagnante, non solo, arriviamo ad un passaggio basso, nel quale tocca immergersi fino al collo nell’acqua marrone. Mg seduta, mentre aspetta che gli altri passino, vede salire la nebbia di Avalon, che sta impregnando tutto l’ambiente, sarà suggestione, ma la testa le gira vorticosamente. “A regà, qui morimo tutti, fate come volete, ma l’ossigeno lo stiamo consumando, siamo tanti e bisogna considerare pure il ritorno”. E fa veloce dietro front, che non le pare ancora l’ora di dipartire, morta stenca in grotta come la volpetta carognosa. Dopo un pò la raggiungono anche Davide, Patrizia e Federico. Usciamo contenti di respirare aria calda, ma non stagnante.
Aspettiamo gli altri con apprensione, sperando davvero che non trovino sacche di anidride carbonica, in ogni caso, Federica con la carburo dovrebbe accorgersene. Gli altri escono dopo circa un’ora e mezza raccontando di laghi bassi, nei quali tocca immergersi quasi completamente, di gallerie alte, spiagge (questo lo dice Walter, più prosaicamente Paolo rettifica in “melma”), e ancora laghi e laghi, con il freddo sempre più pungente dell’acqua, che, alla fine, ha la meglio sulla voglia di esplorare ancora.
Tocca tornarci con la muta, ed in pochi, perchè l’aria proprio non c’è, ma prima di tutto, urge eliminare sta carogna di volpe.
Mg pensa che dopo la bomba, togliere la carogna è niente. Così, munita di sacconi d’immondizia, procede all’estrazione del cadavere, almeno questo pericolo è scongiurato. Resta sempre il problema dell’aria.
Così andiamo a vedere se si può agire sulla risorgente, dal di là del colle. All’interno c’è un tubo, che effettivamente viene utilizzato per innaffiare i campi, quindi, bisognerebbe convincere il villico a trasformare il campo di mais in risaia...
Intanto Walter s’immerge nel laghetto, ma esce spaventato dalla rane; s’immerge anche Mg, sperando nel rospo-principe, ma la volta si abbassa e stringe, non si vede alcun passaggio, nè sembra ci sia sta gran corrente d’aria.
Paolo e Federico vanno, nel frattempo, a parlamentare col villico proprietario del tubo, che non c’è, ma interpellano un vicino che fornisce loro qualche utile informazione per futuri contatti, speriamo proficui.
La sega va al Nozzolone, anche se, a dire il vero, entrando avrebbe consumato, con la sua cassa toracica, l’ossigeno grottesco in men che non si dica.....

Alla prossima! Mg 29.7.2007

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