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Sega della Ciauca di Michele (Esplorazione e rilievo)

Antefatto:Oggi andiamo alla Ciauca di Michele sul Monte Ruazzo, segnalataci da Michele maranolense.
Siamo: Angelo, Fabio, Roberta, Luca, Federica, Paolo, Nozzolone e la sottoscritta.
L’epica impresa: Come al solito Paolo la prende di traverso, la meta sarebbe la Ciauca di Michele ma prima dobbiamo vedere, trovare e fotografare la Ciauca di Acquaviva (?). Questo anche perché Luca ha la Pentax nuova e deve fare prove e tentativi vari.
Il pozzo è molto bello, peccato non scenderlo perché....la nostra meta è, reperite juvant, la ciauca di Michele.
Infatti eccolo Michele che ci accoglie tutto giulivo nella soglia del suo megapodere nel bel mezzo di lecceta aurunca. “Andate prima ad esplorare la ciauca e poi venite qua che vi offro vino e caffè”. Quasi gli perdono il megapodere, quasi.
L’imbocco è di quelli che sai già che soffri, bello, indubbiamente bello lavorato ma..strettttttooooooooooooo.
Paolo dice che devo scenderci io per prima, ecchè, ho la claustrofobia! ma anche la tuta allargatami dal Nozzolone, voglio io rinunciare ad inaugurare il suo bel lavoro? MAI! Così mi preparo, mettendo subito le mani avanti che non solo la spelea strafiga super che le sa tira, manco per niente, ho tutti i difetti regalatami dalla natura e me ne vanto anche sommamente. Infatti, con i difetti della natura, m’incastro subito appena scesa, col culo, per capirse (il famoso culo delle gemelle bone..ma questa è un’altra storia..).
Smazzettando un po’ ci passo “Angeloooooooooo!! Mi tiri fuori se m’incastro??” “SII!” Angelo è sempre la mia ancora di salvezza e scendo trattenendo il respiro, m’incastro, non m’incastro, m’incastro non m’incastro e vai! Scesa.
Vedo subito una finestra con una specie di pozzo e strillo che continua con altro pozzo, così tutti si sbrigano a venire anche loro. Nel frattempo scendo a vederlo, mica vero che è un pozzo, è una specie di meandro stretto impraticabile.
Ristrillo che la grotta finisce, ma loro non ci credono, è la prima che hai detto, e mi trovo con Paolo, Federica, Angelo e, dopo un po’, anche con Fabio. Bene, Angelo si ficca nel meandro impraticabile, come ha fatto non lo so, Federica trova un niphargus, Paolo e la sottoscritta facciamo il rilievo.
Continua? Può darsi, ma c’è da lavorarci di brutto, mettiamola in fila tra quelle da scavare. Intanto, dopo foto e rilievi, Federica sale e Paolo mi dice “Sali?” invece sale lui, la famosa incomunicabilità. Gli sto per mollare una sega, ma Fabio se l’accaparra prima, buttando un moschettone dentro il meandro stretto. Angelo invece di buttarci anche Fabio dentro e farlo incastrare una volta per tutte, glielo va pure a prendere. Fuori ci aspetta Michele tutto speranzoso di sapere cosa fa la grotta.
“Può darsi che continui” gli dice Paolo “ma l’avete fotografata? La chiamate come me?” “si” gli rispondiamo in coro.
Lui non sa che le grotte s’intitolano solo ai morti, dopo morti e non prima (bella questa frase..).
Lui, per sommo ringraziamento, ci porta al megapodere per offrirci vino fatto da lui, denso come fango di grotta e caffè. Paolo fa l’ospite perfetto complimentandosi su tutto, Angelo gli promette che gli pianterà la tenda nella fangaia del giardino e io m’informo, con minuziosa dovizia, se abbia ottenuto tutti i permessi edilizi , così lui mi srotola davanti il progetto con tutti i bolli tondi. Intanto la casa inizia a fumare dal muro, il camino ha questo sfiato si vede, fa parte del progetto edilizio con i bolli tondi.
Fotografiamo anche questo e via, a fare un’altra ciauca dal nome aurunco assolutamente impronunciabile.
Stavolta, senza troppi tentennamenti, la scende Paolo e ci trova anche materiale, probabilmente del Tri-ma, con carogne fresche. Ci torneremo con la calce, che tanto in sede c’è rimasta, magari verrà anche Loretta a intonacarla, Rambo a farci l’impianto elettrico, Walter a mettere le piastrelle e Luca a riempire le fughe. Insomma c’è da fare anche qua.
A Itri testiamo una nuova pizzeria, gelida come una sala per autopsie e senza cesso (Walter, provvedi..) trovando anche un cartello con disegnate le famose cosce istrane dop. Che esistono, venire a Itri per vedere e toccare con mano. La sega, come detto, va a Fabio. Alla prossima!Mg 9.1.2011
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