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Sega delle ferrate (Gransasso)

Antefatto:II GSG si è sfasciato in due tronconi quasi equivalenti, incompatibilità di carattere (o forse d’obbiettivi comuni) hanno determinato questa scissione.
Nell’attesa che una parvenza di gruppo si ricostruisca, Paolo, Federica ed Angelo vanno a scavare nella grotta del Natale. MG e Nozzolone (che nella grotta non ci passa proprio) si danno alle ferrate.
Dopo aver fatto, senza colpo ferire, la Ventricini, stavolta affrontiamo la Brixio e, non paghi, la Danesi; eccheeeee!!! ambiziosi siamo!!

L'epica impresa: Inizia da Campo imperatore verso le 10,30. Mentre il Nozz ansima su per la salita, Mg fa la variante “orto botanico” che prima di tutto i fiori e poi tutto il resto.
Ovvio che non avverte il Nozz della variante, per cui deve fare uno sforzo immane per raggiungerlo, spendendo subito parte del patrimonio fisico della giornata. Lasciamo la processione di gente al bivio verso il Corno Grande dirigendoci lesti e quattti verso la Brixio. Perchè la Brixio è chiusa da anni, non solo c’è una bella scritta “CHIUSA” ma è stato scalpellato ogni riferimento dalle tabelle.
E noi c’andiamo lo stesso, va beh? Giunti all’attacco, al momento di imbracarci, ad entrambi ci prende...l’attacco....sarà fifa? ma noooooo, ordinaria amministrazione, toh, che coincidenza però. Più leggeri affrontiamo le prime corde. Mg, con molta nonchalance manda avanti il Nozz, il più sacrificabile (per l’età..), con verbali avvertimenti onde scaricarsi la coscienza: “non ti attaccare, Nozzolò, che sei pesante e poi quelle ormai si reggono con lo sputo” . Lui non si attacca, ma giunto alle scale, beh, le deve scendere per forza, altra via non c’è. “Vieni pure, ma sta attenta che sono attaccate proprio per scommessa” Mg scende sicura, che tanto hanno retto l’impavido Nozz. Proseguiamo per canalini con neve, frane, corde rotte, passaggi circospetti. Mg si attarda a fotografare fiori e non s’avvede della vita. Così si trova in un passaggio di roccia alquanto azzardato, il nulla sopra, il nulla sotto. “SERGIOOO!! AIUTOOOOO!!!!” macchè, poi arriva come d’incanto un tizio barbuto, comparso dal nulla (un angelo, sicuro..) che si mette sotto a mò di protezione, così Mg passa indenne dall’altra parte. “Grazie mille, a volte basta l’aiuto psicologico”.
Mg raggiunge il Nozz, e senza altre traversie arriviamo all’attacco della Danesi, ore 13, già stanchi morti. “Che si fa?” “mangiamo, prima di tutto e poi, perchè no? almeno ce la togliamo di mezzo” .
Mg non crede alle proprie orecchie, contenta di ciò, ma non eccessivamente, s’appresta a fare anche la Danesi.
La via per il Corno piccolo è particolarmente saponosa, ma con bella roccia arrampicabile, facciamo la gara con un vecchiotto (magari aveva la nostra età, va a sapè..) “prego, passi prima lei” “ma no, faccio con calma” “pure noi, non c’è problema”. Finchè un buco non dà lo sprint ad Mg, che s’infila tutta contenta di dimostrare la propria maestria in buchi e passaggi stretti. Il Nozz mugugna, ma prosegue. Alla fine c’arriviamo alla cima del Corno Piccolo, ci fermiamo quanto basta per ammirare delle strane spaccature, e poi scendiamo per la “normale” mai fatta.
La discesa è tutto un lamento per le ginocchia e la ghiaietta infida.
Invece la salita per la sella dei due corni non sente un lai, solo un ansimare immondo “che staranno facendo quei due?” “sehhhh, magari, qua ne va della nostra sopravvivenza”. Arrivati alla sella dei due corni, si sale ancora per placchette selcifere. “Ma come si sale, non si traversa?” “no, c’è un torrione di mezzo, si sale” E saliamo il corrispettivo di un altro corno piccolo. “Ma vammorimmazzato vah! non era meglio tornare per la Brixio?” “era meglio, a saperlo....” Mg tenta anche una variante, ma senza esito alcuno, deve proprio fare la retta via, che non le è per niente congeniale. Però appena giunta alla discesa, guardando il passo del Cannone, le prende la smania assoluta di ritorno, pari solo all’elastico di grotta. Inizia a cantare a squarciagola giannanannini “regalami una bomba che stasera ti scoppio iooooo....” e saltare tra ghiaia semovente. Poi, presa da rimorso, aspetta il Nozz “vai pure avanti, se vuoi rivedere l’orto botanico” “ma no, mica ti lascio morire solo, il compagno va aspettato che la montagna è severa, ma vedi di sbrigarti che a casa devo stendere i panni”.
Però l’orto botanico è tappa d’obbligo. Alle 7 di sera giungiamo felicemente alla macchina, e onore e vanto, il Nozz cede la guida a Mg “e vaiiii!!!!!!!!! ci voleva il gran sasso ci voleva!!”.
Telefoniamo ad Angelo “com’è andato lo scavo?” “abbiamo scavato 10 metri stretti, continua assai stretta da Sarà Serini”...quanto meno non ci siamo persi niente, vah..e ci saremo pure allenati. Alla prossima!Mg 15.7.2007

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