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Sega del "Galanthus nivalis" (Battuta Monte Rinsaturo)

Antefatto:Sto lavorando come una furia azzannando fascicoli come un cane rabbioso quand’ecco, controllando la posta, zac! una chat di Paolo “complimenti per il buco, scrivi la relazione” penso che Paolo si riferisca a quello del monte Lupone, mica ad altri buchi di cui sono fornita, peraltro più interessanti “a Pà, non ho tempo manco per piscià” “hai la cistite?” “no, ho troppo lavoro” “se avessi soldi ti regalerei un portatile così scrivi le seghe in treno” questa cosa mi commuove, va beh, ecco la sega….

L'epica impresa:Siamo in due, Mg e il Nozzolone, di sabato perché domenica è prevista pioggia, il Nozzolone vuole provare il GPS nuovo e io cercare buchi e fiori contemporaneamente, non c’è nemmeno bisogno di interpellarci, entrambi sappiamo che il monte Lupone sarà la nostra meta, bello, calcareo, vicino, per niente frequentato dagli speleo, curiosamente poco grottifero nonostante ne abbia tutte le premesse.
Saliamo come da battuta, in formazione sparsa, io con apposito sacchetto per raccogliere bulbame, erbacce ed ogni bendiddio vegetale, il Nozzolone con occhi incollati al GPS. Il nostro andare è zizzagante ed incrociamo escursionisti attempati, una delle quali, rivolta all’altra, domanda “che raccoglie quella?” con tipico tono da amante della natura chi ama la montagna le lascia i suoi fiori mi vesto da decatlon ho una villa la mare una in montagna e una in collina.
Sentendomi punta nel mio amor proprio di ambientalista rispondo bieca ma concisa “raccolgo piante per il mio orto botanico, sono una botanica” al chè mi si affianca un tizio che mi attacca un bottone tremendo su tutti gli orti botanici del nord Italia, fortuna che sono preparata nella materia e so rispondere a tono dall’alto della mie origini nordiche. Fhhhh meno male! prima che il tizio m’ interroghi sulla genesi delle emicriptofite cespitose me la svigno in gran fretta imbattendomi, appunto, nel buco visto da Paolo su flick.
Il posto è fantastico per i buchi (monte Rinsaturo), posto sulla dorsale laddove non batte il sole, nella parte buia del mondo come da prassi, in una micro valletta che assorbe, sembra a prima vista, nel mezzo di una sinclinale. Urlo al Nozzolone “grotta grotta!!!” come Colombo che avvista l’America e mi metto subito a scavare a mani nude, estraendo massi e terra, spaccandomi unghie, raspando come un’ossessa prima che arrivi il Nozzolo, per dimostrargli che oltre alla parvenza c’è pure il buco. Ovvio che il buco non si fa bucare così senza appositi strumenti ma i sassi vengono via volentieri, segno evidente che sono stati messi a bella posta per tapparlo. Arriva il Nozzolone che dapprima si complimenta ma poi sentenzia che non soffia, “come non soffia?non vedi il muschietto che si muove?” fuori c’è un vento sardo che fa muovere anche il monumento di Mazzini se ci fosse, ma il muschietto, quello, viene mosso da venti endogeni, secondo me, ma non sono più tanto convinta di ciò..in realtà la terra smossa ha anche tappato il tappabile.
Mi pulisco le unghie rotte sul muschietto semovente, appunto, e m’accingo ad immortalare con appositi autoscatti buco e scopritrice, che il Nozzolone sta girando in tondo col GPS per segnare il circondario.
Con grande rammarico devo abbandonare il buco prima che oltre alle unghie ci lascio tutte le mani a furia di scavare, andiamo verso la cima ma il brutto tempo ci intima di non proseguire oltre le fosse di Cori, peccato ma non troppo, la grotta secondo me c’è e si chiamerà “galanthus nivalis” volgarmente, bucaneve, estratto dallo scavo e trapiantato nel mio giardino, già pomposamente definito “orto botanico”.
La sega va al Nozzolone, disfattista di natura e poco incline a riconoscere che i miei buchi oltre che essere estremamente interessanti, soffiano….
Alla prossima!Mg 31.1.2009

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