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Sega...che Guaglio!!!! (Abisso Attilio Guaglio)

Antefatto:.Speleo-raduno annuale a Castelnuovo Garfagnana. Mg, Nozzolone e Angelo sono stati precettati dagli Scledensi a fare il Guaglio. Il Nozzolone è oltremodo preoccupato dalla strettoia iniziale con discesa diretta sul pozzo, ma tutti, dopo averlo ben squadrato, decretano: “ci passi, è solo scomoda” e via a descrivere il modo più consono per passarla.
Mg, dalle descrizioni di Yuri, s’immagina una cosa tremendissima, tipo ramo dei carbonai degli Urli, o certi passaggi del Gresele e degli Eretici, robaccia del genere, insomma.

L'epica impresa:Siamo in 12 di cui: 5 del gruppo grotte Schio ( Cesare Raumer, Flaviano Masetto, Nicola Tisato, Gabriella e Marco Baroncini); 3 del GG Valdagno (Massimo Longo "Mapes" , Luca Dalle Tezze e Alessandro ) 3 del gruppo grotte Castelli Romani ( Mg, Nozzolone e Angelo Gagliardi) ed infine il genovese, tal "Pierre".
Cesare tiene banco, al solito, con il vocione veneto, ma dopo un po’ sparisce nell’abisso e chi lo sente più? Entrano tutti, senza troppo indugi, per ultimi il Nozzolone, per vedere se ci passa, a seguire Mg per dargli una mano e ultimo Marco Baroncini, che chiude la fila. Giunti in fondo al pozzo, Mg ed il Nozz si guardano nelle palle degli occhi “ma dov’era sta strettoia tremendissima? l’entrata del Zi Checca è già peggio, mah.. sti toscani non hanno idea di cosa siano le strettoie scomode,si vede”. Iniziamo subito a seguire il meandro, Mg si sente tallonare dal Baroncini e schizza via più veloce che può, per non sfigurare troppo. Fortunatamente il tutto è molto comodo, pozzettini a non finire, traversi, acqua, marmo, marmo, e ancora marmo, lucido, bello, levigato, bianco, zonato, scistoso, ma marmo. In men che non si dica ci troviamo tutti alla fine della zona, armata, a – 250. Un vociare cispadano caratterizza gli scledensi che borbottano, Angelo indifferente mangia un paninazzo più grosso di lui, Marco scalpita, ed il Genovese tentenna nell’ultimo pozzo. Mg vorrebbe tentare il blitz e salire in barba alla fila, si sta sibillando sotto, ma gli scledensi tremano di freddo, bagnati come sono, per cui si siede nel nudo marmo e pensa alla lezione di meterospeleologia di Badino. “Solo uno scemo non s’accorge dell’oscillazione dell’aria”. “Sarò scema, c’è una gran corrente d’aria che sale qua, ma non va né viene, sale e basta, eppure Baroncini dice che non ci sono possibilità di rami ulteriori in sto meandro, com’è?” e lo interroga “com’è che prima non c’era aria e mò ce n’è un sacco?” “ma è la cascata” risponde Marco ed il Nozzolone spiega il motivo per cui la cascata produce corrente d’aria, cedendo energia, grazie all’energia potenziale che diventa energia cinetica. “Nozzolone mio, sei meglio del Badino!!” lo incensa Mg, mentre agguanta la corda appena liberatasi.
Mg sale dietro a Flaviano, Nicola e Gabriella, seguita a sua volta dal Nozzolone, da Angelo e da Marco che chiude la fila. Ma c’è un intoppo che stacca Flaviano dal resto degli scledensi, il genovese!! Mg vorrebbe farlo a fettine, dalla voglia di abbracciare Sibilla, e tenta ogni escamotage per bypassare tre veneti e un genovese, stavolta però la teutonicità nordica ha la meglio sulle blandizie suddiche, non le resta che fare la fila, impicciandosi con la conterranea su eventuali ed ignoti gossip scledensi.
A metà salita, ecco Angelo dare di matto “il portafoglio! Dov’è il portafoglio?” come se ci fosse qualche bar nei paraggi, lui cerca proprio il portafoglio, estraendo e rimettendo montagne di mercanzia dallo zaino. Marco filosofeggia “che t’importa ora? Esci e vedi se c’è, se non sta giù alle macchine, riscendiamo” ma Angelo non è per niente soddisfatto e fa il diavolo a 4 cercando sto portafoglio. Ecco, pensa Mg, ora so a chi mollare la sega, per bene anche, per fortuna poi, che a momenti la prendevo per un traverso preso male. Sì perché, incautamente, s’è trovata a penzoloni su longe lunga, pedale della maniglia e niente per i piedi, ma il suo Nozzolone opportunamente chiamato, è arrivato a toglierla dalla scomodità estrema.
Arrivati sotto il pozzo iniziale non si sa bene come, i tre scledensi sono evaporati, resta il genovese però, che le dà la libera dopo il primo tratto “ma no, fai con calma, che se ti agiti pure, chissà quando usciamo da qua” e graziosamente cede la postazione ad Angelo che si sta portofogliando sotto “sali pure,e vedi di tagliare a fette sto genovese”.
Mentre Mg ed il Nozzolone aspettano il turno, Marco srotola la sua filosofia grottesca, degna di un menomilleman qual’è “Ah! Marco, ti farei andare con certa gente che conosco, altro che storie, vedi l’uscita di oggi? Beh, ti siamo sembrati lenti, ma rispetto a quelli che dico, siamo stati razzi che più razzi non si può, ci puoi credere, quelli non li smuovi manco a manzarli addosso”.
Usciamo alfin e Cesare tenta di mollare la sega a Mg, anzi, le mette proprio una sega in mano mentre passa la strettoia. Ma ci pensa bene Nicola a toglierla dall’impiccio e guadagnarsela in pieno. Perché, non si sa bene con quale intento, salendo il ravaneto sopra l’ingresso, fa crollare tre sgarimpani impressionanti che solo in virtù dell’intercessione della madonnadimonteberico non hanno ridotto Cesare, Mg e Gabriella a cartavelina. Alla prossima! Mg 2.11.2007

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