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Sega ai Monti della Duchessa (Esplorazione buco Val di Fua)

Antefatto:Ah! Una bella giornata in pace sui monti della Duchessa è quel che ci vuole.
Lo scopo prettamente speleologico è la verifica di un bel buco a semicerchio, visto dalla sottoscritta e dal Nozzolone nell’altro versante di Val di Fua.

L'epica impresa: : Chi viene? Oltre a Mg e Nozzolone ci sono Dino e Angelo... addio pace.
E qui finirebbe la sega, perché il duo logorroico basta ed avanza per sbaragliare qualsivoglia altra segaggine.
Però val la pena di raccontare la val. Carichiamo ben bene gli zaini con corde, trapano ed imbrachi perché per andare nel buco tocca scendere nell’alveo del torrente, fare qualche salto e poi..chissà.. l’ignoto.
Inizio immediatamente la lagna “sto zaino mi sta facendo collassare la colonna, ho un mal di schiena allucinante, ahiò, nun gliela fò più alla mia età a far st’attività” ma Dino mi rassicura, con il parlare pacifico che lo contraddistingue, che è tutta questione di testa, mica di età, nossignore, di testa e bon, se mi va di fare una cosa la faccio, altro che malanni. Sarà, penso, ma la voglia ce l’ho sempre è la scocca non ne vuol sapere. Però mi guardo bene dal contraddire Dino, per non scatenare la consueta valanga di logorroicità incontrollata.
Ci pensa ben Angelo a dargli spago, con il mal di denti, e anche là è una lotta tra giganti, intanto con tutto sto parlare arriviamo al fosso che manco ce n’accorgiamo, funziona allora, sto fatto della testa, a sentire sti due mi sono scordata di lagnarmi.
ll Nozzolone, per non sentire, nel frattempo è già salito a razzo e s’è pure imbracato. Scendiamo due saltini e vediamo un’altra grotta proprio di fronte a quella da esplorare. Bene, mi arrampico per erto franamento e scopro che trattasi di volgare ancorchè bel riparo sotto roccia, fotografo il tutto mentre Angelo sale a vedere l’altra, tramite ardita arrampicata su sambuco divelto. Lo raggiungo per verificare che anche questa altro non è che un anfratto senza speranza, peraltro abitato da una bella famigliola di ragnacci.
Mentre perdiamo tempo a fare il solito oceano di foto, Dino attacca la pippa al Nozzolone su imbrachi, corsi e tutto lo scibile speleotecnico in varie tonalità polemiche, così il Nozzolone, preso da acuta ed impellente disperazione, decide di continuare a scendere la gola ancorché senza adeguata corda, tanto per sgrullarsi le orecchie.
Perché la gola prosegue con un salto da una ventina di metri molto suggestivo.
Escursionisti sopra la valle, intanto, restano incuriositi dalla nostra sottostante presenza e chiedono a me ed Angelo da dove veniamo “dal buco” e cosa ci sia di interessante quaggiù “niente”….confermiamo così i buoni rapporti che da sempre intessono gli speleo con i fautori di qualsivoglia diversa disciplina.
E mò, che si fa?ci sono due correnti di pensiero, una, la mia, di continuare la salita al lago della duchessa, tanto per vedere se sia vera la teoria della testa che comanda sulla schiena a pezzi, l’altra, della maggioranza, di scendere e basta. Fortunatamente qualcuno decide di risalire il fosso da sotto, per vedere quanti salti ci sono e dove e la proposta viene accolta dall’unanimità degli astanti. Risaliamo il torrente, dunque e, fortunatamente per la schiena e per i fancazzisti, subito un saltino impedisce le ardite scalate di Dino e di Angelo, io manco ci penso e il Nozzolone meno che mai. Annamo a casa e scartiamo pure la proposta di Francesco, trovato per strada, di aprire altri ingressi a fosso Fioio tanto per passar tempo. Così Francesco ci va con Sibilla e noi ci godiamo la stereofonia del dialogo Angelo-Dino meglio di un concerto per oboe ed orchestra. Alla prossima! Mg 1.8.2010
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