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Sega della Valle del Morretano

Antefatto:Il GSCR è in standby, in attesa dello svuotamento del sifone di pozzo cardillo, prevista per martedì. Così Mg e Nozzolone riprendono gli allenamenti in montagna, assieme a Michele e Katiuscia.
Le idee sono assai grandiose: la via dei laghetti del Prena.

L'epica impresa:Già domenica mattina Nozzolone interroga Mg “ma non sarà troppo lunga la via dei laghetti?” Mg in effetti, ripensando al Viglio, fa le debite proporzioni, “meglio la via delle creste, al Gran Sasso” e mano a mano che ci avviciniamo al Gran Sasso le pretese calano “ma forse è meglio il pizzo Cefalone”. L’equipaggiamento è da effetto serra, a parte la mantella, il resto viene considerato di troppo. Lungo la strada per campo imperatore, iniziamo a vedere nuvolaglia sparsa, che ricopre completamente il Prena, “tanto non la facciamo la via dei laghetti “ ma ricopre anche il Gran Sasso, e quel che più ci preoccupa, è incontrare escursionisti svolazzanti con giacche a vento, berretti di lana e pantaloni lunghi. “Voi avete portato la giacca a vento?” “ma no! le previsioni indicavano sole splendente, ecchè!” Arrivati sul posto, nemmeno scendiamo dalla macchina perchè, appena aperti gli sportelli, un vento artico ci ghiaccia le ginocchia nude. Mg avverte: “Non vado nemmeno all’orto botanico, che non sono equipaggiata per la lotta con l’alpe, dirottiamo per altri monti, che è meglio..”
Il Nozzolone propone il lago della duchessa per la valle di teve, tutti d’accordo, ma mentre c’andiamo, decidiamo che è meglio uscire a Torninparte, e farsi quella valle che facciamo sempre con gli sci di fondo, molto più vicina.
Dalle stelle alle stalle, dunque. Così con le piaghe da decubito per troppa macchina, scattiamo verso la valle famosa, assai diversa d’estate, tant’è che Nozzolone manco la riconosce. Cammina cammina, sali sali, Nozzolone e Michele procedono lesti in testa, li segue Katiuscia mentre Mg mette una ridotta tremenda. “Vuoi vedere che pozzo cardillo mi ha minato i polmoni? “. Ma non si preoccupa soverchiamente, tanto deve fotografare fiori, come scusa pare buona. Però il Nozzolone si preoccupa, tant’è che riscende per prenderle lo zaino. “Miii che figura!! e poi mica pesa” “per questo sono venuto...” tanto amore commuove Mg che zompetta (si fa per dire..) fino al valico. Colà giunti diamo solito avvio all’ingozzo di schifezze varie, mentre tentiamo di capire dove stiamo.
“Quello dovrebbe essere il Velino, se seguiamo sto sentiero magari arriviamo al rifugio Sebastiani”, interroghiamo altri escursionisti “ma dove siamo? “ i quali rispondono ignari “non si sa...”.
Va beh, prendiamo un sentiero a caso, quello meno ripido, lungo una cresta, per tornare ad anello.
Lungo il percorso, più per darci tono che per altro, tentiamo di cercare inghiottitoi e di stapparne uno, siamo pur sempre sopra “vacca morta”, ma il calcare decide di non regalarci proprio niente.
Soddisfatti ma non troppo, arriviamo alle macchine e andiamo a trovare Francesco e famiglia a Rocca di Botte, il quale, finalmente, ci delucida che abbiamo percorso la Valle de Morretano, fino al passo omonimo (1983 m), abbiamo disdegnato il Monte Puzzillo sulla sinistra per salire il cocuzzolo della Torricella.
Contenti? e come no!!! specie Mg che ha fatto la sega squallida su per la salita.

Alla prossima!Mg 5.8.2007

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