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Sega ospedaliera (Corso di speleologia Pozzocomune)

Antefatto: Uscita del corso in quel pozzo che è di tutti, con 5 allievi reduci da lezioni terrorizzanti by Manuela ed Angelo, aventi per tema, rispettivamente: i 1000 modi in cui farsi male e la morte certa dell’individuo. Istruttori: Nozzolescu, Mg, Federica -Terminator, Angelo, Manuela, Paolo.

L’epica impresa: Arma il Nozzolescu, tutto gasato e ben intenzionato a piazzare nodi, possibilmente al Marilù e sotto cascata. Seguono in ordine sparso tutti gli altri, ultima Mg, che entra più tardi possibile onde uscire prima possibile, previo calpestamento di eventuali passanti. Intoppo ineluttabile sopra il primo pozzo, dove tutti si stravaccano per parlare del più e del meno, tranne l’allievo Elvio che, stimolato da Mg, raspa improbabili fossili, ma nel contempo, fa un’acuta riflessione “all’ospedale di Frascati se ci vai ti ammazzano”. A parte il sollevamento popolare pro sanità pubblica ante ultimo governo, chi si sente punto sul vivo è Angelo, che all’ospedale di Frascati in pratica ci vive. Angelo, per dimostrare che l’ospedale incriminato è il non plus ultra dei presidi sanitari mondiali, fa un’anamnesi completa delle patologie della nonna del socio dell’allievo Elvio, evidentemente stramazzata. Nel frattempo si scopre che l’allievo Domenico è dentista, per cui iniziano sporadiche discussioni alternative sulle malattie dentarie, sul marcio dei denti e sul fatto se sia preferibile fare il medico delle emorroidi o dei denti; seguono a ruota considerazioni di Terminator sul sangue arterioso che sprizza come cascata e su quello venoso che si ferma con impacchi di fango, il tutto con sottofondo della voce di Angelo che imbriaga l’allievo Elvio con dimostrazioni matematiche sull’eccellenza e le meraviglie dell’ospedale di Frascati. Intanto si continua a scendere alla chetichella. Restano alla fine Mg ed allievo Elvio che, non si sa come, chiede lumi sulla possibilità di uscire vivi dalla grotta dopo grave incidente “come no?” , spiega Mg e per dimostrarlo si dilunga nel seppellimento di Lubens nella Pierre Saint Martin. Fatto sta che l’allievo Elvio fa in modo esemplare chiavi di blocco, piazza longe lunge, longe corte, senza sbagliarsi mai, effettuando manovre da manuale. “Bravo” riflette Mg, “la paura è una grande insegnante”. Intanto il Nozzolescu, vista la notevole quantità d’acqua, evita di armare il Marilù, ma compensa armando un tratto di meandro che solitamente si fa con by pass fangoso a piedi, beh, tutto sommato meglio pozzo che fango, niente nodo, peccato, solo deviatore, ma nemmeno tanto scomodo. Tutti restano soddisfatti della grotta, “nemmeno tanto stanchi” ettecredo, nonostante i soliti megapranzi di Paolo e company, onde prolungare a dismisura le ore di permanenza in grotta, si esce abbastanza presto. Fuori c’è una brutta sorpresa, qualcuno ha fregato lo zaino di Angelo, dalla macchina del Nozzolescu che sbadatamente aveva lasciato aperta. Così pellegrinaggi alla Polizia onde denunciare il furto, laddove Angelo dà il meglio di sé nella descrizione del contenuto dello zaino “fazzoletti di carta marca klineks, moschettone di ferro comprato dal ferramenta pinco pallino, pile marca vattelapesca nero bordato di azzurro con riflessi viola, scarpe marca speleoman con lacci marroni, tikka con led azzurri ed uno bianco, mutande bianche con macchia marrone per sporco di fango che non va via neanche con la varecchina”, insomma una lista infinita di cose, appuntate dal poliziotto di turno, sempre più interessato all’attività speleologica, così minuziosamente emersa dal contenuto dello zaino.
Si va beh…....ma chi la sega? Lo so, non gliela dovrei dare, ma la sega è sega, non guarda in faccia a nessuno, la prende Angelo per logorroicità in qualsivoglia situazione umana, insomma per la sua inesauribile capacità di imbriagarti di chiacchiere.
Alla prossima!!!!Mg 21.11.2004

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