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Sega del Pollaio (Esplorazione Pozzo Lionello)

Antefatto:Paolo va a fare shopping. Dove? Che domande, dall’agricola! “senta, mi dia 4 metri di rete robusta, indistruttibile e antiruggine”, va nei cantieri a procurarsi tubi innocenti, chiede al Nozzolone di costruire piastrine. Chissà quali sono le sue intenzioni. Ovvie, costruire un pollaio nei monti aurunci, nel punto più alto, al monte Altino e dentro una ciauca, Pandora Alta o come diavolo si chiamerà sta grotta.
L'epica impresa : A costruire sto pollaio l’aiutiamo: la sottoscritta, il Nozzolone, Federica e Loretta.
Su per la montagna incontriamo, indovina chi? sanVincenzodaItri , indovina che ci racconta? Di aver trovato un pozzo da 20 non accatastato, nuovo di zecca. Mitico. Ci ha dato da lavorare per una vita intera e non basta neanche. Incontriamo anche un corso di fotografi e un’amica virtuale di flickr, piccolo il mondo! Fatti i debiti convenevoli ci carichiamo come muli, tubi innocenti, rete da pollaio e via. C’è la nebbia, ma a volte si dirada, il monte ci accoglie con un mare di fioriture che non posso fotografare, l’obiettivo quinquennale imperativo categorico è “la messa in sicurezza della ciauca, previa costruzione di pollaio interno”. Paolo manco arriva che già si ficca dentro, seguito dal Nozzolone come aiutante principale e da Loretta come aiutante secondaria. Federica e io facciamo da squadra esterna così posso finalmente fotografare la flora aurunca giammai sconosciuta, che ora conosco bene, fiore per fiore. E fracasso le palle a tutti con ste foto. Del resto Paolo mi ha intimato di fare una foto verticale da copertina e vorrei metterci tutto, ciauca, calcare, fiori e lo sfondo del redentore. Esagerazione totale.
Mentre tento ciò, mi appollaio sopra il pozzo e faccio quello che giammai si deve fare. Mettermi sopra i pozzi con la gente dentro. Nel caso specifico Loretta, mezza dentro e mezza fuori, che si becca un macigno apparentemente solidissimo, smosso inavvertitamente. Il macigno le piomba addosso, lei si ripara con il braccio e le rimbalza sul casco. Santo Casco e Santo Redentore. Loretta non si fa nulla, manco un graffio. Come sia possibile ciò lo ignoro, secondo me ha le ossa di titanio. Con noncuranza continua il lavoro di assistenza mentre a me tremano le gambe per buone due ore. Lassù qualcuno ama Loretta e me anche, altro non posso pensare. Dovremmo portare un cero al Redentore, SanMicheleArcangelo patrono aurunco e, già che ci siamo, a Sanvincenzodaitri, che come santo ci sta tutto. Intanto gli altri, ignari dello scampato pericolo, continuano la costruzione del pollaio. Fatto a regola d’arte, portano fuori la rete e ci mettono a piegare ogni singolo spuntoncino metallico onde non rompere tute speleo di passaggio. Essere speleologi è imparare ogni arte manuale e pratica, carpentieristica compresa.
Paolo finalmente finisce sto pollaio, una meraviglia ingegneristica- architettonica e, finalmente, abbiamo la fortuna di calarci nel pozzo. I primi metri soli però, dopo c’è una bella strettoia verticale da allargare e minimi 60 metri di sprofondo che c’aspettano, belli larghi.
Si è fatto tardi ma non abbastanza, è maggio e sabato, per cui andiamo a vedere il buco di Marco. Che è tutto da scavare ma di una probabilità esplorativa pari a Pandora Alta.
Bene (o male?) qua c’è sto piano quinquennale di opere future da portare avanti, le forze in campo sono poche ma a noi ce frega assai, vecchi, acciaccati, impediti, stiamo diventando una squadra operativa che mai si vide in terra aurunca …è troppo epica come frase?....però è vero, non ci ferma nessuno, manco i massi cascanti. Finale di giornata dall’allergica con visione mistica di cosce itrane di passaggio,e che cosce stavolta!!!! S’avvicina l’estate, cosce in vistaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
La sega è mia, per tentato ammazzamento di Loretta; ora mi sento la custode della sua vita, sta sega non fa tanto ridere ma se ci penso, ancora mi tremano le gambe…..
Alla prossima!!!!!! Mg 5 5 2012

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