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Sega Qui Quo Qua (Grotte a Monte Perentile)

Antefatto:Attività frenetica per il GGCR. Il fronte Aurunco vede alla “Falange Armata” un nutrito gruppo composto da: Paolo, Federica, Angelo, Elena, Walter, Patrizia, Andrea, Roberta.
Il fronte Lepinico, aperto da Mg e Nozzolone, si alimenta della presenza di: Loretta, assente dalla FA per mal di denti e Luca, assente dalla FA per giusta valutazione della cavità: lontana da Grottaferrata e dalle macchine, bagnata e piena di strettoie tra cui la famigerata “t’ingloba”, nonché della sua esplorazione: dalla mattina presto a notte fonda, in zona impervia e fredda, intralciata da seghe umane di vario genere (questo, da delazione…). .

L'epica impresa:Eccoci ordunque nel fronte Lepinico, la nostra meta è la dorsale calcarea tra campo di Montelllllllllllllllllanico e Monte Perentile, parallela a valle le grotte e, si spera, in buon calcare non troppo inrovato.
Cammina cammina, batti, batti, ormai disperiamo di trovare qualcosa Il calcare è buono, l’immersione degli strati quella giusta che porta alle risorgenti dell’omo morto e del formale, ma noi ci stiamo già strappando i capelli dalla disperazione. Sappiamo che alla Falange Armata sono scesi ulteriori 50 metri e che la grotta continua a scendere, ma noi? Che figura ci facciamo? Luca, soprattutto, sta facendo una lagna immane in quanto vincitore di sega per diserzione alla FA e Loretta tenta di consolarlo rimarcando la sua carica sociale. Ossia, sale sulle ferite. Io ed il Nozzolone, invece, siamo ben contenti di avere una scusa inossidabile per disertare la FA, il corpulento non ci passa ed entrambi siamo di corvee come nonni (grazie Francesco, oltre a due bimbe ci hai regalato su piatto d’argento una scusa inoppugnabile). Mentre sto rallegrandomi di sto fatto, mi accorgo di essere entrata nel contatto tra calcare alto (buono, compatto, stratificato) e calcare basso (=marnoso).
Nel tempo di formulare il pensiero “qui ci devono essere grotte” che ne scorgo l‘imbocco, non faccio in tempo a strillare “grotta” che sento la voce di Luca urlare all’unisono la stessa cosa. Ahoò! Allora è proprio scientificamente provato che nel contatto si trovano grotte, no balle, carsismo e speleologenesi = scienza esatta.
Ovviamente le grotte sono impenetrabili causa roveto, fortuna che il Nozzolone ha il machete.
Altro non abbiamo portato, per scaramanzia, perché come il carsismo-speleogenesi sono scienze esatte, è altrettanto scientificamente provato che trovare grotte è inversamente proporzionale al materiale che uno si porta. Spiegazione per chi ha problemi di comprendonio: se hai mazzetta, scalpello, piedediporco, tuta, corde, non trovi manco mezzo buco tappato, se non ti porti niente, al 100% trovi qualcosa da scavare. Come oggi.
Il Nozzolone mi frega i guanti e inizia a svellere il roveto davanti alla grotta di Luca. La grotta si apre in tutta la sua maestosità.

Scende Luca, lo scopritore e si punge con le spine, fa un sacco di lagne e, ancora una volta, è Loretta che lo consola visto che non trova altra comprensione dagli astanti.
Spine o non spine sta grotta la deve pur esplorare, visto che l’ha trovata, lo seguo incuriosita e poi scende pure Loretta. La grotta c’è, è una saletta già rilevabile ma le prosecuzioni, a destra e sinistra, sono da scavare, piccolo particolare: non soffia un accidente.
Passiamo alla mia, che invece soffia ed il Nozzolone si defila. Così devo imparare mio malgrado a maneggiare il machete da rambo, più che sfrattare mi riempio di spine, ma alla fine riesco ad infilare la testa nel pozzo. Solo la testa, visto che una pietra tombale in bilico minaccia altre esplorazioni. Senza arnesi, senza Walter, senza Cristiano è impossibile per noi pippe riuscire ad estrarre sto monolite, per cui desistiamo.
Nel frattempo Luca, tutto gasato, trova un altro buco tra rovi, così battezza le nuove scoperte “qui” “quo” “qua”.
Beh, che ci si poteva aspettare da Archimede Pitagorico? Questa collina De Paperis non è male, Luca trova anche “paperoga”, tappato con masso e non soffiante, nonché “eta” e “beta” immersi in un roveto inestricabile.
Luca mi chiede se ci sia qualche nesso tra rovi e pozzi e vista la mia passione botanica, tento di inventarmi la speleologenesi di grotte correlata alla natura del terreno, indicata dalle piante che ci crescono sopra, non male vero?
Si, Luca, però alla fine, speriamo che qualche piromane passi da ste parti st’estate, ci liberi dalla vegetazione, esploriamo, e chiss’è visto s’è visto.
Ritorniamo per “valle le grotte”. Piccolo particolare: invece di tornare per il verso giusto, da Perentile a Campo di Montelllllllllllanico, torniamo per il verso sbagliato, per gli scarsi di comprendonio: come se per andare a Firenze, da Roma, passassimo prima per Napoli. Chiaro? Questa è la via del Nozzolone, famo a capirse.
Intanto la cartilagine delle mie ginocchia s’è finita di consumare. E “valle le grotte” deve il suo nome dalla natura del sentiero: fango liquido fino alle ascelle.
E la sega l’ha vita Luca per lagnosità di ogni genere....aspettando le seghe alla Falange Armata.
Alla prossima! Mg 6.12.2009
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