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Sega "sinfaso" (Esplorazione Pozzo "El ninjo")

Antefatto:Oggi, primo maggio, festa dei lavoratori spelei, siamo in tre, la sottoscritta, il Nozzolone ed Angelo, reduce da nottata lavorativa. Scopo? Trovare, armare, allargare, esplorare, continuare il pozzo “el ninjo”. Perché? Che lo chiedete a fà, popolo bue, per entrare nella sottostante grotta di Pastena. Chi vi ha spinti a ciò, che il pozzo non è vostro? Francè, che se propone una cosa, sicuro come una palla, ha buonissime possibilità di riuscita, sì, se la fa lui però….
L'epica impresa Eccoci al dunque, pochi ma buoni? Ma de chè! pochi sicuro, bella squadretta, ma scrausi, il Nozzolone con l’anca fracica, Angelo col raffreddore da fieno, Mg con la ferita fresca.
Il Nozzolone propone subito l’uscita minimale, andiamo scarichi e troviamo la grotta. Io ed Angelo immediatamente proponiamo quella massima, ci carichiamo tutto, scendiamo, allarghiamo ed entriamo a Pastena. Tra le due, chi decide è il trapano, qualcuno si è scordato le punte per cui....niente trapano, niente allargamenti, armi naturali e se ci sono. La volta scorsa avevamo trovato la strada più breve per arrivare al parcheggio della macchina e con ciò avevamo salvato un’uscita altrimenti inutile, oggi, non so bene come, abbiamo fatto quella lunga che passa per tutte le campagne del basso falvaterrano, ma il parcheggio è lo stesso. Lasciamo la macchina vicino alla villa dell’amico nostro, “dove si va?”. Non ci sono riferimenti certi ma solo quelli abbastanza effimeri che c’ha dato il gruppo Frusinate, che avevamo avvertito della nostra incursione in territorio loro, più che per buona politica, per capire come la grotta si sviluppa. Questo ce lo spiega Nerone “ci sono due strettoie, non ci sono passato”. Il Nozzolone fa da guida col GPS, ossia ci fa inerpicare dritto per dritto per un posto scoscesissimo, mezzo abbruciato con tutti gli zeppi che si infilano in ogniddove, e mezzo vegetato, con robaccia per lo più spinosa ed impenetrabile, condita con due miliardi di fili spinati da scavalcare. Magari li hanno messi i Frusinati in difesa del territorio da incursioni di gruppi stranieri. Ad un certo punto si ferma, dopo gran vagabondare in tondo “la grotta è qui”. Ci sparpagliamo alla ricerca di “macera con avvallamento sotto e tracce di scavo”. Macchè, solo ampelodesmi ad altezza watussa. Così il Nozzolone decide di portarci a battere nel posto bruciato, almeno ci si vede. Con grandissima botta di c…ecco la grotta. Che non è “el ninjo” è “la ninja”. Ossia, da descrizione “pozzo da 8 che soffia un casino”. Entra Angelo con armo su masso rotolante verso il pozzo, roba da tumularlo a mò di sepolcro paleolitico. Lui ci sta pure a sto armo, ma il Nozzolone decide che forse è meglio mettere la corda su albero bruciato, almeno casca ma non lo tumula. Il pozzo non soffia e non continua e l’albero tiene, più che altro perché il pozzo è uno scivolo.
Però sappiamo che “el ninjo” sta trenta metri sotto “la ninja” e, infatti, lo trovo. Altrimenti sarebbe stato cosa impossibile, dal 2000 (presumibile data esplorativa frusinate-shaka-zulu) ad oggi, il pozzo è invaso e nascosto da erba asparagina, clematide, biancospino, il tutto in un groviglio botanico che mi manda in visibilio. Da botanica ci penso io a redimere il tutto e liberare il pozzo, fatto ciò mi calo pure, sperando di trovare un po’ di fresco, visto che sono partita con sottotuta speleo e invece di piovere,come promesso, c’è un sole che spacca il calcare. C’è un fix, bene, e poi? Niente, la corda struscia che è una bellezza “certo” dice Angelo, “è armato alla sinfaso” “cheeee?????”. Niente trapano, cerco una clessidra per il tirante, e la trovo, servono tre fettucce per farlo ma viene una meraviglia. E poi com’è? C’è una finestra. Trovata. E poi? Pozzetto, stavolta l’armo c’è, un pezzo di corda che tiene dove attaccare la mia. E poi? C’è una sala.”Ma c’è un altro pozzetto!!!” Mi faccio passare una dieci che lego all’altra. E poi? Il trivio. Ho la 50 e tre pozzi da trentacinque “scegliere il più comodo”. Aspetto Angelo, che non me la prendo sta responsabilità di decidere sul più largo di tre budelli uno più budello dell’altro. Angelo e basta, che il Nozzolone s’è incastrato già alla prima strettoia e, senza trapano, non è allargabile. Intanto cerco sti armi, c’è solo un fix ammasso di ruggine, su concrezione, tra l’altro. Ma si fa armare, e collego la 50. Arriva Angelo “che armi alla sinfaso che hanno fatto questi” “cheeeee?????”. Scendo quello che decidiamo entrambi essere il meno budello e trovo due fix che, se buoni, dovrebbero portare la corda a perpendicolo sulla fine di sto tubo. Uno ha il bullone, provo e gira, lui, bullone e chiave pure, “sinfaso” provo l’altro, ammasso di ruggine senza bullone. Ci metto il mio e mi metto a girare con la chiave per farlo filettare sulla ruggine. Trac trac trac, pare che va, ci metto la piastrina, trac trac tracccccccccccccc e si mette a girare pure lui “sinfasooooooooooooooo” strilla Angelo. “Spiegami una cosa, ma che è sto sinfaso?” “si-fa-sol ,quello che mi dice il maestro di musica quando faccio le cose raffazzonate”. Chiarito il mistero, e visto che non ci sono armi naturali di sorta e non c’è verso di scendere il pozzo con la corda che struscia una cifra, tentiamo almeno di levare la piastrina, manco per niente. Un giramento del fix e delle palle pure, il chè ha portato Angelo a vedere sotto il budello una pozza d’acqua frusciante, certo, fruscia in unisono con le balle tue a causa di armi “sinfaso”. Usciamo un po’ scornati dal mancato raggiungimento dell’obiettivo nostro.
“Niente affatto” dice subito il Nozzolone “l’obiettivo è stato raggiunto” “si il tuo,ma il nostro no, colpa del si-fa-sol e della mancanza di trapano”.
Però troviamo immediatamente la via del ritorno, un sentiero larghissimo, comodo e ben tracciato che in 10 minuti ci porta alla strada dove sta il parcheggio. E vaiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!
Ultima incombenza della giornata, fotografare lo scempio dell’Obbuco, la mega galleriona, e sognare mitiche congiunzioni, Obaco, aspettaci, veniamo da sopra!..nonostante gli armi sinfaso.
Alla prossima!!!!!! Mg 1 5 2012
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