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Sega spinosa in Valle Minuta (Ricerca cavità Monti Lepini)

Antefatto:Stiamo ancora sui Lepini, precisamente in località Valle Minuta, con lo scopo di cercare grotte e rivedere altre già trovate.
Presenti: Mg e Nozzolone del GSG, Maria Piro, Gianni Mecchia, Carlo e Annamaria dello speleo club Roma, Dino Bonucci degli speleologi romani.
Classica uscita intergruppo, allietata dalla presenza, nientepocodimenoche, del nostro inimitabile, petulante nonché verboso presidente di Federazione, per la gioia di Mg che se l'era appena sciroppato nella riunione di Federazione.

L’epica impresa: Inizia subito in una valle, che non era quella individuata dal Nozzolone, ma essendo parimenti sconosciuta, va bene anche questa: "valle minuta". Minuta, sarà anche stata minuta, ma più che minuta era munita…..di rovi a non finire, a partire da rami di biancospino puntuti ed inestricabili oltrechè impenetrabili foreste di spine.
Conduce Gianni Mecchia con il libro di Alberta, cartina alla mano, grotte segnate; il quale, già in pieno calcare alto, di quello buono bianco ancorché a massi inerti e franosi, da l'alt. "Sparpagliatevi, qua intorno c'è un pozzetto di 10 metri circa con piccolo imbocco" e tutti ci sparpagliamo desiderosi di trovare il pozzetto dal piccolo imbocco.
La ricerca si rileva subito ostica perché ci troviamo in un residuo d'incendio, che ha distrutto un rimboschimento di pini, con tronchi anneriti dovunque, radici che hanno sollevato frane incoerenti, rovi cresciuti tra i massi.
Mg tenta allora di eliminare il Bonucci, indirizzandolo nel fitto di un roveto: "tu, che sei pratico di paesi sudamericani e foreste impenetrabili, vai laggiù, che vedo una specie di cenotes interessante" , però lui, più furbo che santo, non casca nella trappola né nel vilucchio di rovi....
Abbandonata la ricerca, ci si dirige a casetta santucci e lì Mg resta folgorata da sindrome di Stendhal a vedere la costruzione, tipo casa di dinamite bla, inavvicinabile quanto basta ma ben messa, con cisterna e grotta sottostante, ossia l'"ouso di casa santucci" , l'ideale abitazione dei suoi sogni " NOZZOLONE!! COMPRAMELA!!!!"
Inutili gli stranamente razionali commenti del Bonucci, acqua, luce, gas, emergenze varie, se ti manca il sale, ecc, ecc, ormai Mg non ha che un desiderio, la casetta santucci.
Anzi, nella foga di replicare alle giuste osservazioni di Dino, precipita da un dirupo, scorticandosi il gomito, "fatta male?" "no, voglio la casetta…bohhhh!!!!".
Ormai siamo arrivati nel calcare basso, di quello scuro e marnoso, nà schifezza, fa strada tra i rovi il Nozzolone con un machete che taglia come ci vede l'occhio guercio di Dino, in sostanza, più che col machete, il Nozzolone crea un varco con la sua stessa possanza.
Si giunge ad un pozzo inesplorato, indovina come battezzato? "del biancospino" ma vah?..sceso e rilevato da Carlo e Dino.
Ovviamente, essendo in calcare basso, il pozzo chiude.
Mentre i due rilevano, e Maria Piro sonnecchia sotto un sasso con vipera poco distante, Gianni porta Mg e Nozzolone a cercare una "discontinuità tettonica" , cioè una cosa strana segnata nella cartina IGM. Non si trova nulla di nulla, anche se è interessante ascoltare le osservazioni geologiche di Gianni sugli strati immergenti, ancorchè non grottiferi (calcare basso...).
Tutto il gruppo, poi, si sposta a cercare il pozzo del lapiaz, sceso ancora da Dino e Carlo, senza particolari speranze, e senza aver trovato alcunchè di roba interessante.
L'uscita nel complesso è stata in ogni caso assai piacevole, sia per aver avuto l'opportunità di conoscere persone interessanti come Carlo e Annamaria, sia per aver ascoltato Gianni e Maria nelle loro osservazioni geomorfologiche, sia per aver, una volta di più, ascoltato Dino Bonucci, che con la sua puntigliosità, sviscera inconsueti aspetti delle cose che uno dà per scontate, tipo, in virtù di quale meccanismo fisico, si asciugano i panni stesi...
Ma chi ha vinto la sega?
A rigore la dovrebbe vincere Gianni Mecchia per ricerca di cavità in calcare basso, ma vista la buona volontà dell'individuo, viene invece assegnata al Nozzolone per machete del tutto inutile se non dannoso (perchè, oltre tutto, pesava anche...).
Alla prossima, spero, ancora in compagnia dello Speleo Club Roma, del nostro folcloristico Presidente e con uscite intergruppo...
Alla prossima! Mg 9/4/2006

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