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Seghe silicotiche (Rifacimento sede GGCR)

Antefatto:Antefatto: i lavori continuano… .continuano… continuano….
L'epica impresa: Giovedì sera la sede-cantina ha visto un’impennata di presenze, dopo che alla mattina Angelo, solo soletto, ha sbruffato ben due muri. Al nucleo degli irriducibili Loretta, Paolo e Federica, si sono aggiunti: Walter a fare il supervisore (non vedete come sono smilzo? Come no? Se vieni a lavorà in cantina vedi come ti smilzi ancora di più), Davide, Patrizia, Irene, Luca, Roberta. Avranno lavorato di lena, immagino, così tanti quanti erano.
Come no? Venerdì arriviamo io e il Nozzolone tutti trafelati e troviamo Loretta che carezza una trave con spazzola di ferro. “Lorè, sei sola?” secondo me ormai Loretta è tutt’uno con la sede, vive lì, praticamente in pianta stabile, si sposta solo per portarci viveri di sopravvivenza, oggi a me il caffè, e per fregare arnesi al padre. Verifico i progressi e noto, effettivamente, un’intonacata sotto la finestra ed un pezzo di soffitto ligneo tutto lustrissimissimo, ovviamente, tra macerie circostanti. Faccio due più due fa quattro, gli speleo-archeologi hanno preso il sopravvento sugli speleo-approssimativi, tant’è che Paolo, interrogato sul da farsi, mi ha detto “raschiare il soffitto”.
Ovviamente, immagino, lo devo fare da speleo-archeologa, visto che il soffitto è composto da travoni di ferro per traverso, praticamente quelli che tengono su tutto l‘ambaradan, travi marce fatte con paloni di legno di varie dimensioni e tipologie, listarelle di legno assai fradicio che se lo tocchi si spappa e, a finire, scava scava, ecco il tappeto della vecchietta ottantenne.
Ah, va beh, allora lavoro sul soffitto, ma con molta circospezione, altrimenti la vecchietta mi casca in testa. Intanto il Nozzolone, comprato un sacco di cemento bianco, decide di disfare tutto il muro già imbiancato alla “tana di ragno” per rifarlo a cementate alla chi cojo cojo, praticamente, abbiamo lavorato per niente, prima.
E Loretta continua a carezzare il suo trave privato.
Mi isso sul trespolo e scopro che, a metà sto troppo bassa, in alto sto troppo alta, ma almeno, lassù sento la vecchietta che mi zampetta sulla testa.
Inizio a spazzolare con spatola di ferro e mi crolla mezzo soffitto, a no, allora con quella per i panni e non concludo nulla. Però a furia di prove e tentativi, trovo una via di mezzo, ma devo lavorare ginocchioni con polvere di legno e intonaco bianchiccio che immediatamente fanno effetto smog, non vedo più nulla, non respiro più nulla ma continuo a raschiare alla cieca, non troppo piano, non troppo forte.
Ogni 10 minuti al massimo devo assolutamente uscire per respirare, lavarmi la faccia e risalire sul trespolo, fortuna che c’è Loretta che mi offre anche un’aranciata, “che sia l’antidoto?”.Non mi pare di combinare granchè ma il Nozzolone mi batte, finisce un sacco di carissimo cemento bianco per fare un decimetro quadrato di muro di ragno, praticamente, si stava meglio quando si stava peggio.
Però non demordo, anche perché vedo Loretta che inizia a scopare. Loretta, e va beh che è casa tua, ma insomma! Loretta ormai è lanciata, mette tutto a posto, tremo per la digitale ed i vestiti di ricambio, spostati impunemente perché lei sta arredando lo spazio-abiti, ora tra sta polvere non li troverò mai più.
Mi pare che però, da distante e con gli occhiali anti-polvere, il soffitto abbia assunto un’aria da “sono stato raschiato a dovere” certo, come la pelle di un lebbroso, ma insomma.
Così, come una furia risalgo il trespolo e dò spazzolate a 360 gradi, con polso rotante, pensando che manco i minatori cinesi stanno in condizioni così disumane, sento i polmoni come se avessi fumato due pacchetti al giorni per 50 anni di fila, e se sta polvere è stata fatta con amianto sbriciolato? Mihhhh. Fortuna che il Nozzolone alla fine desiste e Loretta decide, dopo aver spazzato ben bene tutto ammucchiando l’immondizia come Vesuvio pronto a scoppiare, che è ora di chiudere bottega, oggi, poi , c’hanno anche allacciato la luce elettrica e La pulizia continua….
Alla prossima! Mg 12.11.2010
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