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Soratte-Circus

(Corso speleologia GGCR)

Antefatto Seconda uscita di corso….”in grotta quando c’andiamo?” non osano esprimersi i corsisti, ma si vede da ogni poro della loro pelle che questa è la domanda. Inflessibilmente i dirigenti del gruppo hanno deciso che “prima la palestra”. Non una di palestra, chissà quante di palestre. Bon, mi adeguo, più o meno come gli allievi.

L’epica impresa: Oggi, seconda palestra, al tunnel del Soratte. Del resto il maltempo, che crea voragini anche in mezzo alle strade, non permette altro. Chi siamo? Saverio, Cristian, Andrea, Lavinia, Mario Sergio, la sottoscritta, come maestri e in qualità di corsisti: Stefano, Giovanni, Federico. Con noi la scala. Stranamente c’è quasi un solicello, piacevolmente c’incamminiamo per il tunnel e non fa nemmeno freddo. Subito Cristian prepara un traverso che più traverso non si può, tiratissimo lungo mezzo tunnel, se lo trovi in grotta chiami direttamente il soccorso e bon. Non di meno fa Saverio che si arrampica con staffe e trapano e mette armi in pieno soffitto, mettendo corde penzoloni ovunque e un traverso che passa direttamente dall’altra parte accordandosi a quello di Cristian. Se ci vedono gli Orfei ci ingaggiano direttamente. Questa è la lezione di oggi: traversi. Come se in grotta fossero così poi, al limite il monumento ai caduti laddove le seghe squallide di ogni tempo ci cascano come peri marsi. Se gli allievi superano questi di traversi il resto è tutta acqua fresca. Loro non fanno una piega. Giovanni, alla sua prima palestra, viene istruito da Andrea con metodi da furher che ben si accordano col tunnel. Stefano potrebbe direttamente fare l’istruttore e bene anche. Giovanni fa su e giù, frazionamenti, tira di qua tira di là, sembra non aver difficoltà di sorta. E i traversi? Mariavercola, la prima volta che uno li affronta deve sperare che Petzl abbia costruito i cricchetti come cristocomanda. Mentre tento quello che attraversa il tunnel sento che Cristian dice “lavora male”.. oddio, a Pietrasecca il mio s’è rotto infatti. Bon, alzo le gambe e faccio peso sulla corda, tutta orizzontale per farlo lavorare bene. Proseguo più o meno come nuotare a dorso, se poi dò la capocciata dall’altra parte, bon, ho il casco. Ma no! Ad una certa la corda diventa verticale…si, quando sto per dare la capocciata. E poi sopra? Un intrico di corde che vanno da tutte le parti e io ci vedo come una talpa. Ovvio che mi trovo avvolta dentro un’altra e questa che è? Da dove viene? Dove sta? Chi l’ha messa? Più o meno come le domande che ti propinano a dottrina. E come a dottrina la risolvo a modo mio, metto il discensore su quella che va giù dritta e son salva all’inferno. Si ma li fa calduccio e qua il tunnel, come una grotta, si mette a respirare. Vacca boia, andiamo a mangiare in quello ortogonale che non soffia. Tutti li bocca piena zitti zitti ognuno con i pensieri sui che, come nuvolette, a momenti si vedono “quando finisce sto tormento e si fa finalmente in grotta?” è quello principale. Ma nessuno osa dirlo a voce alta perché Cristian ci riporta al tunnel che soffia per fare altro allenamento. Dopo mangiato tutto fila liscio, i traversi già affrontanti alla vateciava, stavolta si risolvono in un battibaleno, tutti vanno bene, eccheccesaremomagnati poi? Mistero. Così bene che, infreddoliti, quando i neuroni dal freddo decidono di smettere con l’attività frenetica, decidiamo di disarmare. Facile a dirsi! Intanto dì pure che Cristian ha stretto i bulloni a morte e santa palestra che ti allena le braccia. Secondo poi santa scaletta e santa staffa. Si inerpicano Lavinia, Saverio e Mario e invece di precipitare fattore due scendono precisi come un tiramisù nella pancia del Nozzolone. Ecco, sarà proprio il caso di fermarci al bar, ma ahimè, non alla famosa pasticceria ma a prenderci un misero caffè a quello delle stelle di Hollywood laddove Mario e io, immedesimandoci nelle stelle, ci facciamo una foto mentre guardo il barista come il Nozzolone guarderebbe il tiramisù…
Alla prossima!!! 25.11.2018 Mg
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