Francia del Sud

Spagna del Nord

23.4.2006 Partenza da Roma presto, per non dormire in Italia, troppo cara. Unica tappa, il menhir di Varazze, e poi dritti verso la Francia del sud, verso la Camargue, e gli spettacolari vigneti bonsai francesi.
Nei pressi della Camargue, degno di nota è il ponte di Van Gogh.. come il dipinto.

24.4.2006 Percorriamo la Francia del Sud, con sosta per visitare un oppidum preistorico-celtico-romano "Oppidum d'Enserune", nei pressi di Beziers, dalla cui sommità si gode un panorama assai particolare.

25.4.2006 I dintorni di Narbonne c'interessano parecchio, uno sputo di colline calcaree "montagne de la clap"affacciate sul mare, destano il nostro speleo interesse, ma non c'è tempo, ce le riserviamo al ritorno. Visitiamo il Fort de Salses e attraversiamo il confine per la Spagna a "le Perthus", incontrando un caotico traffico in entrambi i sensi di marcia. Il perchè del traffico sta nella miriade di negozi al confine, che vendono tutti le stesse cose, magari più care..va beh, contenti loro..

26.4.2006 Eccoci in Cataluna, attraversiamo terreni terrigeno-argillosi, poco interessanti, visitiamo Ripoll.

27.4.2006 Il terreno argilloso della Cataluna, nasconde insospettate sorprese, sotto la terraccia ci sono bei strati di calcare del cretacico con tanto di orme di dinosauro, precisamente a coll de Nargò.

28.4.2006 Passiamo in Aragon, verso Huesca dal tipico paesaggio spagnolo,ma lungo il percorso una bellissima gola(= desfiladero) carsica , ed altre orme di dinosauro,con ripple markes, ci rallegrano il cammino (cammino....magari, sempre in macchina...)

29.4.2006 Senza ulteriori soste, arriviamo negli affascinanti paesi baschi, meglio Euskadi, che ci accolgono con grandi distese torbiditiche, non solo, perchè sopra la torbidite c'è anche il calcare (= GROTTE!!). Subito andiamo alla ricerca della grotta dipinta di Santinamine, ma purtroppo, quel giorno chiusa.
L'inutile ricerca dell'entrata speleologica, ci frustra assai, per cui dirottiamo alla cueva del castillo, aperta, per la visita guidata (con due soli partecipanti: Mg ed il Nozzolone) all'interessantissima grotta dipinta, più che altro, con una cinquantina di mani paleolitiche e bolli rossi in fila dal significato sconosciuto (e le mani?....).

30.4.2006 Percorriamo la costa altantica, alta e torbiditica, e che torbiditi (il più importante sito per lo studio delle..), dall'Eukadi alla Cantabria, fino ad arrivare a Santillana de Mar, bel paesino medioevale, troppo turistico, pieno di bottegucce pittoresche, sdegnosamente evitate. La nostra fame di grotte ci porta a visitare un'altra grotta dipinta, cueva de el pindal, utlizzata dai paleolitici esclusivamente a scopo magico, vista la posizione a picco sul mare.
Con badinesche spiegazioni ci fanno sapere quant'è straordinario poter vedere dal vivo i dipinti di cervi, mammut, cavalli, serie di punti, claviformi, festoni con righe, il tutto color ocra; per cui, pur notando che la grotta soffia (che dici, continua?..senta, ma continua?..) restiamo in religiosa ammirazione dell'arte speleoarcana.

1 maggio 2006, FESTA DEI LAVORATORI!! In Asturias alla ricerca di dolmen, castri, antiche miniere d'oro "riunas montes", horrea asturiani. Approdiamo, infine, a Tapia de Casariego, un paese non troppo turistico affacciato sull'altantico, con bellissime spiagge rosa, in riparate insenature di roccia carsica.
La giornata festiva e festosa, piena di sole e non troppo ventosa, induce Mg a farsi in bagno in atlantico,mmiiiii, bagno, acqua di pastena è...ti si gelano anche i sentimenti.

2.5.2006 La costa atlantica delle Asturie è davvero bellissima, ma anche la costa della Galicia non è da meno, la costa, perchè all'interno i boschi sono invasioni di eucalipti. Ci dirigiamo a Capo Ortegal "il più bel capo di tutto l'altantico"..si bello, ma insomma, esagerati!! in realtà troviamo più interessante la costa da morte, ancora poco sfruttata turisticamente,sarà per il nome.
Visto che non andremo a Santiago di Compostela, deviamo per altro santuario miracoloso, con presunto pozzo sacro, S.Andrea de Teixido. Il santuario è desolatamente vuoto, l'interno ha un altare stupefacente nella sua orrida baroccaggine dorata, il pozzo, asciutto, è una pattumiera, non c'è manco un bar, in compenso vendono pezzi di corpo umano di cera, quali ex voto, siamo circondati da eucalipti con panorama su infinite centrali eoliche; tentiamo di vedere, in cavalli normali, i famosi cavalli selvaggi.

3.5.2006 Percorrendo la Galizia c'imbattiamo in un percorso di dolmen, nei pressi di Vimianzo, che ci porta in una collina davvero suggestiva, l'eremo di monte toran, laddove preistoria e paleo cristianesimo si sposano in un unico sito, da non perdere.
I paesi diventano sempre più celtici, tanto da scordarci di essere in Spagna, qua è Irlanda, o Bretagna.
Le croci lungo i crocevia, per lo più in granito, sono identiche a quelle già viste in Bretagna, e solo là.
Gli horrea galiziani, diversi da quelli asturiani, caratterizzano tutti i paesi incontrati lungo il percorso.
Arriviamo a S.Vincente del Grove, una penisola dalle suggestive baie granitiche, ormai sul punto di essere irrimediabilmente distrutta da uno sfrenato sviluppo edilizio che sta letteralmente distruggendo tutta la penisola, compresi i castra preistorici ed ogni angolo di natura, per farla diventare uno dei tanti anonimi "non luoghi".

4.5.2006 Riprendiamo la via del ritorno, fermandoci a Las Medulas, a visitare le più grandi,produttive, importanti miniere d'oro degli antichi romani, i quali, servendosi di 60.000 schiavi, hanno letteralmente spazzato via un intero altipiano, attraverso la deviazione di fiumi, creando, al suo posto un ambiente completamente diverso ed un lago sottostante.

5.5.2006 Il ritorno è per i carsici Picos d'Europa, attraverso l'embalse di Riano ed il desfiladero de Hermida, dalle invitanti grotte occhieggianti.
Non c'è tempo, andiamo invece a vedere l'idolo Pinatu, ed il suo museo, mai costruito.

6.5.2006 Mg non si perde certamente la visita della grotta (ricostruita) di Altamira e del suo museo, peccato che non sia permesso fotografare nè le pitture riprodotte, nè i reperti del museo. Lungo la costa osserviamo i bufones che sputano acqua marina dalle grotte.
Ripassiamo con molto piacere per l'Eskadi, alla ricerca del parco naturale di Gorbeja.
Dopo un percorso tutto torbiditi, immersi in un bosco fitto di maestosi cipressi, finalmente nella sommità del parco, ecco apparire tra le nebbie brumose, campi solcati di ottimo calcare.Dormiano nella città cuore dei paesi baschi,Durango, dall'inquietante cruz de kurutziaga, che ci ricorda Torquemada.

7.5.2006 Torniamo in Francia, attraverso la cote d'argent, fermandoci a visitare Ciboure, degno rappresentante di paese basco francese.

8.5.2006 La sosta a S.Girons (de scirocchè..) è d'obbligo. Ma ciò che finalmente appaga il nostro speleo cuore, è Mas d'azil, enorme cavità (attraversata dalla strada) che ha dato il nome alla cultura Aziliana (del mesolitico,tra 11.500 e 10.0000 a.c, caratterizzata da punte di freccia in selce, utensili microlitici, arpioni piatti in osso di cervo, ciottoli dipinti di segni geometrici in ocra o incisioni con segni geometrici).
Nonostante la pioggia percorriamo senz'altro un erto sentiero che passa sopra la grotta.

9.5.2006 La giornata odierna è tutta all'insegna del calcare, finalmente. Dal gorge galamus (il cui eremo è rigorosamente vietato a ciclisti e speleologi), alla gola di Tautavel,e, per finire nei clap di Narbonne, a cercare fossili affioranti nel terrigeno dei vigneti .

10.5.2006 Dopo una visita al dolmen du palet de roland, ci dirigiamo nel Minervois al gorge de la Cesse, per poterlo finalmente percorrere a piedi. Mg scopre che i cerchi concentrici incisi in tanti dolmen o menhir,sono nati dal gioco di riflessi delle gocce d'acqua, visti proprio in quella gola.

11.5.2006 Nei pressi del circo de Navacelles, giriamo per un altipiano calcareo, di incomparabile solitaria bellezza, alla ricerca del dolmen de Lerussac.

12.5.2006 Percorriamo la Francia del sud, attraverso una serie di montagne basse e calcaree, piene di grotte e gole solitarie (gorge aigues, gorge sant may),inframezzate agli immancabili vigneti dalle viti bonsai per arrivare, alfin, nel molto pittoresco (e caro..) territorio provenzale.

13.5.2006 Torniamo in Italia, per l'argentera, e ci fermiamo a cavare erbacce, con sommo gusto e soddisfazione, nella tenuta di Marina e Dario, a Chiusa di Pesio.

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