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Vedo seghe che piovono..(Esplorazione Cimmero delle donne ed altre)

Antefatto:
Visto che dobbiamo fare tre grottine scrause e pure vicine, siamo una cifra, praticamente tutto il gruppo. Chi siamo? Agostina, Angelo, Paolo, Federica, Mg, Nozzolone, Luca, Roberta, Elena, Fabio.
L’epica impresa:
Al bar delle gnocchette ci dividamo per macchine, ci toccano Angelo ed Agostina che iniziano a parlare urbanamente di vicende culturali ma, giunti a Velletri, l’arrivo di Elena sconvolge gli equilibri idilliaci perché subito si discute di ladri e politica, tant’è che, arrivata alla pianura pontina, ispirata dall’ambiente littorio, eccola pronunciare la fatidica frase “ci vorrebbe Benito” procurando un sobbalzo parossistico al Che cucito nella mia manica e stampato nel mio cuore.
Prima sega aggiudicata ad Elena che, assieme a Mastrolindo, ha una nera propensione in mezzo a tanti rossi.
A Itri tappa d’obbligo per atto di prostrazione a Sanvincenzo da Itri e la di lui famiglia e poi su per la montagna, non tanto su, un po’ giù, più che altro in mezzo a sterpi bruciati a cercare una ciauca indicataci da Peppino il pastore che, guardata ben bene Roberta insidiare i suoi cani, c’intima di sbrigarci a passare che le capre s’incazzano.
D’improvviso vedo tutti scavare a vanvera chi qua chi là buchi inesistenti, quale sarà la ciauca giusta? Fabio mi frega paletta e guanti ed Agostina non ha la tuta “dove sta?” “in macchina” anche lei ha voluto subito assicurasi una sega oggi. Io, invece, ho un’inutile imbraco e tutti gli altri no, perché ciò mi è stato imposto da Paolo al quale ubbidisco ciecamente, per cui dovrei stare nei pressi delle ciauche per utilizzarlo, ma quando vedo il Nozzolone incamminarsi per il cimmero delle donne seguito da uno scodazzo di femmine me frega assai del mio compito istituzionale, devo sorvegliare da vicino la faccenda, che so bene come vanno queste cose.
Però st’imbraco pesa assai, lo nascondo sotto i sassi e faccio finta di avere come compito fotografare il Cimmero delle donne(sempre da imposizione Paolesca). Prima infilo Agostina nella strettoia, la raggiungo e tento di fare qualche foto in piccolo ambiente, tutto appannato, poi mentre il Nozzolone spiega qualcosa nella sala grande, posiziono il cavalletto e tutti scappano a desta e sinistra (una a destra il resto a sinistra..), non mi resta che fare autoscatti, che qua nessuno collabora.
Così piazzo la digitale su una stalagmite, metto flash e autoscatto, zompo per la sala e la digitale zompa con me, per terra…
Non posso nemmeno lagnarmi, vorrei urlare il mio dolore per le aurunche valli ma non posso, il “famo a capirse” Nozzoloescu, “ti ho detto miliardi di volte che in grotta si rompe”, mi stoppa.
Ho preso la sega? può darsi, ma la costrizione per la digitale rotta è tremenda.
Ci ricongiungiamo tutti a grotta carunara, cedo la tuta ad Agostina così non posso manco consolarmi a fare strettoie e passaggi scomodi, per cui quando vedo Luca e Federica incamminarsi a cercare un’ennesima ciauca indicata da Peppino, li seguo. Tanto col Nozzolone c’è solo Roberta, lei si sa, preferisce gatti, cani, bestiacce e posso stare ragionevolmente tranquilla.
Siamo in tre ma non ci portiamo niente, sarà che per una volta nella vita vogliamo provare l’ebbrezza di camminare scarichi, sarà che per vedere la ciauca servirà pure una luce? E noi l’abbiamo portata? Non c’è passato neanche per l’anticamera del cervello, così scendo nel pozzo a tastoni mentre Federica tenta di incendiarmi la capoccia con sterpi accesi con l’accendino (quello ce l’aveva..) a mò di luce.
La ciauca forse continua con passaggio infimo, questa è la certezza matematica di una che le grotte le riconosce ad occhi chiusi, come malgafossetta “lasciatela perdere, saranno 20 metri” ed è un meno mille…
Visto che ci siamo beccati sta bella sega, torniamo alla carunara per vedere se Roberta, in mancanza di bestie, si sia buttata sul Nozzolone, ma non pare, visto che trema dal freddo.
Gli altri stanno tutti dentro, ma non era una grottina? Dopo enne ore tremiamo tutti e manco possiamo accendere fuochi, che è il solo pezzo di montagna non incendiato. Dopo un po’ fuoriesce Luca, prende Roberta e tornano a casa, beati loro. Appena escono Angelo ed Elena tento di fare lo stesso, ma Angelo a riporre la roba ci mette un casino, poi sparisce, allora prima che l’atra notte ghermisca le mie membra gelate, m’incammino con Agostina e vedo Angelo aspettarci alla macchina. Come ha fatto l’ignoro, visto che è uno che si perde anche in centro a Frascati. “E tu stai qua? Il Nozzolone ti sta aspettando in mezzo al monte,anche se gli ho detto di lasciarti sperdere al tuo destino mangiato dai lupi, che devono pur mangiare” “sto qua, ho preso la scorciatoia e sono sceso dritto per dritto” come dire, la sega prendetevela tutti voi, io no sicuro.
La giornata si conclude alla grande alla pizzeria dell’allergica, lei non c’è, ha subodorato la nostra invasione e c’ha mandato il marito grande e grosso che c’ha propinato degli strani rotoli di wrustel ripieni di ogni schifezza aurunca, belli a vedersi come le famose cosce itrane!
Alla prossima! Mg 26.2.2012

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